“I russi che sono andati via ora tacciono? Provo a spiegare perché”

Cittadini russi protestano contro l'invasione russa dell'Ucraina a Praga (2022) (foto di AlexVolter, CC BY-SA 4.0, https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en; luminosità modificata)

l sociologo russo spiega in questo testo pubblicato il 31 ottobre scorso su Cholod (che ringraziamo per l’autorizzazione a pubblicare la traduzione di Luisa Doplicher) perché i russi all’estero sembrano restii a organizzare manifestazioni di massa contro la guerra.

Igor’ Kočetkov: “Con la nuova legge Putin mette nel mirino le organizzazioni Lgbt. C’è da aspettarsi che le multeranno e tenteranno di liquidarle”

Foto di Igor Omilaev su Unsplash

Dopo l’approvazione in seconda lettura del disegno di legge sul divieto di “propaganda riguardo le relazioni non tradizionali”, abbiamo deciso di pubblicare la traduzione di un’intervista all’attivista per i diritti umani e tra i fondatori della rete LGBT+ russa.

Dostoevskij non c’entra. C’entriamo noi 

Se le opere dei grandi artisti del passato e del presente vengono strumentalizzate dal regime per giustificare la sua barbarie, alzare la voce è il nostro dovere di eredi viventi di quegli stessi artisti. Se nella letteratura russa del passato o del presente ci sono correnti di sciovinismo e di pregiudizio sgradevoli e avvilenti, è nostro dovere segnalarle e affrontarle per quello che sono. A questo siamo chiamati.

Pace, memoria, libertà

Jan Račinskij (foto di David Krikheli, CC BY-SA 4.0)

Non ci limitiamo a indagare e documentare le tragedie del passato e le collisioni sociali del presente. Noi indaghiamo e documentiamo i crimini. Perché la catena dei crimini senza castigo non si ferma, né si spezzerà da sola.

Il perché del Nobel a Memorial

Da quando è stato etichettato “agente straniero” dalla legge russa nel 2016, le aggressioni, anche da parte di gruppi di nazionalisti coperti dalla polizia, si sono intensificate, fino alla chiusura sia del Centro per i diritti umani di Memorial, sia di Memorial Internazionale, tra il dicembre del 2021 e la primavera di quest’anno.

Essere russi fa male. Delitto e castigo della letteratura russa

Putin costringe il suo popolo in un Medioevo mentale. La strada che porta alla guerra in Ucraina passa attraverso secoli di resistenza disperata della cultura russa e delle sue ripetute sconfitte nella lotta contro il potere criminale dello Stato. Essere russi fa male.

Irina Ščerbakova, la migliore memoria è la verità sulla guerra

La storica spiega come la guerra raccontata da Nikolaj Nikulin, tra le testimonianze più notevoli lasciate da un ex combattente al fronte, non sia un’immagine patinata di “imprese eroiche”, ma la descrizione reale di come in queste condizioni siano soffocati i principi del bene, della morale, della giustizia.

“Questa guerra ha risvegliato i russi, con “Doxa” diamo ai giovani gli strumenti per resistere”

Ekaterina Martynova di "DOXA" (foto tratta dalla sua pagina Facebook)

Conversazione con Ekaterina Martynova, giornalista russa residente a Berlino e collaboratrice della rivista studentesca fondata nel 2017 allo scopo di dar voce agli studenti universitari, sempre più spesso vittime di intimidazioni da parte dei vertici degli atenei.

Nelle università russe arriva la disciplina ideologica: “C’è del marcio in Occidente, il futuro è nostro”

Una fonte vicina al Cremlino ha così descritto alla testata indipendente Meduza il nocciolo del corso: “Hanno sempre voluto il male della Russia, ma ora hanno le ore contate”.