Dichiarazione di Memorial Italia

Il 4 giugno 2024 Aleksej Naval'nyj avrebbe compiuto 48 anni.

Oggi, 4 giugno, Aleksej Naval’nyj avrebbe compiuto 48 anni. Lo scorso 16 febbraio le autorità russe hanno comunicato la notizia della sua morte senza tuttavia permettere che un’indagine indipendente potesse accertarne le reali circostanze. Pur potendo rimanere all’estero e sapendo che sarebbe andato incontro all’arresto, Naval’nyj aveva deciso di tornare in Russia per mostrare con l’esempio che non bisogna avere paura di lottare contro la repressione putiniana.

In questa data ci preme sottolineare che in Russia, Belarus’ e Ucraina moltissime donne e moltissimi uomini continuano a impegnarsi nella battaglia per la democratizzazione del proprio paese e resistono con coraggio al consolidamento dell’autocrazia.

In Belarus’ l’associazione Viasna. Human rights in Belarus continua a fornire assistenza alle famiglie dei prigionieri e delle prigioniere politiche del regime di Aljaksandr Lukašėnka. Nel dicembre 2021 il tribunale di Minsk ha condannato a diciotto anni di reclusione Sjarhej Cichanoŭskij (Sergej Tichanovskij), giornalista a capo di un movimento di opposizione che era riuscito a mettere in seria difficoltà la dittatura bielorussa. Il testimone è stato raccolto dalla moglie Sviatlana, fuggita dalla Belarus’.

Anche se non ci sono statistiche ufficiali, decine di migliaia di ucraine e ucraini sono stati arrestati nei territori occupati dalle truppe di Mosca dove si tenta di reprimere con la violenza la resistenza attiva e passiva dei territori che non vogliono essere annessi alla Russia putiniana.

In Russia la situazione non è meno difficile. Dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina più di ventimila persone sono state colpite da forme più o meno lievi di repressione, tra loro anche alcuni attivisti di Memorial. In migliaia si trovano in carceri e colonie penali.

Riportiamo di seguito alcuni stralci di lettere di prigioniere e prigionieri politici detenuti in Russia che raccontano cosa significa trascorrere il giorno del proprio compleanno, e qualunque festa, in prigione.

Ringraziamo gli amici e le amiche di Letters of Freedom che, insieme a tante altre persone e organizzazioni, permettono di avere uno scambio fondamentale con chi si trova ingiustamente dietro le sbarre.

Nel ricordare il sacrificio di Aleksej Naval’nyj vogliamo ribadire che l’impegno di ucraini, bielorussi e russi in difesa della democrazia ha bisogno del nostro supporto e desideriamo esortare l’intera società civile italiana a far sentire concretamente il proprio sostegno in favore di questa lotta di libertà.

Vladimir Domnin (58 anni)

Fa freddo qui, siamo a – 20, e intorno a Capodanno siamo finiti anche a -30.

La neve sembra non avere fine. Ma c’è poco da meravigliarsi, dato che qua vicino ci sono Vologda e Velikij Ustjug, la “patria” di Nonno Gelo.

Il giorno del mio compleanno mi hanno dato due ore di visita con mia moglie e i bambini. Hanno fatto entrare anche un amico che non vedevo da 13 anni. E dal 22 dicembre avevo avuto altri tre giorni per stare con moglie e figli. Insomma, è stato un mese pieno di felicità.

Ora sto aspettando il trasferimento all’ospedale regionale: ci starò un mese a curarmi. Il cuore fa i capricci.


Bulat Machmutov (31 anni)

Wa alaikum As-Salam, Ivan!

Che sorpresa e che gioia quando ho visto una tua cartolina! E gli auguri religiosi, pieni di buon senso, mi hanno dato una forza persino maggiore.

La mia religione non mi consente di festeggiare i compleanni, perciò non mi aspetto mai auguri. Ma quelli che ho ricevuto per iscritto li ho comunque molto graditi!

Il mio augurio è che, vedendo come ti ricordi dei fratelli tra le sbarre e come hai cura di loro, Allah ti ricompensi aiutandoti nel tuo lavoro e nei tuoi desideri!

Le tue parole e la tua gentilezza hanno alleggerito il mio animo. È una gioia sapere che ci sono dei fratelli che nemmeno conosco che si preoccupano per me.


Vsevolod Kulikov (19 anni)

Sono molto contento di ricevere le Sue lettere e cartoline. È stato molto bello riceverle qui, in questa mia umile dimora.

Grazie mille per gli auguri di compleanno. Scaldano il cuore, lettere simili!


Valerij Golubkin (71 anni)

Aleksej, ancora grazie per i raggi di umanità che mi ha inviato e che squarciano il buio della mia vita di recluso. Alcune persone compassionevoli si sono persino ricordate del mio imminente compleanno (anche se non è consuetudine fare gli auguri in anticipo).

Tutto questo aiuta a rafforzare la speranza che arriverà il momento in cui noi studiosi perseguitati potremmo scrollarci di dosso i ceppi, e chi è andato all’estero potrà tornare in patria, felice.


Andrej Edigarev (61 anni)

Per quanto io non festeggi più feste e compleanni dal febbraio 2022, le Sue righe sincere, oltre che poetiche, sono d’ispirazione e mi rafforzano a mantenermi fermo nelle mie idee, nei miei principi e nella mia posizione, che è saldissima e che è lottare per la pace e l’amicizia tra i popoli non solo in Europa, ma nel mondo intero! 


Andrej Pivovarov (42 anni)

Carissimo,

è un grande piacere ricevere tutti questi auguri da parte di amici vecchi e nuovi. Mi dispiace non poter rispondere a tutti quanti, che qui mi danno poco tempo, ma ho letto tutto e a tutti ho mandato nella mia testa un saluto “caloroso”, da questa Carelia già decisamente fredda!

Non mi perdo d’animo, come sono certo che farà anche lei: il sole sorgerà presto, lo so.

Grazie mille, davvero! Andrej


El’dar Kantimirov (43 anni)

Carissima N., salve!

Sono El’dar Kantimirov. Oggi, 10 luglio, giorno del mio compleanno, ho ricevuto la sua meravigliosa cartolina e una mail di mia moglie. Da tempo nemmeno consideravo più questa data, ma ora c’è gente che mi scrive, mi fa gli auguri, si preoccupa per me. Sia come sia, è una gran bella sensazione! Le sono davvero molto grato per la sua premura e le sue parole di sostegno! Che Dio le conceda salute, prosperità e tutto il meglio!


Vasilij Kuksov (35 anni)

Ragazzi, grazie che non vi scordate di me e mi sostenete anche da lontano!

Grazie anche per gli auguri di compleanno! Ho ricevuto la vostra lettera il 20 maggio: è arrivata giusto in tempo. 

Qua tutto come al solito, tutto normale. 

Grazie ancora per la vostra premura. E auguro anche a voi forza e salute!


Dmitrij Sergeev (30 anni)

Grazie per gli auguri. Mi ha fatto tanto piacere riceverli. Grazie.

Grazie di cuore per tutti tutti gli auguri…

Compiere gli anni in un posto come questo, francamente, non è una gran festa.

È un giorno come gli altri…


Ksenija Fadeeva (32 anni)

Salve!

Oggi mi hanno consegnato una montagna di biglietti d’auguri per Natale, Capodanno e compleanno. Grazie mille a tutti quelli che mi hanno scritto! Per quello che ho capito, li hanno scritti in Armenia delle persone compassionevoli in una serata apposita. In ogni caso, la maggior parte viene da lì.


Nikolaj Jur’ev (44 anni)

Anastasija, la ringrazio di cuore per gli auguri. Certo, le feste sono una bella cosa, ma qua non ce ne sono tante e non si notano nemmeno nel cibo.

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Il 9 novembre 1989 viene abbattuto il Muro di Berlino e nel 2005 il parlamento italiano istituisce il Giorno della Libertà nella ricorrenza di quella data, “simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”. Per l’occasione, l’assessorato alla Cultura del Comune di Pisa porta a Pisa la mostra GULag: storia e immagini dei lager di Stalin. La mostra, a cura di Memorial Italia, documenta la storia del sistema concentrazionario sovietico illustrata attraverso il materiale documentario e fotografico proveniente dagli archivi sovietici e descrive alcune delle principali “isole” di quello che dopo Aleksandr Solženicyn è ormai conosciuto come “arcipelago Gulag”: le isole Solovki, il cantiere del canale Mar Bianco-Mar Baltico (Belomorkanal), quello della ferrovia Bajkal-Amur, la zona mineraria di Vorkuta e la Kolyma, sterminata zona di lager e miniere d’oro e di stagno nell’estremo nordest dell’Unione Sovietica, dal clima rigidissimo, resa tristemente famosa dai racconti di Varlam Šalamov. Il materiale fotografico, “ufficiale”, scattato per documentare quella che per la propaganda sovietica era una grande opera di rieducazione attraverso il lavoro, mostra gli edifici in cui erano alloggiati i detenuti, la loro vita quotidiana e il loro lavoro. Alcuni pannelli sono dedicati a particolari aspetti della vita dei lager, come l’attività delle sezioni culturali e artistiche, la propaganda, il lavoro delle donne, mentre altri illustrano importanti momenti della storia sovietica come i grandi processi o la collettivizzazione. Non mancano una carta del sistema del GULag e dei grafici con i dati statistici. Una parte della mostra è dedicata alle storie di alcuni di quegli italiani che finirono schiacciati dalla macchina repressiva staliniana: soprattutto antifascisti che erano emigrati in Unione Sovietica negli anni Venti e Trenta per sfuggire alle persecuzioni politiche e per contribuire all’edificazione di una società più giusta. Durante il grande terrore del 1937-38 furono arrestati, condannati per spionaggio, sabotaggio o attività controrivoluzionaria: alcuni furono fucilati, altri scontarono lunghe pene nei lager. La mostra è allestita negli spazi della Biblioteca Comunale SMS Biblio a Pisa (via San Michele degli Scalzi 178) ed è visitabile da venerdì 8 novembre 2024, quando verrà inaugurata, alle ore 17:00, da un incontro pubblico cui partecipano Elena Dundovich (docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Pisa e socia di Memorial Italia), Ettore Cinnella (storico dell’Università di Pisa) e Marco Respinti (direttore del periodico online Bitter Winter). Introdotto dall’assessore alla cultura Filippo Bedini e moderato da Andrea Bartelloni, l’incontro, intitolato Muri di ieri e muri di oggi: dal gulag ai laogai, descriverà il percorso che dalla rievocazione del totalitarismo dell’Unione Sovietica giunge fino all’attualità dei campi di rieducazione ideologica nella Repubblica Popolare Cinese. La mostra resterà a Pisa fino al 28 novembre.

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