Voci dalla guerra: Rostyslav Pašyns’kyj

Rostyslav Pašyns’kyj e un altro ragazzo incontrato per via, Maksym, sono stati presi prigionieri mentre cercavano autonomamente una via di evacuazione da Buča. I due ragazzi sono stati picchiati e minacciati del taglio di dita e orecchie. Per costringere uno di loro a confessare che era un tiratore, i russi hanno simulato la fucilazione dell’altro. Per conoscere la paura che hanno dovuto provare due civili e per sapere come è finita la loro storia, guardate il nostro reportage.

Giornata dei prigionieri politici, 30 ottobre 2023

I prigionieri politici sono numerosi nella Federazione Russa ancora oggi. Il 30 ottobre 2023 Memorial Italia vuole ricordarli pubblicando una serie di video in cui vengono lette le ultime dichiarazioni di alcuni di loro, celebrando in tal modo una triste ricorrenza che fu istituita ormai quasi cinquant’anni fa.

Voci dalla guerra: Viktor Marynčak

Per il progetto “Voci dalla guerra”, portato avanti dalla rete di Memorial col Gruppo di difesa dei diritti umani di Charkiv (KhPG o “Memorial Ucraina”), Denys Volocha ha raccolto la testimonianza di padre Viktor Marynčak, sacerdote che continua a officiare a Charkiv, offrendo assistenza spirituale ai fedeli. La guerra ha messo duramente alla prova la sua fede, che non è venuta meno.

In ricordo di Claudia Pieralli

  Pubblichiamo tre testi dedicati a Claudia Pieralli (1979-2023), socia di Memorial e studiosa di letteratura russa scomparsa prematuramente.   Testi di Elda Garetto, Luba Jurgenson e Giuseppina Larocca   Nei ricordi su Claudia Pieralli comparsi in questi giorni, accanto alla ricostruzione della sua fruttuosa carriera scientifica e accademica, ricorrono alcune espressioni che rimandano sia alla peculiarità dei suoi studi sia al suo carattere: curiosità e serietà intellettuale, passione, entusiasmo, originalità. Mi unisco a queste considerazioni ricordando il suo primo impegnativo traguardo scientifico, quello del dottorato di ricerca, in cui sia nella scelta del tema, sia nella conduzione delle ricerche, Claudia aveva rivelato quelle doti che ne avrebbero contraddistinto il percorso di studi successivi: all’interno degli studi sull’emigrazione russa Claudia aveva proposto un tema complesso, sfidante, basato su materiali inediti. Già in questa scelta si intravedeva il futuro orientamento delle sue ricerche: il desiderio di aprire nuove prospettive di indagine che avrebbe caratterizzato tutto il suo percorso di studiosa, interrotto troppo presto e pure molto ricco di risultati. Molteplici sono stati gli apprezzamenti per i suoi studi sulla letteratura concentrazionaria e per i progetti internazionali sulla ricezione del Gulag, sul samizdat e sulla dissidenza di cui è stata promotrice, rivelando anche una grande capacità progettuale e organizzativa, come ha testimoniato anche il suo contributo all’organizzazione del convegno su Šalamov dello scorso anno. Dopo la conclusione del dottorato ho continuato a seguire con interesse l’attività scientifica di Claudia durante il suo post-doc in Russia, dove aveva trovato nuovi spunti per le sue ricerche, avvicinandosi alle tematiche centrali dell’attività di Memorial. Di qui la sua richiesta di aderire a Memorial Italia, che avevo sostenuto convintamente. L’attività scientifica degli ultimi anni l’aveva sempre più coinvolta nello studio del Gulag e del sistema repressivo sovietico, rivelando anche qui la volontà di seguire un approccio non ordinario e di indagare la ricezione del dissenso in Italia e Francia nel periodo 1956-1991 in una prospettiva di identità culturale europea. In questo la muoveva la convinzione che in Europa occidentale la ricezione dell’esperienza sovietica – nei suoi aspetti repressivi e totalitari – fosse stata monca e che fosse necessario promuovere la conoscenza e la memoria di quei fatti, che, diversamente da come il senso comune vorrebbe, avevano implicazioni profonde anche in Europa: e la Russia, secondo Claudia, per mille ragioni, è anche e profondamente Europa. Mi aveva fatto molto piacere essere coinvolta nel progetto, suo e di Marco Sabbatini, con la stesura di alcune schede per il portale “Voci libere in URSS”, tra cui quella su Arsenij Roginskij. In questo percorso di studi e di iniziative, mai gregaria, mai appagata dei risultati raggiunti Claudia ha dimostrato una tenacia ammirevole, tanto più ammirevole perché messa a durissima prova dalla malattia, che fin quasi alla fine ha affrontato con straordinaria forza, senza risparmiarsi. Era consapevole dei risultati raggiunti e continuava ad amare quello che faceva, come scriveva qualche mese fa… Elda Garetto   In questi giorni, tutte le giovani donne dai capelli scuri assomigliano a Claudia. Non mi sorprende, so come i morti ci segnalano che sono ancora tra noi. Avrei potuto intuire che Claudia stava per lasciarci: il giorno prima ho guardato una figura esile e ho pensato per un attimo “È lei”, anche se sapevo che non poteva essere lei. Non sono stata con lei durante i suoi ultimi momenti. Non volevo credere che fossero gli ultimi. Lei diceva sempre: “Vedrai, andrà meglio e berremo un bicchiere di Saumur con il tuo salmone marinato” e io rispondevo: “Certo, sei forte! Ce la farai, Claudia!” Era forte – e ancora oggi faccio fatica a credere che la malattia l’abbia portata via. Questa sua forza mi è sembrata evidente sin dalla prima volta che l’ho incontrata – come studentessa Erasmus alla Sorbona, che aveva scelto di tradurre dal russo al francese: una doppia difficoltà – alle sue ricerche sul campo in Russia, alla sua ultima lotta contro il tempo, contro questi giorni che sapeva contati. Quando la rividi qualche anno dopo, stava conducendo una ricerca sulla Massoneria russa in esilio. Ho poi usato il suo notevole studio su Evreinov con i miei studenti. Ci siamo rese conto che eravamo entrambe interessate alla repressione staliniana. Da lì è iniziato il nostro lavoro comune e, per Claudia, anche uno studio sulla dissidenza che ha portato alla creazione del portale “Voci del Dissenso”. Claudia mi ha riportato in Italia, il mio secondo paese d’adozione, dove ho trascorso metà del mio tempo da giovane e dove ho vissuto tra il 1987 e il 1989. Quando le frontiere si sono aperte a Est, i miei itinerari sono cambiati e le mie mete sono diventate l’Europa centrale e la Russia. Con Claudia, questa nuova ricerca si è radicata anche in Italia. È da Roma che ero andata a Mosca per la prima volta nel 1988 ed è a Roma, sul balcone di Claudia, che ho deciso di non tornare in Russia trent’anni dopo, nel 2018. Ha lasciato una serie di progetti. Tra questi, la nostra discussione collettiva e internazionale sulla ricezione della repressione politica nel mondo mediterraneo. L’anno scorso ha condotto una parte di questa discussione dal suo letto d’ospedale. La continueremo. Vedrai, Claudia, ce la faremo. Luba Jurgenson Ciglia che pungono. Una lacrima ribolle nel petto.Senza terrore presento quel che sarà, e sarà una tempesta. Qualcuno mi sprona a scordare qualcosa. Manca l’aria, ma da morire ho voglia di vivere. […] Con questi versi di Osip Mandel’štam composti nel 1931 Claudia apriva il suo concerto-spettacolo “Un paradiso che cambia” che aveva ideato, scritto e musicato nel 2022. Un concerto straordinario che dava a Mandel’štam un ruolo ben preciso: raccontare il dolore dopo averlo vissuto e attraversato, ma raccontare insieme al dolore anche il desiderio di vita, attribuendo alla parola il compito di farsi testimonianza. La scelta di Mandel’štam non giungeva casuale. Al mondo del dissenso, degli ultimi, dei dimenticati Claudia ha dedicato gran parte dei propri studi e delle proprie ricerche condotte fra Russia e Francia. Da Nikolaj Evreinov, protagonista dell’emigrazione russa a… Continua a leggere In ricordo di Claudia Pieralli

Ci ha lasciati Claudia Pieralli

Memorial Italia si unisce al cordoglio della comunità accademica italiana per la prematura scomparsa di Claudia Pieralli, socia di Memorial Italia dal 2016. Claudia era professore associato presso l’Università degli Studi di Firenze. Ha dedicato la sua attività scientifica, tra gli altri temi, allo studio dell’eredità letteraria e culturale del gulag e del samizdat. I suoi studi sulla letteratura del gulag hanno contribuito a migliorare la comprensione di un corpus letterario ancora poco studiato, in particolare per quanto concerne la letteratura femminile dei campi sovietici e l’idea della “zona”, concetto al quale ha dedicato molti lavori. Negli ultimi anni la sua attenzione si è concentrata sulla ricezione del gulag, sul samizdat e sulla dissidenza, temi a cui ha dedicato numerose pubblicazioni e due progetti scientifici di primaria importanza, il progetto di ricerca franco-italiano “La ricezione delle repressioni politiche sovietiche nell’Universo culturale francese e italiano (1917-1987)” in collaborazione con Paris-IV-Sorbonne (sfociato nel volume “Lo specchio del gulag in Francia e in Italia. La ricezione delle repressioni politiche sovietiche tra testimonianze, narrazioni, rappresentazioni culturali (1917-1987)”, Pisa 2019) e “Alle due sponde della cortina di ferro: le culture del dissenso in Italia, Francia, URSS e la definizione dell’identità europea (1956-1991)”, grazie al quale è stato creato il portale “Voci libere in URSS”: https://vocilibereurss.fupress.net/ Per un profilo completo della sua attività scientifica, si rimanda alla sua pagina personale sul sito dell’Università di Firenze: https://www.unifi.it/p-doc2-2017-0-P-3f2b3430322f2d-0.html Molte delle ricerche di Claudia si sono basate sul lavoro negli archivi di Memorial a Mosca. Nel 2020 è stata invitata a tenere una conferenza presso la sede di Memorial Internazionale, dal titolo “Восприятие темы ГУЛАГа в Италии и Франции” [La ricezione del tema del gulag in Italia e Francia], oggi disponibile online sul canale YouTube di Memorial al link https://www.youtube.com/watch?v=Bwcx0pso_CU Per Memorial Italia ha portato all’Università di Firenze la mostra “Dalla censura e dal Samizdat alla libertà di stampa. Urss 1917-1990” (27 giugno-21 luglio 2017) e all’Università di Pisa (assieme a Marco Sabbatini) la mostra “Sacharov. I diritti umani nel cuore dell’Europa” (20 aprile-6 maggio 2022), oltre a organizzare, assieme a Giulia De Florio, Andrea Gullotta, Luba Jurgenson e Laura Rossi, il convegno internazionale “Varlam Šalamov 40 anni dopo: il poeta, lo scrittore, il testimone del gulag”, co-organizzato da atenei italiani e francesi, da Memorial Italia e Memorial France. Nei prossimi giorni pubblicheremo un ricordo di Claudia.

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