Le accuse alle ONG di partecipazione all’attività politica cancellano i diritti costituzionali dei cittadini
Assecondando in modo palese le indicazioni del Cremlino, il Ministero della Giustizia ha accusato l’associazione in difesa dei diritti degli elettori “GOLOS” e altre organizzazioni di aver evitato di registrarsi come “agente straniero”.
Si è già detto molto del fatto che tale legge sia anticostituzionale e che il suo obiettivo sia l’effettiva chiusura di tutte le organizzazioni non governative indipendenti. L’attacco a “GOLOS”, così come quello al fondo “Centro di sostegno delle iniziative sociali di Kostroma” e al “Comitato delle madri dei soldati” di Kostroma, è una parte inscindibile dell’ondata di persecuzioni in atto contro centinaia di ONG, sottoposte a ispezioni degradanti e immotivate.
La portavoce del Ministero della Giustizia Tat’jana Vagina ha recentemente dichiarato che anche il monitoraggio delle elezioni è da considerarsi un’attività politica.
Le autorità cercano chiaramente di annullare qualsiasi sforzo extrapartitico di controllo civile sulle elezioni e di vendicarsi crudelmente per l’ampia campagna di monitoraggio che, grazie all’entusiasmo e all’altruismo di decine di migliaia di attivisti civili, ha permesso nell’autunno del 2011 di creare un autentico sistema di controllo civile, consentendo così lo smascheramento di brogli su vasta scala.
Consideriamo assurda l’asserzione secondo cui un’organizzazione a capo della lotta per avere giuste elezioni in Russia agisca negli interessi di governi stranieri e risulti essere un agente straniero.
Siamo categoricamente contrari all’idea che il controllo pubblico sulle azioni dei politici, dei partiti e del potere sia un’attività politica.
Le organizzazioni di difesa dei diritti, comprese quelle rappresentate dai membri del Consiglio di difesa dei diritti, per il loro stesso status sancito dal diritto internazionale, influenzano l’opinione pubblica, i funzionari e i deputati allo scopo di garantire una rigorosa osservanza dei diritti e delle libertà dell’uomo e del cittadino.
Parimenti non fa parte della politica il rafforzamento della comprensione tra i popoli e gli Stati, il chiarimento delle posizioni di chi partecipa alle relazioni internazionali. Tale attività è invece un dovere civile di ciascun cittadino e di ogni reale organizzazione sociale. Dichiariamo che continueremo tale attività in qualunque modo venga qualificata dai funzionari.
La Costituzione della Federazione Russa, formalmente ancora in vigore, garantisce a ogni cittadino e ai raggruppamenti del nostro Paese il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero su ciò che avviene e il diritto di rivolgersi agli organi governativi.
Interpretare tali azioni come politica denota una limitazione illegittima dei diritti dell’uomo.
Esprimiamo la nostra solidarietà all’associazione “GOLOS”, al “Centro di sostegno delle iniziative sociali di Kostroma” e al “Comitato delle madri dei soldati” di Kostroma.
Esigiamo che le autorità mettano in pratica le raccomandazioni contenute nella risoluzione del Consiglio per i diritti dell’uomo dell’ONU del 21 marzo 2013 “La tutela dei difensori dei diritti umani” e interrompano le discriminazioni nei confronti delle organizzazioni non governative russe e le relative pressioni a esse rivolte.
Dichiariamo che a qualunque condizione cercheremo di appoggiare lo sviluppo di un controllo cittadino sul potere e di formare un’opinione pubblica a favore dei principi democratici e delle libertà fondamentali.
Ljudmila Alekseeva, Presidente del gruppo Helsinki di Mosca
Valerij Borščev, membro del gruppo Helsinki di Mosca
Jurij Vdovin, “Controllo cittadino”, membro del Consiglio di difesa dei diritti di San Pietroburgo
Svetlana Gannuškina, Comitato di beneficienza “Assistenza civile”
Sergej Kovalev, Commissione Sociale per lo studio dell’eredità di A.D. Sacharov
Oleg Orlov, membro del Consiglio del Centro di difesa “Memorial”
Lev Ponomarev, Movimento “Per i diritti dell’uomo”
17 aprile 2013
Traduzione di Giulia De Florio ed Elena Freda Piredda