Sanzioni dell’Unione Europea contro inquirente, pubblico ministero e giudice del processo contro Oleg Orlov

Il Consiglio dell'Unione Europea istituisce un nuovo regime di sanzioni per gravi violazioni dei diritti umani in Russia.

Il 27 maggio il Consiglio dell’Unione Europea ha istituito un nuovo regime di sanzioni per gravi violazioni dei diritti umani in Russia. Nell’elenco sono compresi il Servizio penitenziario federale (FSIN) della Federazione Russa e venti persone tra le quali inquirenti, pubblici ministeri e giudici dei processi contro Aleksej Naval’nyj, Saša Skočilenko e Oleg Orlov.

Il nuovo quadro di misure restrittive intende colpire i responsabili di gravi violazioni o abusi dei diritti umani, della repressione della società civile e dell’opposizione democratica e di azioni che compromettono la democrazia e lo Stato di diritto in Russia.

Le autorità europee precisano che Il’ja Savčenko, in qualità di inquirente del Comitato investigativo della Federazione Russa, ha contribuito alla richiesta di rinvio a giudizio per la pubblicazione dell’articolo Volevano il fascismo in Russia e l’hanno ottenuto in cui Orlov esprimeva la propria opinione sull’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina. Savčenko ha stabilito che Orlov aveva pubblicato l’articolo spinto da “ostilità ideologica contro i valori spirituali, morali e patriottici russi tradizionali” e odio verso il gruppo sociale dei “militari russi”.

Olesja Vorob’eva, in qualità di pubblico ministero, ha chiesto la condanna di Orlov a due anni e undici mesi di reclusione, argomentando che l’articolo era motivato da “ostilità e odio ideologici”. 

Elena Astachova, in qualità di giudice presso il tribunale distrettuale Golovinskij di Mosca, ha condannato Oleg Orlov a due anni e sei mesi di reclusione in colonia penale a regime ordinario sulla base di accuse di matrice politica, per essersi espresso contro la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina. 

Inquirente, pubblico ministero e giudice si sono pertanto resi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in Russia in quanto hanno ignorato la libertà di opinione e di espressione, come indicato nella decisione del Consiglio.

Ricordiamo che il 29 maggio presso il tribunale Zamoskvoreckij di Mosca si è svolta la terza e ultima udienza per il ricorso presentato da Oleg Orlov contro la procedura di inserimento nel registro degli agenti stranieri, azione risalente al 2 febbraio, alla vigilia della sentenza di condanna a due anni e sei mesi di reclusione. La giudice Mar’ja Patyk non ha accolto il ricorso. Orlov rimane nel registro degli agenti stranieri.

L’udienza di appello si terrà il 7 giugno a Mosca.

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