Due figure di spicco dell’opposizione bielorussa, Marija Kolesnikova e Maksim Znak, sono stati condannati rispettivamente a 11 e 10 anni di carcere. La procura bielorussa aveva inizialmente chiesto 12 anni di prigione per entrambi, accusati di propaganda contro la sicurezza nazionale, cospirazione per la presa del potere statale con mezzi non costituzionali e creazione e direzione di un gruppo estremista.
Dopo le proteste iniziate ad agosto 2020 e l’esilio forzato di Veronika Tsepkalo e Svetlana Tichanovskaja, Kolesnikova era stata l’unica delle tre donne leader dell’opposizione a restare in Bielorussia. Il 7 settembre 2020, però, la donna era stata prelevata non lontano dalla sua abitazione, a Minsk, e trasferita verso il confine con l’Ucraina con l’intento di essere espulsa dal paese. Invece di subire il suo destino, l’attivista ha strappato il proprio passaporto rendendo così impossibile l’uscita dal paese ed è stata per questo arrestata.
Dall’8 settembre 2020 Marija Kolesnikova si trova in carcere, ma solo il 13 maggio sono state presentate le accuse contro di lei e Maksim Znak, avvocato e membro del Consiglio di Coordinamento.
Il 6 settembre, i due attivisti sono stati condannati, dopo un processo iniziato i primi di agosto e tenutosi a porte chiuse.
Per saperne di più sulla vicenda di Marija Kolesnikova e Maksim Znak, potete leggere l’articolo di Anna Bardazzi su East Journal.