Apprendiamo dal Centro per la difesa dei diritti umani Memorial che Oleg Orlov è stato trasferito dal centro di detenzione preventiva di Syzran’ verso destinazione ignota.
Oggi, 29 luglio 2024, l’avvocato di Orlov ha raggiunto il centro di detenzione preventiva SIZO-2 di Syrzan’, nel quale il copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial era detenuto, per fargli visita e sul posto gli è stato comunicato che Orlov “non è presente”.
I funzionari del centro di detenzione si sono rifiutati di fornire spiegazioni in merito a data, luogo e motivazione del trasferimento e, per fornire informazioni, hanno richiesto domanda scritta.
Il 25 luglio all’avvocato era stato comunicato che dopo il processo di appello i materiali del processo non erano ancora stati consegnati al tribunale di prima istanza. Il fatto sembrava indicare che il trasferimento in colonia penale non sarebbe avvenuto a breve.
Ricordiamo che Oleg Orlov è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione per vilipendio reiterato dell’esercito. L’11 aprile è stato improvvisamente trasferito da Mosca a Samara e quindi al carcere SIZO-2 di Syzran’ nella regione di Samara. L’11 luglio il Mosgorsud, Tribunale municipale di Mosca, ha confermato la sentenza di condanna.
Ucraina. Assedio alla democrazia. Alle radici della guerra.
Ucraina. Assedio alla democrazia. Alle radici della guerra. A cura di Memorial Italia con il coordinamento di Marcello Flores (Corriere della Sera, 2022). «Come studiosi della storia e della cultura della Russia, dell’Ucraina e dell’Unione Sovietica, riteniamo che il nostro compito, in questo drammatico momento, sia quello di aiutare a comprendere le cause di questa vera e propria guerra di conquista, per fondare la cronaca nella storia e capire le dinamiche del presente alla luce di un passato che spesso si ignora o si dimentica» Dal momento in cui l’esercito di Vladimir Putin ha iniziato la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina si sono formulati frequenti giudizi che hanno contribuito a rendere più difficile capire le radici del conflitto. Si sono diffusi luoghi comuni, prodotti dal pregiudizio o dalla scarsa conoscenza dei fatti. Questo libro, frutto del lavoro collettivo di studiosi attivi da anni sul terreno della violazione dei diritti umani, della manipolazione della storia, della cancellazione della memoria nella Russia postsovietica, intende fare luce su alcune “idee sbagliate”, con il supporto di una serie di approfondimenti sulla storia di Russia e Ucraina dal 1991 a oggi. Come si è costruita la nazione ucraina nell’ambito di quanto è successo nelle repubbliche ex sovietiche, qual è la sua funzione rispetto al progetto di Putin, cosa si intende per “promessa infranta” quando si parla del ruolo della Nato: capire chi sono gli attori in gioco e qual è il loro ruolo in questa sanguinosa partita significa orientarsi con più sicurezza nel mare contraddittorio dell’opinione pubblica. Come pure andare a fondo nella “guerra di memoria” in atto da anni nella Russia putiniana vuol dire intendere meglio il senso delle esternazioni del suo presidente, a partire dall’uso della parola “genocidio”. Idee e motivi di propaganda penetrati profondamente in patria tramite la repressione del dissenso e la diffusione con ogni mezzo di una narrazione della storia selettiva e funzionale a un disegno autocratico e neoimperiale, di cui l’associazione Memorial fa da tempo le spese e che l’attacco all’Ucraina ha messo sotto gli occhi attoniti del mondo intero, interrogandoci tutti. Contributi di Simone Attilio Bellezza, Alexis Berelowitch, Marco Buttino, Riccardo Mario Cucciolla, Gabriele Della Morte, Carolina de Stefano, Marcello Flores, Francesca Gori, Andrea Gullotta, Niccolò Pianciola.