Bulat Okudžava. Vita e destino di un poeta con la chitarra
di Giulia De Florio
SquiLibri edizioni, 2018
Poeta, scrittore e autore di testi per il cinema e il teatro, Bulat Šalvovič Okudžava è conosciuto e amato in patria soprattutto come il padre della canzone d’autore russa, colui che per primo, in quella sterminata nazione di poeti, ha riportato la poesia alla sua originaria forma musicale, con esiti straordinariamente felici.
Le sue liriche si snodano lungo trame sottili che, alla semplicità di temi universali come l’amore e la guerra, annodano una fitta rete di rimandi e allusioni, stemperando in una dolente e malinconica ironia una materia biografica altrimenti incandescente perché lacerata da ferite e disillusioni patite innanzi tutto sulla propria pelle. Storie minime, a volte persino banali, affidate a melodie altrettanto semplici ma irresistibili, conferiscono alle sue canzoni un’eccezionale forza espressiva, elevandole al rango di capolavori da collocare di diritto nel pantheon mondiale della canzone d’autore, accanto a quelle di autori come Brassens, Ferré o Atahualpa Yupanqui.
La prima monografia italiana su un’icona della cultura russa e tra le espressioni artistiche più originali del Novecento, con scritti di Sergio Secondiano Sacchi e Alessio Lega, le fotografie di Roberto Coggiola e, nel cd allegato, l’inedito concerto che Okudžava tenne al Teatro Ariston di Sanremo nel 1985, quando per la caparbietà e lungimiranza di Amilcare Rambaldi gli venne assegnato il Premio Tenco.
Il volume nasce in contemporanea al cd-book di Alessio Lega, Nella corte dell’Arbat. Le canzoni di Bulat Okudžava e l’uno e l’altro saranno presentati, in antemprima nazionale, a Sanremo, il 19 ottobre, alle ore 15,30, presso la sede del Club Tenco, all’interno della 42 Rassegna sulla canzone d’autore.