Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso di Anatolij Pristavkin

Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso di Anatolij Pristavkin con traduzione, curatela e postfazione di Patrizia Deotto (Guerini e Associati, 2018). Saška e Kol’ka Kuz’min si assomigliano come due gocce d’acqua e approfittano della loro somiglianza per prendersi gioco di tutti. Il fine delle loro invenzioni è sempre lo stesso: il bisogno perenne di placare i morsi della fame. Il trasferimento dallo squallido orfanotrofio della periferia di Mosca nella terra fertile del Caucaso si prospetta agli occhi dei due ragazzini come un viaggio in una terra meravigliosa, zeppa di stanze del pane dove mangiare a sazietà. Tuttavia la terra promessa rivela ben presto il suo lato oscuro. Tutto è coperto di fiori nel Caucaso, ma in giro non si vede nessuno, regna un silenzio profondo, interrotto di tanto in tanto dall’eco di spari e di esplosioni. I gemelli Kuz’min, inconsapevoli usurpatori di terre altrui, si ritrovano coinvolti nelle tragiche vicende conseguenti alla deportazione forzata dei ceceni accusati di tradimento e collaborazionismo con il nemico, qui raffigurata in tutta la sua drammaticità. Alla descrizione dei luttuosi e complessi eventi, individuali e sociali, legati agli anni della Seconda Guerra Mondiale, viene contrapposta la rappresentazione del mondo radioso creato dalla propaganda sovietica, dove risuonano i canti patriottici e celebrativi dedicati al compagno Stalin e le canzoni riprese dalle commedie musicali in voga, che i due gemelli, insieme ai loro coetanei, cantano a squarciagola. Il contrasto tra il mondo scintillante e luminoso, promosso dalla propaganda staliniana, e le condizioni di vita reali dei due Kuz’min e degli altri orfani, trattati con indifferenza, salvo rare eccezioni, e considerati semplici pedine da utilizzare per la realizzazione di progetti inimmaginabili, disorienta e lascia sconcertati. Attraverso le dolorose esperienze che segnano i piccoli protagonisti del romanzo, Pristavkin invita a riflettere sull’insensatezza della guerra e della violenza e sull’importanza del confronto e del dialogo per una coesistenza pacifica tra i popoli. Anatolij Ignat’evič Pristavkin (1931-2008) nasce a Mosca nel 1931. Nel 1941 perde entrambi i genitori e trascorre gli anni della guerra in orfanotrofio. A quattordici anni lavora in una fabbrica di conserve nel Caucaso. Rientrato a Mosca, nel 1946, consegue il diploma di tecnico aeronautico alla scuola serale e nel 1959 si laurea all’Istituto di letteratura Gor’kij. Esordisce nella narrativa nel 1958 con il ciclo di racconti L’infanzia difficile, accolto favorevolmente dalla critica. Segue una ricca produzione letteraria, ma il vero successo arriva con la pubblicazione nel 1987 del romanzo Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso (titolo originale Nočevala tučka zolotaja), dove Pristavkin, prendendo spunto da un’esperienza autobiografica, ricostruisce la tragedia della guerra attraverso gli occhi dei suoi due piccoli protagonisti, che si ritrovano coinvolti nelle tragiche vicende della deportazione dei ceceni, vittime delle repressioni staliniane. Nel 1988 lo scrittore è insignito del Premio Statale dell’URSS e il romanzo viene tradotto in trenta lingue. Nello stesso anno pubblica il romanzo I piccoli del cuculo, dedicato al tragico destino degli orfani nel periodo della guerra, e ottiene nel 1991 il Premio Nazionale Tedesco della letteratura per l’infanzia. Nel 1989 organizza Aprel’, la corrente indipendente degli scrittori moscoviti, curandone anche la rivista. Dal 1992 al 2001 dirige la Commissione di Grazia e Giustizia, che si è battuta contro la pena di morte ed è riuscita a far commutare in ergastolo quasi tredicimila condanne a morte. Nel 2008, pochi mesi prima di morire, riesce a portare a termine il romanzo Il re Monpas’e Marmelažka Primo. Recensioni A. Pristavkin, “Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso” di Giulia De Florio in “AvtobiografiJA”, 7/2018, pp. 251-257. “Due bambini nella Russia di Stalin. “Inseparabili” di Anatolij Pristavkin” di Giordano Balecchi in “Sul romanzo”, 7 settembre 2018. “Pristavkin. Difensore degli ultimi” di Riccardo Michelucci in “Avvenire”, 10 novembre 2018. “Inseparabili. Due gemelli nel Caucaso” di Maria Elena Murdaca in “Osservatorio Balcani e Caucaso”, 21 febbraio 2019.

La guerra infinita tra Armenia e Azerbaijan insegna qualcosa

Il tragico esempio del Nagorno-Karabakh per chi discute di conflitto in Ucraina: un conflitto congelato è – o almeno rischia di essere, alla prova dei fatti – una guerra che ritornerà domani più feroce che mai, non appena sarà ultimato il riarmo.

Il Caucaso del Nord e l’Ucraina: 20 settimane di “operazione militare speciale”

Ramzan Kadyrov nel 2024 (fonte: tatarstan.ru, CC SA 4.0)

L’ultimo rapporto sulla guerra in Ucraina, pubblicato da novayagazeta.eu, copre il periodo da marzo a giugno 2022 e si concentra su un unico tema: il coinvolgimento dei cittadini e delle forze di sicurezza delle repubbliche del Caucaso settentrionale.