Processo alla memoria. Conversazione con Konstantin Goldenzweig

Il regista russo: “Putin non capisce la lingua del dialogo perché dietro il dialogo vede solo debolezza. L’unica cosa che il Cremlino e i suoi sostenitori capiscono adesso è il linguaggio della forza”.

La poesia ucraina oggi, tra testimonianza e impegno: Bucha e le sue radici

In guerra, la scrittura svolge tre funzioni vitali: facilita la comprensione di quello che accade tramite la fusione di immediatezza e complessità del linguaggio poetico; preserva la memoria del presente per il futuro; e fa dialogare la cultura ucraina di oggi con i lettori stranieri.

Storia, memoria, diritti. In ricordo di Arsenij Roginskij 

Arsenij Roginskij / Foto: www.stephan-roehl.de

Nella tragedia che si svolge sotto i nostri occhi il passato viene clamorosamente riscritto, le voci dissenzienti vengono represse e perseguitate, la verità viene stravolta, l’invasione dell’Ucraina viene presentata dai media russi come una “missione umanitaria”. Fino a quando?

Qishloq, il secolo sovietico in una valle dell’Asia centrale

Intervista allo storico Niccolò Pianciola sulla pluriennale ricerca di Sergej Abašin, la storia dell’Asia Centrale sovietica vista da un villaggio.

Da qui non schiodiamo. Gli intellettuali che restano e resistono in Russia

Oleg Orlov davanti alla sede di Memorial (foto di Anna Artem'eva)

Tatjana Fel’gengauer, Oleg Orlov, Ljubov’ Summ, Ivan Astašin, Katrin Nenaševa e Dmitrij Ivanov. Perché non vogliono lasciare la Russia e cosa sperano di cambiare (Prima parte)

La Russia e i suoi Army games. “Carri armati che sparano, ma non uccidono”

Parata del Giorno della Vittoria a Mosca nel 2020. Foto tratta dal sito kremlin.ru.

Il “militarpatriottismo” di Mosca degli ultimi 10 anni. Viaggio tra le kermesse tanto care al Cremlino (seconda parte) (Immagine tratta da kremlin.ru)

Unicorni all’attacco: guerra e diritti Lgbtq+ in Ucraina

Marcia dell'Uguaglianza, Kyiv, 23 giugno 2019 / Foto di Oskar Iansons.

Qualcosa è davvero cambiato nella società ucraina negli ultimi otto anni, da quel febbraio 2014 quando il deputato Parasjuk esortò a inviare a combattere forzatamente nel Donbas i partecipanti al Gay Pride di Kyiv.