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Arresti di social-democratici, anarchici, socialisti rivoluzionari
Subito dopo la presa del potere nel 1917 i bolscevichi cominciarono a perseguitare i loro avversari politici, fra cui i membri dei partiti socialisti, già loro compagni nella lotta rivoluzionaria. Nella primavera del 1918 ci furono i primi arresti di anarchici e SR massimalisti. All’inizio dell’estate 1918 dai Soviet di tutti i livelli furono esclusi i rappresentanti del Partito Socialdemocratico Operaio Russo (RSDRP, menscevichi) e il Partito dei Socialisti Rivoluzionari (SR), dopodiché questi partiti si trovarono in una situazione di semilegalità. Nel luglio 1918 cominciarono le persecuzioni degli SR di sinistra. All’inizio del 1919 nelle difficili condizioni della guerra civile, quando i principali avversari del potere comunista diventarono i generali bianchi, che pure perseguitavano i socialisti, per considerazioni tattiche i bolscevichi permisero l’esistenza legale dei gruppi socialisti che avevano dichiarato la loro lealtà al regime. Ma perfino nei brevi periodi di legalità formale i partiti socialisti erano sottoposti alla costante osservazione della Commissione Straordinaria Panrussa (VČK), che non cessava di arrestarne gli esponenti (per esempio nel 1919-1920 la VČK scoprì e liquidò 103 organizzazioni di SR di sinistra, arrestandone 1875 simpatizzanti). Alla fine della guerra civile le prigioni della Russia erano strapiene di anarchici e socialisti di diversi orientamenti, che erano stati arrestati a scopo preventivo (“fino alla fine della guerra”). Per portare aiuto ai detenuti politici nel dicembre 1917 nacque la Croce Rossa Politica. Dopo la fine della guerra civile (novembre 1920) la politica punitiva del potere sovietico verso i socialisti e gli anarchici non solo non fu mitigata, ma al contrario si inasprì. La nuova fase repressiva coincise con l’ondata di rivolte antibolsceviche e scioperi che scelsero le parole d’ordine dell’opposizione socialista: “potere ai Soviet, non ai partiti”, abolizione della dittatura monopartitica, cessazione della politica del “comunismo di guerra”. Nel novembre 1920 in Ucraina furono arrestati circa 350 anarchici, fra cui l’intera Segreteria della Confederazione delle organizzazioni anarchiche dell’Ucraina, “Nabat”. Dal marzo al giugno 1921 furono arrestati più di 2000 esponenti di partiti socialisti e di organizzazioni anarchiche. Nel giugno 1921 il VCIK della RSFSR approvò un decreto, secondo il quale la VČK poteva incarcerare per due anni socialisti e anarchici, esclusivamente in base all’appartenenza all’uno o all’altro partito, senza inviare il fascicolo in tribunale. In questo periodo la tattica adottata verso i partiti socialisti era la seguente: costringere all’emigrazione i loro leader, e spingere i militanti di base a rinunciare pubblicamente all’attività politica, in modo che i partiti si estinguessero da soli. Nel 1922 contro l’opposizione socialista indebolita dalle repressioni fu sferrato l’attacco decisivo. Oltre alle repressioni penali, si utilizzarono ampiamente l’espulsione all’estero dei leader socialisti, senza il diritto di rimpatrio, e il confino amministrativo in regioni remote del paese. Nei primi tre mesi del 1922 furono arrestati più di 400 SR di destra. Il 6 giugno 1922 si aprì il grandioso processo dimostrativo ai leader del partito degli SR di destra. Alla XII conferenza della RKP(b) (agosto 1922) fu approvata la risoluzione “sui partiti e le correnti antisovietiche”. Agli organi della GPU e all’apparato locale del partito si assegnava il compito di liquidare in breve tempo i partiti degli SR e dei menscevichi, intensificando le repressioni ed escludendo i socialisti dai Soviet, dai sindacati statali, dagli enti cooperativi. Fra l’estate e l’autunno del 1922 presso i comitati di governatorato della RKP(b) si formarono Commissioni per la lotta contro i partiti antisovietici. Nell’autunno 1922 seguirono arresti in massa di menscevichi, che segnarono la fine della RSDRP come organizzazione nazionale. Alla fine dell’anno i socialisti sul territorio della RSFSR e delle altre repubbliche sovietiche erano ormai definitivamente passati a una situazione di illegalità. Ma le sole repressioni contro i socialisti non davano risultati sufficienti. Nel 1922 la GPU propose l’idea di annientare definitivamente i partiti socialisti per mano dei loro stessi ex esponenti. Nel 1923-1924 si svolse una serie di conferenze e congressi, durante i quali ex SR di destra e membri della RSDRP approvarono risoluzioni che parlavano di “scioglimento spontaneo” di tali partiti e del “desiderio” dei loro iscritti di entrare nella RKP(b). La campagna per lo “scioglimento spontaneo” coinvolse per lo più socialisti da tempo allontanatisi dal lavoro di partito e perciò quasi non toccò la clandestinità socialista. Gli esponenti di quest’ultima venivano “rieducati” alle isole Solovki, dove dal 1923 funzionava il primo “isolatore politico”. Nel 1924 le repressioni ripresero con nuova violenza. Durante l’anno l’OGPU condusse 81 “operazioni” contro gruppi anarchici (266 arrestati); “liquidò” 14 organizzazioni mensceviche (540 arrestati) e 6 organizzazioni di SR di destra (152 arrestati). Negli anni Venti la polizia politica “tolse dalla circolazione” praticamente tutti i socialisti e gli anarchici attivi rimasti in libertà. Alcune migliaia di socialisti e anarchici divennero “ospiti” degli isolatori politici e dei luoghi di confino. Negli anni del “Grande terrore” (1937-1941) nelle carceri e nei lager fu giustiziato il 97-98% dei socialisti. Tutti quelli che sopravvissero fino al 1948 confluirono nella comune fiumana dei “ripetenti”, inviati al confino “perpetuo”.
Fonti:
G.P. Maximoff, The Guillotine at Work. Twenty years of Terror in Russia, Chicago, The Alexander Berkman Aid Fund, 1940. E.L. Olickaja, Moi vospominanija, v. 1: Moi memuary, v. 2: Zapiski vraga naroda, Frankfurt-na-Majne, Posev 1971. T.I. Til’ (D.M. Bacer), Social-demokratičeskoe dviženie molodëži 1920-ch gg., “Pamjat’. Istoričeskij sbornik”, n. 3, Pariž 1980, pp. 258-283; note di N. Berlin (A.B. Roginskij). Ja. Meerov, Iz vospominanij junosti, ibidem, pp. 120-142. B.A. Babina, Fevral’ 1922; Beseda s B.A. Babinoj, “Minuvšee. Istoričeskij al’manach”, v. 2, Pariž 1986, pp. 7-80, 367-391. M. Jansen, E.M. Timofeev i drugie členy CK PSR posle processa 1922 g., “Minuvšee. Istoričeskij al’manach”, v. 7, Pariž 1988, pp. 193-231. Soloveckie politskity. Spisok politzaključënnych, a cura di E. Žemkovoj, A. Roginskij, “Zven’ja”, n. 2, Moskva, Progress; Feniks; Atheneum 1991, pp. 252-287. M. Jansen, Sud bez suda 1922: pokazatel’nyj process socialistov-revoljucionerov, Moskva, Vozvraščenie 1993. Levye esery i VČK. Sbornik dokumentov, a cura di A.L. Litvin, Kazan’ 1996, pp. 233-508. Ssylka v 1920-e gody, a cura di S.A. Krasil’nikov, “Minuvšee. Istoričeskij al’manach”, v. 21, Sankt-Peterburg 1998, pp. 175-239. D.B. Pavlov, Bol’ševistskaja diktatura protiv socialistov i anarchistov. 1917 – seredina 1950-ch godov, Moskva 1999 (anche in http://www.russ.ru/krug/kniga/19990914-pr.html). Anarchisty. Dokumenty i materialy 1883-1935 gg., in 2 vv., v. 2: 1917-1935 gg., Moskva 1999. Partija socialistov-revoljucionerov. Dokumenty i materialy, v. 2, parte 2: Oktjabr’ 1917-1925, Moskva 2000. In Internet: Partijnye čistki i likvidacija poslednich političeskich partij v Odesse v 1919-1924 godach (po materialam ČK-OGPU), parti 1-3, http://www.paco.odessa.ua/odessa/media/porto-fr/2000/39/x39-4.htm. G.L. Olech, Krovnye uzy RKP(b) i ČK/GPU v pervoj polovine 1920-ch godov: mechanizm vzaimootnošenij, http://www.zaimka.ru/power/olekh3_p1.shtml.
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