“Voleva dare fuoco al Cremlino”: regista di teatro accusato di terrorismo per una carta di gomma da masticare

Il regista teatrale Anatolij Levčenko è stato imprigionato dagli occupanti russi per un post su Facebook. Nell’intervista racconta la sua esperienza con la procedura di filtraggio e le terribili condizioni degli ucraini imprigionati dagli occupanti.

Matvij Vajsberh, pittore: “Se non investiamo nell’arte, rischiamo di perdere di nuovo”

Matvij Vajsberh è un pittore ucraino. Ha reagito all’invasione su vasta scala dipingendo con un’intensità tutta nuova. Nell’intervista realizzata per il progetto “Voci dalla guerra” Vajsberh insiste molto sul ruolo dell’arte e sull’importanza di far conoscere la cultura ucraina all’estero.

La guerra infinita tra Armenia e Azerbaijan insegna qualcosa

Il tragico esempio del Nagorno-Karabakh per chi discute di conflitto in Ucraina: un conflitto congelato è – o almeno rischia di essere, alla prova dei fatti – una guerra che ritornerà domani più feroce che mai, non appena sarà ultimato il riarmo.

Dalla colonia penale di Smolensk. “Guerra in Ucraina e dittatura di Putin, contro l’interesse del popolo russo”

Il grande merito dell’opera, Un Occidente prigioniero o la tragedia dell’Europa centrale (Adelphi), è quello di disegnare un’idea d’Europa in cui non ci sono paesi occidentali (Austria) e orientali (Cecoslovacchia), ma un’unica matrice culturale comune.

Per la libertà di Kara Murza. Per la loro libertà, che è anche la nostra

L’intero regime lavora duramente per sterminare tutto ciò che ancora equivale alla coscienza, l’onore e il senso civico. Per sterminare tutto ciò che è ancora vivo in Russia.

La psichiatria punitiva in Russia. Un’arma di repressione efficace, che fa poco rumore

Manifestazione sulla Piazza Bolotnaja a Mosca nel dicembre 2011 (foto di Bogomolov.PL, CC BY-SA 3.0, immagine scurita)

Una pratica sistematica al tempo dell’Urss, poi ripartita forte dopo il 2012, l’anno d’inizio del terzo mandato di Putin e delle proteste di piazza Bolotnaja, le più grandi nella Russia post-sovietica, e ulteriormente dopo febbraio 2022. Fino a diventare patologizzazione del dissenso.

Come Chagall e Tarkovskij. I nuovi transfughi parigini dell’arte russa

Targa commemorativa per Ivan Bunin a Parigi, 1 rue Jacques-Offenbach (credit: Wikimedia Commons / Mu; CC BY-SA 3.0)

Quattro artisti, seguendo le orme degli esuli fuggiti dal comunismo nel Novecento, combattono la propria guerra a Parigi. Le storie di Katja Demina, Naum Bleek, Marija Čuprinskaja ed Elena Gordienko.

Vedere il Terrore: i Gulag sugli schermi in Russia. Intervista con Kristian Feigelson

Rovine del gulag di Butugyček Oxonhutchб, CC BY 2.5, via Wikimedia Commons

Il sociologo della Sorbona: “I russi non sono ancora riusciti a elaborare il trauma dei campi che ha colpito tre generazioni. Il regime putiniano non ha concorso affatto alla creazione di una memoria audiovisiva critica, anzi, il suo avvento ha contribuito profondamente a questa cecità della storia”.