La storia vista dal punto di vista delle vittime: “Odio l’espressione ‘dobbiamo guardare alla situazione dal punto di vista geopolitico’ e replico sempre che invece la situazione va osservata dal punto di vista umano” .
Tag: Guerra nel Donbas
Una comfort zone ovattata e rassicurante. La tv di Stato russa prima e dopo la guerra
Dopo il 24 febbraio è aumentato il budget del governo ai media statali; le trasmissioni di attualità hanno scalzato quelle di intrattenimento. Il telespettatore può convincersi che la vita continua normalmente, sentirsi nel giusto, essere orgoglioso del Paese e di se stesso.
Denazificazione, demilitarizzazione, democrazia. Le parole sono importanti
Dal 24 febbraio l’uso funzionale della lingua in Russia è diventato primario rispetto alla significazione. Nel discorso del potere russo viene meno l’unico concetto che la propaganda non sa e non può esprimere: una visione di stato e di cittadino senza nomeю
La guerra in Ucraina e i timori della Polonia
Ad alimentare le preoccupazioni polacche è soprattutto la retorica del Cremlino, estremamente aggressiva nei confronti di Varsavia
Il rovescio del cappotto
Secondo lo scrittore Sergej Medvedev, la violenza senza precedenti seminata dall’esercito russo sul territorio ucraino trarrebbe le proprie origini nel modus vivendi stesso della società russa.
Processo alla memoria. Conversazione con Konstantin Goldenzweig
Il regista russo: “Putin non capisce la lingua del dialogo perché dietro il dialogo vede solo debolezza. L’unica cosa che il Cremlino e i suoi sostenitori capiscono adesso è il linguaggio della forza”.
La poesia ucraina oggi, tra testimonianza e impegno: Bucha e le sue radici
In guerra, la scrittura svolge tre funzioni vitali: facilita la comprensione di quello che accade tramite la fusione di immediatezza e complessità del linguaggio poetico; preserva la memoria del presente per il futuro; e fa dialogare la cultura ucraina di oggi con i lettori stranieri.
Tanto da qui non schiodiamo. Attivisti, giornalisti e militanti per i diritti umani continuano a lavorare in Russia
Ivan Astašin, Katrin Nenaševa, Dmitrij Ivanov. Perché non vogliono lasciare la Russia e cosa sperano di cambiare (Seconda parte)
Da qui non schiodiamo. Gli intellettuali che restano e resistono in Russia
Tatjana Fel’gengauer, Oleg Orlov, Ljubov’ Summ, Ivan Astašin, Katrin Nenaševa e Dmitrij Ivanov. Perché non vogliono lasciare la Russia e cosa sperano di cambiare (Prima parte)
La Russia e i suoi Army games. “Carri armati che sparano, ma non uccidono”
Il “militarpatriottismo” di Mosca degli ultimi 10 anni. Viaggio tra le kermesse tanto care al Cremlino (seconda parte) (Immagine tratta da kremlin.ru)