Personalizza il consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente e svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consenso riportata di seguito.

I cookie categorizzati come "Necessari" vengono memorizzati sul tuo browser poiché sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivo

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

L’ultima sfida di Zelensky: diventare un leader diverso

Appare indurito, invecchiato, affaticato. Porta il peso di una nazione che affronta una minaccia esistenziale. È stato abilissimo, è ancora popolare, è determinato e impara in fretta. Ma ora è fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse e il rimpasto di governo è legato al bisogno di un apparato diverso. Perché dietro di lui, scalpitano Yermak e Zalužnyj.

(di Julia Kazdobina, Senior Fellow nel programma di studi sulla sicurezza del Consiglio di Politica Estera “Ukrainian Prism” a Kyiv, e Andreas Umland, analista presso il Centro di Studi sull’Europa Orientale di Stoccolma dell’Istituto svedese di Affari internazionali)


03 ottobre 2024 
ore 09:57


Appare indurito, invecchiato, affaticato. Porta il peso di una nazione che affronta una minaccia esistenziale. È stato abilissimo, è ancora popolare, è determinato e impara in fretta. Ma ora è fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse e il rimpasto di governo è legato al bisogno di un apparato diverso. Perché dietro di lui, scalpitano Jermak e Zalužnyj.


Volodymyr Zelens'kyj / Volodymyr Zelensky
Volodymyr Zelensky
(fonte: The Presidential Office of Ukraine; CC BY 4.0, nessuna modifica)


Nell’aprile 2019, l’imprenditore, attore e showman Volodymyr Zelens’kyj è stato eletto sesto Presidente dell’Ucraina con poco meno del 75% dei voti. Quando è entrato in carica il 20 maggio 2019, lo ha fatto con il numero di voti più alto mai ottenuto da un candidato presidenziale ucraino nelle elezioni. All’età di 41 anni, Zelens’kyj era anche di gran lunga il capo di stato più giovane e dinamico nella storia dell’Ucraina, un fattore decisivo nel suo successo elettorale.


Nell’autunno 2024, Zelens’kyj appare invecchiato. Le sue espressioni facciali e i suoi gesti hanno perso la leggerezza di un tempo. Contrariamente a quanto accadeva prima del 2022, il presidente quasi non fa battute. Il suo sorriso è diventato più rigido. Zelens’kyj non sta solo soffrendo per la guerra, come tutti gli ucraini.


L’ex showman porta il peso di guidare una nazione che sta affrontando una minaccia esistenziale. Dal 2022, i portavoce della Russia hanno chiaramente ribadito di rifiutare gli ucraini come comunità culturale indipendente e come stato-nazione. Le enormi risorse del più grande stato al mondo in quanto a territorio sono state utilizzate per due anni e mezzo per raggiungere questo obiettivo. In questo contesto, Zelens’kyj deve prendere ogni settimana decisioni moralmente difficili e spesso impopolari. Il suo compito principale, oggi, è convincere gli alleati dell’Ucraina a non abbandonarla e a fornirle armi e denaro sufficienti.


Ex-collaboratori lo descrivono come una persona che impara in fretta, con una mente curiosa e in grado di prendere decisioni velocemente. Nonostante tutti i cambiamenti, Zelens’kyj trasmette una determinazione incrollabile, proprio come il primo giorno di guerra. Oggi, tuttavia, appare più impassibile e serio rispetto all’inizio del suo mandato. Nel 2019, nel suo discorso inaugurale in parlamento, ha detto: “Nei prossimi cinque anni farò di tutto, cari ucraini, per impedirvi di piangere. Oggi è in questione la mera sopravvivenza.


Il potere di Zelens’kyj è legittimo?


Il mandato di Zelens’kyj come presidente è scaduto dopo cinque anni nel maggio 2024. Tuttavia, la legislazione ucraina, come quella di altri paesi, esclude che si possano tenere elezioni politiche quando il paese è in guerra. Un sondaggio a livello nazionale di febbraio 2024, quando sarebbe dovuta iniziare la campagna elettorale, ha rilevato che il 67% degli intervistati si opponeva alle elezioni presidenziali durante la guerra. Il 49% non voleva “assolutamente” le elezioni, mentre il 18% era “piuttosto contrario” a votare.


I sondaggi mostrano l’apprezzamento degli ucraini per il loro presidente per la sua resistenza all’aggressione russa e i suoi sforzi per sostenere l’Ucraina a livello internazionale. Tuttavia, la popolarità di Zelens’kyj, che ha avuto un’impennata nella primavera del 2022, è di nuovo molto più bassa negli ultimi due anni. In un sondaggio alla fine di maggio 2024, il 56% ha valutato positivamente il lavoro di Zelens’kyj come presidente, mentre il 37% ha espresso un disaccordo totale o parziale sul suo operato. Circa la metà degli ucraini critica anche il fatto che il presidente non abbia mantenuto tutte le sue promesse elettorali. Molti ritengono che le cause di questo siano alcune persone corrotte o incompetenti del suo team. Altri attribuiscono il fallimento all’invasione russa su vasta scala a partire dal 2022 (31%), all’inesperienza di Zelens’kyj (27%) e all’influenza degli oligarchi (26%).


Il comunicatore


In quanto ex intrattenitore, Zelens’kyj ha dimostrato di essere un eccellente comunicatore sia per il suo paese che all’interno di esso, specialmente durante il primo anno dell’invasione su larga scala iniziata il 24 febbraio 2022. A partire da quel momento, Zelens’kyj ha utilizzato i social media più attivamente rispetto al passato per comunicare direttamente con il suo popolo e con l’estero. L’opzione di fuggire dall’Ucraina non è mai stata presa in considerazione. Al contrario, il presidente e il suo team si sono mostrati in un video di fronte alla sede del governo a Kyiv, un chiaro messaggio di essere intenzionati a restare. In Ucraina, la comunicazione video quasi quotidiana del capo dello stato crea un senso di unità e di solidarietà tra l’élite politica e la popolazione in generale.


Le apparizioni di Zelens’kyj sulla scena internazionale e le sue visite ai parlamenti di molti Paesi sono diventate leggendarie. Sono pochi i suoi discorsi considerati deboli in termini di efficacia retorica e politica. Curiosamente, anche se Zelens’kyj è di origine ebraica sia da parte di madre sia di padre e gran parte della sua famiglia è stata sterminata nell’Olocausto, forse il discorso in Israele davanti alla Knesseth nel marzo 2022 è considerato la sua peggiore performance nei suoi viaggi all’estero.


Mentre Zelens’kyj continua ancora oggi a comunicare con successo con le opinioni pubbliche all’estero, le sue pratiche comunicative nel suo stesso paese sono state oggetto di crescenti critiche a partire dal 2023. I giornalisti ucraini lo accusano di parlare di più con i media stranieri che con quelli ucraini e di evitare argomenti difficili come la mobilitazione militare o la sicurezza energetica. Il principale quotidiano ucraino, Ukrainska Pravda, ha ricevuto una risposta ostile da parte del presidente durante la sua ultima conferenza stampa del 27 agosto a causa di una domanda sul suo entourage.


È stato anche accusato di maquillage politico in Ucraina in relazione all’ultimo ampio rimpasto di governo effettuato all’inizio di settembre 2024. Zelens’kyj ha parlato di rinnovamento e ha sottolineato: “è importante che le istituzioni governative ora lavorino il più attivamente possibile, ancor più di prima. A tutti i livelli.” Tuttavia, i nuovi ministri non sono volti nuovi. La maggior parte di loro ha ricoperto in precedenza posizioni di alto livello nel governo, nell’amministrazione presidenziale o in quelle regionali. Alcuni ministri rimossi dal governo sono passati all’ufficio presidenziale, guadagnando influenza politica invece di perderla. Tali discrepanze tra retorica e pratica alimentano la sfiducia.


Zelens’kyj e il suo ambiente


In un libro recentemente pubblicato sull’ex comandante capo delle forze armate ucraine, Valerij Zalužnyj, intitolato Il Generale di Ferro, il suo consigliere per le comunicazioni strategiche, Liudmyla Dolhanovska, descrive la carriera militare di Zalužnyj. Secondo Dolhanovska, Zalužnyj comunicava poco con i media ucraini durante il suo comando per evitare conflitti con il presidente, che aveva nominato il relativamente giovane maggior generale comandante in capo nel 2021. L’ufficio presidenziale monitora costantemente i sondaggi e vuole assicurarsi che non vi sia concorrenza politica per il presidente in carica. Tuttavia, la popolarità di Zalužnyj è cresciuta rapidamente dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, nonostante il suo basso profilo mediatico. Questo, secondo molti, è stato il motivo per cui Zalužnyj è stato rimosso dal comando nel febbraio 2024 e inviato a Londra come ambasciatore dell’Ucraina.


Secondo alcune teorie giornalistiche, l’ex ministro degli Esteri Dmytro Kuleba aveva sviluppato una propria immagine popolare durante il suo mandato dal 2020 al 2024. Kuleba aveva ottenuto troppa visibilità, motivo per cui è stato sostituito. Tuttavia, tende a godere di un riconoscimento particolarmente elevato all’estero piuttosto che in patria e, a differenza di Zalužnyj, non è una figura particolarmente popolare all’interno dell’Ucraina. È più un intellettuale pubblico che un potenziale tribuno del popolo. Dopo quattro anni e mezzo come ministro degli esteri, Kuleba ha anche completato il secondo mandato più lungo in questa funzione statale (è superato solo dall’ex ministro degli esteri Pavlo Klimkin, che ha ricoperto l’incarico per poco più di cinque anni, dal 2014 al 2019).


La nuova leadership del paese


Dopo l’ascesa al potere nel 2019, Zelens’kyj ha goduto di una posizione particolarmente solida, dal momento che è stato il primo presidente dell’Ucraina il cui partito ha ottenuto anche la maggioranza assoluta nel parlamento unicamerale ucraino, la Verchovna Rada (Consiglio Supremo). Questo inizialmente ha permesso a Zelens’kyj di ignorare l’opposizione. Tuttavia, il gruppo parlamentare del partito presidenziale “Servitori del Popolo” si è successivamente disgregato. Dall’introduzione della legge marziale nel 2022 non sono state possibili nuove elezioni. Pertanto, come i suoi predecessori, Zelens’kyj è ora costretto a cercare maggioranze per le leggi attraverso alleanze congiunturali tra gruppi parlamentari.


La figura più controversa oggi nella cerchia di Zelens’kyj è Andrij Jermak, capo dell’ufficio presidenziale dal febbraio 2020. Nel corso degli anni, la leadership ucraina ha affrontato crescenti critiche secondo cui Jermak starebbe concentrando il potere nelle sue mani, almeno secondo la percezione di molti giornalisti e commentatori.  Jermak sostiene di fare solo ciò che il presidente gli dice di fare, e Zelens’kyj ha confermato questa affermazione. Tuttavia, in Ucraina si sta diffondendo la sensazione che un funzionario non eletto sia diventato il presidente-ombra del paese.


La grande riorganizzazione governativa di settembre 2024 viene anche interpretata come un consolidamento del controllo di Jermak sugli organi di potere. Il giornalista investigativo Jurij Nikolov ha scritto riguardo all’ultimo rimpasto di governo: “Oggi nessuno si chiede per quali interessi lavori una persona [ovvero, di quale oligarca], chi nomina chi o chi controlla i flussi [di denaro]. Ora si discute solamente sul livello di lealtà a Jermak.” Alcuni, tuttavia, potrebbero ritenere che la riduzione dell’influenza dei magnati dell’economia in competizione tra loro, dovuta alla concentrazione del potere, sia uno sviluppo positivo.


In alcuni casi, l’esperienza professionale non sembra influire sulle nomine. Ad esempio, il diplomatico ed ex funzionario dell’ufficio presidenziale Mykola Točyc’kyj è stato nominato Ministro della Cultura e delle Comunicazioni Strategiche, nonostante la sua poca esperienza nel settore culturale. Vitalij Koval’, che è passato dal Fondo di Proprietà Statale a capo del Ministero dell’Agricoltura, ha acquisito almeno un po’ di esperienza nel settore agricolo in quanto è stato a capo per cinque anni di una società agricola attiva nel commercio di cereali.


La destituzione del capo della compagnia energetica statale Ukrenergo, Volodymyr Kudryc’kyj, è probabilmente la decisione più controversa delle ultime settimane. Kudryc’kyj è considerato un esperto competente che ha costruito un’azienda statale trasparente e ha lavorato efficacemente con i partner occidentali. La domanda ora è se il suo successore sarà in grado di essere all’altezza.


D’altra parte, alcuni dei nuovi ministri nominati a settembre sono stati elogiati dalla stampa ucraina per le loro capacità organizzative. Tra questi ci sono Herman Smetanin, ex capo della compagnia statale di armamenti Ukroboronprom, nominato Ministro per lo Sviluppo delle Industrie Strategiche. Oleksij Kuleba (nessuna parentela con Dmytro Kuleba), ex vicecapo del Dipartimento presidenziale per la politica regionale, ha una buona reputazione, ed è stato nominato Ministro per lo Sviluppo Municipale, dei Territori e delle Infrastrutture.


Iryna Vereščuk è passata da Vice Primo Ministro e Ministro per la Reintegrazione dei Territori Occupati all’Ufficio del Presidente in qualità di responsabile per le questioni sociali. È una delle poche funzionarie del governo ucraino con esperienza rilevante nella politica locale. Dal 2010 al 2015, Vereščuk è stata sindaco della sua città natale, Rava-Ruska, al confine tra Ucraina e Polonia.


Olha Stefanišyna, Vice Primo Ministro per l’Integrazione Europea, ben nota anche in Occidente, è ora anche Ministro della Giustizia. Ciò non solo ha aumentato il potere di Stefanišyna, ma le ha anche dato la capacità di promuovere l’adesione dell’Ucraina all’UE attraverso il suo ministero. Ciò che è positivo in questo sviluppo è che due importanti politiche ucraine, Vereščuk e Stefanišyna, sono riuscite a superare il rimpasto di governo dal punto di vista politico e hanno rafforzato le loro posizioni.


Conclusione


La guerra ha indurito Zelens’kyj, come si può facilmente vedere dal suo volto e dal suo linguaggio del corpo. Le abilità acquisite di Zelens’kyj nella sua carriera di star televisiva sono state utili quando si è trattato di raccogliere il sostegno internazionale e di incoraggiare la resistenza ucraina. Tuttavia, ora che la lotta difensiva è diventata una guerra di logoramento, è necessario un tipo diverso di leadership. È fondamentale trovare un modo sostenibile di mobilitare e gestire le risorse. Per questo, Zelens’kyj ha bisogno di un apparato diverso rispetto a tre anni fa. Se il recente cambio di leadership riuscirà o meno a rispondere a questa sfida è una domanda cruciale per l’Ucraina.


Zelens’kyj stesso deve anche diventare un leader diverso rispetto a quello che era all’inizio della guerra. La maggioranza della popolazione lo sostiene ancora a causa della sua indiscutibile risolutezza e costante visibilità. Tuttavia, stanno crescendo i dubbi sul fatto che Zelens’kyj sia la scelta giusta come capo di stato per il prolungato scontro con la Russia; uno scetticismo che si esprime, tra l’altro, nell’elevata popolarità del generale Zalužnyj. Finora, la capacità di Zelens’kyj di imparare e adattarsi lo ha aiutato molto. Forse questo gli permetterà anche di continuare a ricoprire al meglio il suo nuovo ruolo di leader di guerra.

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Bari, 24 marzo-4 aprile 2025. Mostra “Vivere senza menzogna. Solženicyn”.

Dal 24 marzo al 4 aprile Bari ospita la mostra Vivere senza menzogna. Aleksandr Isaevič Solženicyn, promossa dal Centro interculturale Ponte ad Oriente e dal Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro in collaborazione con l’associazione Russia Cristiana. L’esposizione è allestita presso il Centro polifunzionale studenti (ex Poste) in piazza Cesare Battisti 1 ed è visitabile gratuitamente previa prenotazione per gruppi numerosi e percorso guidato. Per maggiori informazioni: A Bari la Mostra “Vivere senza menzogna – Aleksandr Solženicyn”: un viaggio tra libertà e verità. Composta da tre sezioni e trenta pannelli, la mostra ripercorre la vita e il pensiero di Aleksandr Solženicyn, scrittore e premio Nobel per la letteratura nel 1970. Attraverso il suo Arcipelago Gulag Solženicyn racconta il sistema dei campi di lavoro sovietici e denuncia la violenza, l’oppressione dei regimi totalitari e la menzogna che svuota l’uomo della sua libertà. Il percorso espositivo si propone come strumento educativo e di riflessione, capace di stimolare nei visitatori la consapevolezza sulla necessità della verità e della responsabilità individuale, ponendo l’accento sulla lotta dell’uomo contro ogni forma di oppressione e di disumanizzazione.

Leggi

Aleksandr Skobov. L’ultima dichiarazione del 21 marzo 2025.

Il 21 marzo 2025 il Tribunale militare del 1° distretto occidentale di San Pietroburgo ha condannato il dissidente Aleksandr Skobov, 67 anni, a 16 anni di carcere e 300.000 rubli di multa. Skobov, che è stato perseguito penalmente per la prima volta in epoca sovietica, è stato incriminato in base agli articoli sulla partecipazione alle attività di un’organizzazione terroristica (per la sua collaborazione con il Forum Russia Libera) e sulla giustificazione del terrorismo (a causa dei suoi post e delle sue pubblicazioni). Mediazona pubblica l’ultima dichiarazione di Skobov che anche in tribunale non smette di sostenere apertamente l’Ucraina e di definire procuratori e giudici complici dei crimini di guerra di Putin. Presentiamo il testo in traduzione italiana. Ricordiamo che l’ultima dichiarazione – poslednee slovo – è il discorso che, secondo il sistema giudiziario della Federazione Russa, le imputate e gli imputati hanno il diritto di pronunciare prima che sia emessa la sentenza. Con il progetto 30 ottobre / Proteggi le mie parole abbiamo avuto modo di diffondere in italiano alcune di queste dichiarazioni. Sono testi sinceri, forti, coraggiosi, pronunciati da esponenti dell’intera società russa: giornaliste e giornalisti, studenti, artisti, attiviste e attivisti, ma anche uomini e donne comuni, tutte vittime del regime. Foto di copertina: Mediazona. Non mi soffermerò sul fatto che l’organizzazione di cui ho l’onore di far parte – il Forum Russia Libera – è stata bollata come terroristica da chi ha svolto le indagini, nonostante nessun organismo statale si sia ancora pronunciato in questo senso. Ragion per cui al momento resta soltanto un’organizzazione “non grata”. Certi sofismi nemmeno mi interessano, cercando come cerco di parlare di cose essenziali. E l’essenziale, qui, è la piattaforma del Forum Russia Libera, a cui ho contribuito in prima persona e che distingue il Forum da gran parte delle altre organizzazioni all’opposizione. Una piattaforma che, lo ricordo, può essere riassunta in tre punti. Primo: pretendiamo la restituzione incondizionata all’Ucraina di tutti i territori che la comunità internazionale ha riconosciuto come suoi e che la Russia ha occupato, ivi compresa la Crimea; sissignori: Крим це Україна, la Crimea è Ucraina. Secondo. Sosteniamo tutti coloro che si battono per raggiungere questi obiettivi. Compresi i cittadini della Federazione Russa che si sono uniti volontariamente alle Forze Armate ucraine. Terzo. Ammettiamo qualsiasi forma di guerra contro la tirannia di Putin all’interno della Russia, compresa la lotta armata. Siamo ovviamente e profondamente disgustati dai metodi dell’ISIS, quando a essere prese di mira sono persone innocenti, come nel caso dell’attacco al Crocus City Hall. I propagandisti di guerra del Cremlino, invece, sono o non sono obiettivi legittimi? Il Forum Russia Libera non ha discusso nello specifico la questione né ha sottoscritto alcuna risoluzione in merito; dunque, quella che esprimerò è solo la mia opinione personale. Sono convinto che i guerrafondai come, per esempio, il presentatore televisivo Vladimir Solov’ëv, meritino lo stesso trattamento che si meritò a suo tempo il suo analogo hitleriano Julius Streicher, impiccato dal Tribunale di Norimberga. Finché questi reietti del genere umano non finiranno anche loro di fronte a un nuovo Tribunale di Norimberga, finché la guerra continuerà, sono da ritenersi obiettivi legittimi delle operazioni militari in corso. Il paragone tra i fautori della propaganda di Putin e quelli di Hitler non è per me un espediente retorico. Gran parte dei miei scritti pubblicistici è dedicata a dimostrare che il regime di Putin è un regime nazista, con il quale, per principio, non è possibile pensare a una coesistenza pacifica. Ho fatto e faccio appello innanzitutto all’Europa, esortandola a ricordare le origini dell’attuale sistema europeo. Dal 1945 l’Europa si è adoperata a costruire un mondo in cui ai predatori non fosse più permesso di essere padroni, un mondo basato sul diritto, la giustizia, la libertà e i valori dell’umanesimo. L’Europa aveva fatto grandi passi in questa direzione e sembrava essersi liberata per sempre dagli stermini di massa e dalla spartizione dei confini. L’Europa si era ormai abituata a pensare che questo suo mondo sicuro e prospero fosse adeguatamente protetto da un alleato forte e potente al di là dell’oceano. Oggi, invece, questo suo mondo viene sbriciolato da entrambi i lati da due criminali: il Cremlino e Washington. Anche negli Stati Uniti hanno preso il potere individui con un sistema di valori filofascista. Stiamo assistendo a un tentativo disgustoso di collusione di stampo prettamente imperialista fra due predatori. Una collusione ancora più spregevole degli accordi di Monaco del 1938. Se le annessioni di Putin saranno legalizzate, sarà un disastro per la civiltà. Europa, sei stata tradita, svegliati e vai a combattere per il tuo mondo! Morte agli invasori fascisti russi! Morte a Putin, nuovo Hitler, assassino e criminale! Gloria all’Ucraina! Gloria ai suoi eroi! Queste sono le parole con cui di solito concludo i miei discorsi. Fra poco mi verrà chiesto se mi dichiaro colpevole delle accuse. No, sono io che accuso, qui dentro. E accuso Putin e la sua cricca: puzzate di cadaveri e siete voi ad avere ordito, scatenato e condotto questa guerra di aggressione. Vi accuso dei crimini di guerra commessi in Ucraina. Del terrore politico instaurato in Russia. Di avere rovinato, profanato il mio popolo. E una cosa voglio chiedere ai servi del regime di Putin qui presenti, ai piccoli ingranaggi della sua macchina repressiva: vi dichiarate, voi, colpevoli di complicità nei crimini di Putin? Vi pentite di essere suoi complici? Ho finito.

Leggi

Macerata, 26 marzo 2025. Una testimonianza al femminile sull’universo del GULag e sugli orrori del totalitarismo sovietico.

Mi ricordo il nostro primo pasto. Ricevemmo della minestra bol­lente e ci infilammo da qualche parte per mangiarla. Fummo subito circondate dagli uomini: emaciati, sporchi da far paura dopo aver lavorato in miniera. Una mangiava e decine di occhi la fissavano. Bisognava vederli, quegli occhi: voraci, da lupi. I volti emaciati e que­gli occhi che letteralmente ti divoravano. Davano l’impressione di essere disperati, pronti a strapparci quello che avevamo in mano. Se scostavi qualcosa, una lisca o qualche altra cosa, la afferravano im­mediatamente. Succedeva, specie in quei primi giorni, che rimanesse qualcosa di non commestibile, qualche briciola: la prendevano subi­to. E alla fine leccavano le stoviglie ormai vuote. Era uno spettacolo tremendo. Una non ci aveva ancora fatto l’abitudine. Ti procurava un dolore fisico, assistervi. Mercoledì 26 marzo 2025 alle 17:30 presso la libreria Feltrinelli di Macerata (corso della Repubblica 4/6) si tiene la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, compreso nella collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia per Edizioni Guerini. L’ingresso è libero. Intervengono le nostre Barbara Grzywacz e Giuseppina Larocca con Luca Bernardini e Marco Severini.

Leggi