“È tempo di assumersi la responsabilità”. Il messaggio del Centro per le Libertà Civili

Oleksandra Matvijčuk (CC-BY-4.0: © European Union 2022 – Fonte: EP)

Il discorso al conferimento del Nobel per la pace: “La gente in Ucraina vuole la pace come nessun altro. Ma la pace non arriva quando il paese che è stato aggredito depone le armi. Quella non è pace, è occupazione. La vita delle persone non può essere un ‘compromesso politico’. Lottare per la pace non significa arrendersi ai colpi dell’aggressore, ma difendere la gente dalla sua ferocia”.

Niente potrà fermare il desiderio di libertà degli esseri umani

Ales' Bjaljacki (2014) (dettaglio della foto di Michał Józefaciuk, CC BY-SA 3.0)

L’attivista bielorusso, premio Nobel per la pace, è attualmente in carcere, imprigionato per motivazioni politiche. A ritirare il premio a Oslo è stata la moglie. “Quando ti libereranno? mi hanno chiesto. Ma io sono già libero nella mia anima, ho risposto. La mia anima libera si libra sulle segrete e sulla sagoma a foglia d’acero della Belarus”.

Il perché del Nobel a Memorial

Da quando è stato etichettato “agente straniero” dalla legge russa nel 2016, le aggressioni, anche da parte di gruppi di nazionalisti coperti dalla polizia, si sono intensificate, fino alla chiusura sia del Centro per i diritti umani di Memorial, sia di Memorial Internazionale, tra il dicembre del 2021 e la primavera di quest’anno.