LA CORTE SUPREMA RUSSA IMPONE AL TRIBUNALE DI MOSCA DI ESAMINARE L’ISTANZA DI MEMORIAL
Il 21 aprile 2010 la Corte Suprema della Federazione Russa ha annullato la sentenza del 28 dicembre 2009, con cui il Tribunale di Mosca respingeva il ricorso dell’Associazione Memorial contro le decisioni della Commissione Interministeriale per la tutela del segreto di Stato. In violazione alla Legge “Sul segreto di Stato”, nel 2004 tale Commissione aveva segretato la sentenza della Procura militare centrale (GVP) che chiudeva l’inchiesta penale sul “Caso Katyn”, e nel 2009 aveva rifiutato di annullare la propria decisione. Accogliendo invece il ricorso, la Corte Suprema ha ora stabilito di rinviare al Tribunale di Mosca l’esame dell’istanza di Memorial che contesta le azioni illegali della Commissione Interministeriale.
Memorial considera la declassificazione della sentenza della GVP sul caso Katyn come un primo passo verso la declassificazione di tutti i materiali dell’inchiesta sul massacro di Katyn, iniziata nel 1990 e chiusa nel 2004.
Rivolgendosi al Presidente D.A. Medvedev, in occasione del 70° anniversario della risoluzione del Politbjuro del 5 marzo 1940 sulla fucilazione dei prigionieri di guerra polacchi e dei detenuti delle carceri, l’Associazione Memorial definiva la declassificazione dei materiali dell’inchiesta su questo crimine come uno dei tre passi fondamentali che potranno consentire di giungere a una soluzione giuridica del caso Katyn. Gli altri due passi sono la ripresa delle indagini interrotte e il riconoscimento di tutti i fucilati come vittime di repressioni politiche, in conformità alla vigente Legge russa “Sulla riabilitazione delle vittime di repressioni politiche”. La riapertura dell’inchiesta è necessaria per la definizione processuale di un elenco di tutte le vittime (prigionieri di guerra e carcerati fucilati) e di tutti i responsabili (la GVP non ha ancora riconosciuto colpevoli né Stalin e i membri del Politbjuro che decisero la fucilazione dei prigionieri di guerra polacchi, né gli esecutori di quell’ordine criminale, a parte alcuni dirigenti dell’NKVD), e anche per una esatta e completa definizione giuridica del “crimine di Katyn”, in conformità alle norme del diritto russo e internazionale.