La mia Russia. Storie da un Paese perduto. di Elena Kostjučenko. A cura di Claudia Zonghetti. Traduzioni di Maria Castorani, Martina Mecco, Riccardo Mini, Giulia Sorrentino, Francesca Stefanelli (Einuadi Editore, 2023). «Dalla migliore reporter russa gli incandescenti reportage che hanno contribuito a far chiudere la Novaja Gazeta». «La più importante giornalista d’inchiesta russa apre uno squarcio su un mondo al limite dell’inimmaginabile. Dall’ascesa di Putin alla guerra in Ucraina, un ritratto agghiacciante e umanissimo del Paese vero e della sua gente, vicino e lontano da Mosca e dal Cremlino». Il 28 marzo 2022, sei mesi dopo che era stato assegnato il Nobel per la pace al suo direttore Dmitrij Muratov, la Novaja Gazeta fu costretta a sospendere le pubblicazioni. Due pezzi in particolare avevano irritato le autorità russe: lunghi reportage dalle città assediate di Mykolaïv e Cherson, scritti dalla trentaquattrenne Elena Kostjučenko. Già da tempo nel mirino dei servizi russi e arrestata varie volte, Kostjučenko racconta da anni il degrado e la desolazione morale del proprio Paese. La mia Russia è un libro incendiario e straziante in cui ai reportage scritti tra il 2008 e il 2022 si alternano riflessioni che scavano nel torbido di quanto sta accadendo oggi. Tredici storie che compongono un eccezionale ritratto della Russia negli ultimi dieci anni. “Per tutta la carriera ho raccontato come la Russia ha sistematicamente tradito i propri cittadini. Eppure la Russia è il Paese che amo. Vorrei che questo libro uscisse il prima possibile, anche se so che probabilmente non mi sarà consentito pubblicare altro per lungo tempo, forse per sempre”. La televisione come religione nazionale; l’ospedale dismesso e le centinaia di bambini e ragazzi abbandonati dalle famiglie che lo hanno scelto come casa; la strada, le prostitute e i loro clienti; la persecuzione delle minoranze; i disastri ambientali sottaciuti; una giornata in un comando di polizia; gli istituti psichiatrici e gli orrori che nascondono; il coraggio delle donne russe; e naturalmente l’Ucraina. Storie intime e apocalittiche di violenza, repressione, miseria filtrate dallo sguardo unico, partecipe e lucido di una giornalista sul campo.
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Il’ja Jašin: “Putin cadrà nell’oblio. Patria e destino, un unico cammino”
Politico e blogger indipendente, condannato a 8 anni di carcere: “Miliardari, generali, ladrucoli, la prigione in Russia è uno spaccato della società. Non ce l’ho con chi se n’è andato, ma non ci si può occupare seriamente di politica quando si vive lontani. Voglio reggere il colpo e non scappare”.
Un esempio di ritorno al terrore staliniano. Lettera aperta di “Novaja Gazeta”: “Libertà per Kara Murza”
“Chiediamo con decisione che le autorità russe, le forze dell’ordine e i giudici ritrovino la strada della giustizia. Che perseguano assassini e criminali, e non quei cittadini onesti e responsabili che osano pensare e dire la verità. E che fermino questa nuova deriva della Russia verso lo stalinismo e il totalitarismo”.
Restiamo, finché si può, e teniamo gli occhi aperti
Il premio Nobel per la pace 2021: “Le domande sull’Ucraina sono tante… In breve: potranno distruggerla, non conquistarla”.
Un colpo in testa per distruggere Novaja Gazeta. L’omicidio come profilassi?
Il discorso del premio Nobel per la pace in occasione dell’udienza relativa al ricorso per il ritiro della licenza al principale giornale indipendente in Russia.
A Dmitrij Muratov il premio Nobel per la pace
Il Nobel per la Pace 2021 è andato al caporedattore di Novaja Gazeta Dmitrij Muratov.
Il ritorno di Stalin
Perché nei russi si è riacceso l’amore per il “padre dei popoli”
Lettera aperta per la manifestazione del 1 marzo
pubblicata da Novaja Gazeta
Uccisi nella regione orientale di Doneck l’attivista di Memorial Andrej Mironov e il fotografo Andrea Rocchelli
Un ricordo di Andrej Mironov di Svetlana Gannuškina e un ricordo di Andrea Rocchelli di Lucia Sgueglia