Personalizza il consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente e svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consenso riportata di seguito.

I cookie categorizzati come "Necessari" vengono memorizzati sul tuo browser poiché sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivo

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Perché la guerra russo-ucraina è iniziata nel febbraio 2014

Truppe senza segni di riconoscimento in Crimea nel 2014 (Foto di Ilya Varlamov - varlamov.ru, CC BY-SA 4.0, Link)

Tre fraintendimenti internazionali sulle origini del conflitto. Quei fatidici eventi in Crimea del 2014 non sono stati né una rivolta locale, né la cessione pacifica di una parte di territorio, né la reazione inevitabile di Mosca a una provocazione ucraina. Sono figli del nazionalismo e dell’espansionismo imperialista russo.

Dalla colonia penale di Smolensk. “Guerra in Ucraina e dittatura di Putin, contro l’interesse del popolo russo”

Il grande merito dell’opera, Un Occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale (Adelphi), è quello di disegnare un’idea d’Europa in cui non ci sono paesi occidentali (Austria) e orientali (Cecoslovacchia), ma un’unica matrice culturale comune.

La diplomazia disarmata. Sei ostacoli a una pace negoziata tra Ucraina e Russia

Stipula degli accordi di Minsk II nel 2015: Aleksandr Lukašenka, Vladimir Putin, Angela Merkel, François Hollande, Petro Porošenko (Foto di Kremlin.ru, CC BY 4.0, Collegamento)

Le Costituzioni, i fronti interni, le peculiari esigenze della Crimea e il suo ruolo per la Russia, nonché la memoria storica dell’Europa centro-orientale. Ognuno di queste barriere a una tregua rapida è di per sé significativo e il loro impatto combinato sui decisori a Kyiv e a Mosca è notevoleю

Per la libertà di Kara Murza. Per la loro libertà, che è anche la nostra

L’intero regime lavora duramente per sterminare tutto ciò che ancora equivale alla coscienza, l’onore e il senso civico. Per sterminare tutto ciò che è ancora vivo in Russia.

La psichiatria punitiva in Russia. Un’arma di repressione efficace, che fa poco rumore

Manifestazione sulla Piazza Bolotnaja a Mosca nel dicembre 2011 (foto di Bogomolov.PL, CC BY-SA 3.0, immagine scurita)

Una pratica sistematica al tempo dell’Urss, poi ripartita forte dopo il 2012, l’anno d’inizio del terzo mandato di Putin e delle proteste di piazza Bolotnaja, le più grandi nella Russia post-sovietica, e ulteriormente dopo febbraio 2022. Fino a diventare patologizzazione del dissenso.

La diplomazia culturale di Putin. Nadiia Koval: “La cultura russa come strumento di influenza e dominio”

(Foto di A.Savin - Own work, CC BY-SA 3.0, Link)

Intervista alla sociologa dell’Ukrainian Institute sul ruolo dell’agenzia Russotrudničestvo e delle fondazioni Russkij Mir e Gorčakov prima e dopo l’invasione russa in Ucraina, molto attive, anche in occidente, nella promozione di una particolare immagine della Russia e nei progetti di russificazione.

Come Chagall e Tarkovskij. I nuovi transfughi parigini dell’arte russa

Targa commemorativa per Ivan Bunin a Parigi, 1 rue Jacques-Offenbach (credit: Wikimedia Commons / Mu; CC BY-SA 3.0)

Quattro artisti, seguendo le orme degli esuli fuggiti dal comunismo nel Novecento, combattono la propria guerra a Parigi. Le storie di Katja Demina, Naum Bleek, Marija Čuprinskaja ed Elena Gordienko.

Grigorij Sinčenko, detenuto ucraino in Russia: “Non ho cercato di uccidermi, mi sono tagliato le vene per protesta”

Foto di engin akyurt su Unsplash

Il racconto dal carcere di Rostov sul Don, in cui è in detenzione preventiva: “Ho usato il mio sangue come inchiostro per descrivere le torture sulle pareti della cella”. Il Tribunale militare del distretto meridionale lo accusa di “spionaggio e sabotaggio” e di 40 altri reati commessi sul territorio della cosiddetta Repubblica popolare di Donec’k..

Vedere il Terrore: i Gulag sugli schermi in Russia. Intervista con Kristian Feigelson

Rovine del gulag di Butugyček Oxonhutchб, CC BY 2.5, via Wikimedia Commons

Il sociologo della Sorbona: “I russi non sono ancora riusciti a elaborare il trauma dei campi che ha colpito tre generazioni. Il regime putiniano non ha concorso affatto alla creazione di una memoria audiovisiva critica, anzi, il suo avvento ha contribuito profondamente a questa cecità della storia”.

Sulla deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia. Con l’obiettivo di “rieducarli”

Marija L'vova-Belova e Vladimir Putin nel marzo 2022 (foto: Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

La first lady Olena Zelens’ka ha dichiarato di possedere le prove dell’allontanamento forzato di non meno di 19.500 minorenni ucraini, di fatto deportati in Russia. Uno sforzo per ritrovarli e riportarli alle loro case sarà difficilmente fattibile senza la cooperazione delle autorità russe, sia essa conseguente a un cambio di politica interna, o imposta dalle circostanze di una sconfitta militare.