L’antropologo parla di quello che è stato il più grande spostamento di popolazione in Europa dai tempi della Seconda guerra mondiale, con uno sguardo particolare a quanto avvenuto in Moldavia: “Fermarsi lì per queste persone significa anche rimanere vicino a casa, pensare il ritorno come possibile”… “La guerra non insegna mai niente, ma sui migranti qualcosa dovrebbe insegnarcela”.