Nikolaj Ivanovič EŽOV

Nato a Pietroburgo nel 1895 in una famiglia povera (il padre, operaio, aveva lasciato la famiglia e Ežov era stato cresciuto dalla madre, di nazionalità lituana), dopo aver frequentato la prima elementare, a dieci anni and? a lavorare come apprendista in un'officina meccanica, poi da un sarto. Per cinque anni lavor? in fabbrica a Kovno (oggi Kaunas, Lituania). Nel 1914 torn? a Pietrogrado, lavor? alle Officine Putilov, partecip? a scioperi e manifestazioni. Nel 1915-1917 fu sotto le armi come soldato semplice, poi come operaio specializzato nelle officine di artiglieria di Vitebsk. Qui, dopo la Rivoluzione di febbraio, Ežov si iscrisse alla RSDRP(b) e divenne segretario della locale cellula di partito. Dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi nel territorio della Bielorussia,? Ežov prest? servizio nell'Armata rossa (1919-1921).

Dal 1921 ha inizio la carriera di Ežov come funzionario di partito. Uomo dall'aspetto insignificante, ma accurato ed efficiente, divenne un apparatčik ideale. Dal 1921 al 1927 lavor? in provincia, nei comitati di partito di Kazan', Marijnsk, Semipalatinsk e dekka Kirgisia.? Nel 1927 fu trasferito a Mosca nell'apparato del Comitato centrale della VKP(b), dove Ežov lavor? per nove anni, passando da istruttore a responsabile della Sezione organi dirigenziali del partito. Nel periodo più critico della collettivizzazione (1929-1930) Ežov fu nominato vicecommissario del popolo all'Agricoltura per il coordinamento dell'attività degli organi di partito e dello Stato.

La vertiginosa ascesa di Ežov cominci? nel 1934: al XVII congresso della VKP(b) fu eletto membro del CC della VKP(b), e già al primo Plenum divenne membro dell'ufficio organizzativo del CC e vicepresidente della Commissione di controllo del partito. Dopo l'assassinio di Kirov,? nel febbraio del 1935, Ežov divenne presidente la Commissione di controllo del partito, e contemporaneamente fu eletto segretario del CC al posto di Kirov. Inoltre per incarico personale di Stalin Ežov cominci? a occuparsi dell'istruttoria dei processi criminali a carico dei dirigenti ed esponenti dell'opposizione di partito. Svolse un ruolo chiave nell'organizzare il processo a Zinov'ev e Kamenev, partecip? personalmente agli interrogatori degli imputati particolarmente ostinati, incarnando davanti a loro la volontà del partito. Dopo la felice conclusione del processo (agosto 1936) Stalin decise di designare Ežov come capo degli organi della sicurezza dello Stato. Pur mantenendo le sue cariche nella gerarchia del partito, alla fine di settembre del 1936 Ežov fu nominato Commissario del popolo agli Affari interni, al posto di G.G. Jagoda.

I due anni e poco più in cui Ežov occup? la carica di commissario del popolo sono passati alla storia come epoca del "Grande terrore". Le repressioni assunsero proporzioni senza precedenti anche per la sanguinosa storia del XX secolo: gli arrestati furono più di un milione e mezzo, più di mezzo milione di persone furono fucilate; decine di migliaia di sentenze di morte furono firmate personalmente da Ežov, in quanto membro delle cosiddette "dvojki", di cui faceva parte insieme al Procuratore generale dell'URSS A.Ja. VyŠinskij. Il popolo chiam? questo periodo "ežovŠčina", bench? il nuovo commissario del popolo fosse solo un accurato esecutore della volontà della dirigenza del partito e di quella personale di Stalin. In riconoscimento dei suoi "meriti" nell'attuare il Grande terrore, nel gennaio 1937 Ežov ricevette il titolo di Commissario Generale della sicurezza dello Stato, e nel luglio successivo la massima onorificenza dello Stato, l'Ordine di Lenin, mentre nell'ottobre 1937 egli raggiunse il culmine della sua carriera politica, diventando candidato al Politbjuro del CC della VKP(b). I mezzi d'informazione sovietici stavano creando il culto del "commissario di ferro", che spietatamente sterminava i nemici del potere sovietico. Uno dei simboli dell'epoca divenne un manifesto raffigurante il "guanto di ferro" (ežovye rukavicy) che schiacciava una serpe insanguinata.

Nell'aprile 1938 Ežov fu nominato anche commissario del popolo al Trasporto fluviale dell'URSS. Formalmente era un ampliamento dei suoi poteri, ma in realtà Stalin stava già preparando la sua rimozione dai vertici degli organi della sicurezza dello Stato, per scaricare su Ežov la responsabilità delle repressioni. Nell'autunno 1938, quando primo vicecommissario agli Interni fu nominato il dirigente del partito comunista georgiano L.P. Berija, čekista di professione, cominciarono a poco a poco a venire sostituiti e arrestati i collaboratori di Ežov nell'NKVD: prima di novembre era stato arrestato anche il suo segretario personale, accusato di aver preparato un attentato a Stalin, mentre la moglie di Ežov era morta in circostanze misteriose. Il 17 novembre 1938 il Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo V.M. Molotov e Stalin firmarono una risoluzione congiunta di Sovnarkom e CC, dove tutta l'attività dell'NKVD nel periodo del Grande terrore era definita "eccesso". Una settimana dopo, il 23 novembre, Ežov indirizz? a Stalin una lettera con la richiesta di sollevarlo dall'incarico di commissario del popolo agli Affari Interni, a causa degli errori da lui commessi. Solo dopo due settimane fu annunciata la sua destituzione e la nomina di Berija al suo posto.

Formalmente Ežov diresse il commissariato del popolo al Trasporto fluviale per altri quattro mesi e fece anche qualche apparizione in pubblico, ma intorno al suo nome era già cominciata la congiura del silenzio. Ex officio Ežov presenzi? al XVIII Congresso del partito (marzo 1939), ma non fu delegato e non rientr? nel Comitato centrale eletto dal Congresso. Il 9 aprile 1939 fu pubblicata una comunicazione sullo scioglimento del commissariato del popolo diretto da Ežov. Il giorno seguente Ežov fu arrestato in segreto e accusato di preparare un attentato alla vita di Stalin. Durante l'istruttoria Ežov rimase nel carcere segreto dell'NKVD di Suchanovo, nei pressi di Mosca, che lui stesso aveva creato. Il 4 febbraio 1940 in una seduta a porte chiuse del Collegio Militare della Corte Suprema dell'URSS fu condannato alla pena di morte e fucilato dopo due giorni.

Per circa vent'anni in URSS fu vietato pronunciare il nome di Ežov. Al XX e XXII Congresso del PCUS ChruŠčëv dichiar? Ežov principale complice dei crimini staliniani degli anni '30. La figlia adottiva di Ežov, che trascorse molti anni in orfanotrofi, chiese più volte (negli anni '80 e '90) la riabilitazione del patrigno, che per? le è stata sempre negata.

Fonti:

G. Citrinjak, Rasstrel'noe delo Ežova. Štrichi k portretu palača, "Literaturnaja gazeta", 1992, 12 febbraio.

O.V. Chlevnjuk, 1937: Stalin, NKVD i sovetskoe obŠčestvo, Moskva 1992.

V.F. Nekraskov, Trinadcat' železnych narkomov, Moskva 1995.

N. Petrov, K. Skorkin, Kto rukovodil NKVD. 1934-1941, Moskva 1999, p. 184-186.

Internet:

(Biografia) http://www.hronos.km.ru/biograf/ezhov.html

(Scheda biografica) http://www.memo.ru/history/NKVD/BIOGR/czeka159.htm