La Russia e i suoi Army games. “Carri armati che sparano, ma non uccidono”

Parata del Giorno della Vittoria a Mosca nel 2020. Foto tratta dal sito kremlin.ru.

Il “militarpatriottismo” di Mosca degli ultimi 10 anni. Viaggio tra le kermesse tanto care al Cremlino (seconda parte) (Immagine tratta da kremlin.ru)

Unicorni all’attacco: guerra e diritti Lgbtq+ in Ucraina

Marcia dell'Uguaglianza, Kyiv, 23 giugno 2019 / Foto di Oskar Iansons.

Qualcosa è davvero cambiato nella società ucraina negli ultimi otto anni, da quel febbraio 2014 quando il deputato Parasjuk esortò a inviare a combattere forzatamente nel Donbas i partecipanti al Gay Pride di Kyiv.

Il “militarpatriottismo” in Russia. Carri armati che sparano, ma non uccidono

Parata del Giorno della Vittoria a Mosca nel 2020. Foto tratta dal sito kremlin.ru.

Un lavoro lungo un decennio per formare nuove generazioni di russi che non si limitino ad amare profondamente il proprio paese e ad esserne orgogliosi, ma siano anche pronti, forti della gloriosa storia patria e della potenza delle armi in dotazione, a difenderlo (Prima parte) (Immagine tratta da kremlin.ru)

Il discorso politico russo odierno e l’ombra del nazionalismo ottocentesco

L’intera ideologia sottesa ai discorsi di Putin e del patriarca Kirill rimanda a un principio tipico della cultura imperiale russa dell’800, la triade di Uvarov, rappresentata da pravoslavie (ortodossia), samoderžavie (autocrazia), narodnost’ (identità/tradizione nazionale). Pensata come antitesi a Liberté, Égalité, Fraternité.

Milan Kundera e l’Occidente prigioniero di sé stesso

Il grande merito dell’opera, Un Occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale (Adelphi), è quello di disegnare un’idea d’Europa in cui non ci sono paesi occidentali (Austria) e orientali (Cecoslovacchia), ma un’unica matrice culturale comune.

Chi di propaganda ferisce… La guerra in Ucraina vista dalla Repubblica ceca

Il Governo di Praga ha deciso di rendere operativo un Centro contro il terrorismo e le minacce ibride, con un’ampia gamma di compiti che vanno da tenere sotto controllo il terrorismo informatico a sorvegliare la diffusione delle campagne di disinformazione.

Il fantasy russo va alla guerra

Ma la cultura è davvero un’oasi libera che costruisce ponti e va pertanto esclusa a priori da sanzioni di marca eminentemente politica ed economica? Il caso di Sergej Luk’janenko può aiutare a rispondere alla domanda.