Il progetto Поддержка политзаключённых. Мемориал (Sostegno ai prigionieri politici Memorial), promosso dal Centro per la difesa dei diritti umani Memorial è stato dichiarato “agente straniero”.
Oggi, 24 gennaio 2025, il ministero della giustizia della Federazione russa ha inserito il progetto Sostegno ai prigionieri politici Memorial nel cosiddetto registro degli agenti stranieri. Ricordiamo che gli “agenti stranieri” sono sottoposti a limitazioni di ordine finanziario e contabile, non hanno accesso a cariche politiche o incarichi pubblici e devono far precedere qualunque pubblicazione, anche un post sui social network, da una precisa formulazione che denuncia lo status di “agente straniero”. Questo significa che il lavoro portato avanti dal gruppo di persone che si occupano del progetto è stato notato e ritenuto poco gradito dalle autorità della Federazione russa.
“Il progetto Sostegno ai prigionieri politici Memorial ha partecipato alla diffusione di notizie e materiali prodotti da agenti stranieri presso un numero illimitato di persone, ha diffuso informazioni false relative alle decisioni prese dalle autorità statali della Federazione russa e alle politiche da esse perseguite. Collabora con un’associazione iscritta nel registro degli agenti stranieri”: questa la formulazione ufficiale pubblicata oggi sul sito del Ministero della giustizia.
I collaboratori del progetto dichiarano che il nuovo status giuridico non costituirà un ostacolo al proseguimento delle loro attività in difesa e sostegno dei prigionieri politici in Russia.
“Non accettiamo che alla nostra organizzazione sia attribuito lo status di agente straniero: con le nostre attività in favore dei diritti umani difendiamo in primo luogo gli interessi di tutti quei cittadini russi che desiderano vedere il nostro paese libero e felice”.
In ricordo di Eduard Kuznecov (1939-2024).
Il 22 dicembre 2024 è mancato Eduard Kuznecov, scrittore e giornalista dissidente. “Scrivo solo per conservare il mio volto. Il campo di concentramento è un ambiente orribile, umiliante, è la consapevole creazione di condizioni tali che l’uomo, ricacciato di continuo nell’angolo, comincia a dubitare dell’utilità di ubbidire alla propria verità e si convince che esiste solo la verità della biologia, l’adattamento”. Eduard Kuznecov nasce a Mosca nel 1939. Nel 1961 è arrestato per la prima volta e condannato a sette anni di reclusione per propaganda antisovietica. Nel 1970 è processato per avere tentato, insieme a un gruppo di ebrei russi dissidenti, di dirottare un aereo verso Israele e condannato alla pena di morte. Grazie alla pressione dell’opinione pubblica internazionale la pena è poi commutata in quindici anni di reclusione in un campo di lavoro a regime speciale in Mordovia. All’inizio degli anni Settanta i suoi diari, usciti clandestinamente dalla Russia, vengono pubblicati in Occidente. Nel 1979 è rilasciato ed emigra in Israele. Tra 1983 e 1990 collabora con Radio Liberty. Nel 1992 è tra i fondatori del quotidiano in lingua russa ‘Vesti’. Nelle pagine dei suoi diari, fatti uscire clandestinamente dal campo di lavoro e miracolosamente giunti nelle mani di Andrej Sacharov, Eduard Kuznecov descrive le degradanti condizioni di vita dei prigionieri e riflette lucidamente sui mali che minano il sistema giudiziario sovietico e i meccanismi di coercizione che regolano uno stato totalitario.