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La detenzione illegale di civili ucraini da parte della Russia

Secondo le nostre ricerche, Mosca ha privato della libertà circa 7.000 civili ucraini. Abbiamo avuto conferma della presenza di circa 1.600 civili in luoghi di detenzione forzata. Molto probabilmente gli altri 5.400 si trovano nelle prigioni della Federazione Russa. Contro la maggior parte di loro non sono state mosse accuse, né sono stati avviati procedimenti penali.

(Foto di engin akyurt su Unsplash)


di Michail Savva, scienziato politico, presidente del consiglio direttivo dell’ONG “Gruppo di esperti Sova [Civetta]” di Kyiv. È inoltre membro del Consiglio di esperti presso il Centro per le libertà civili (Kyiv), la ONG insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2022. Savva è un cittadino della Federazione Russa che vive in Ucraina, dove ha ottenuto lo status di rifugiato politico. Traduzione di Tetyana Bezruchenko.


23 aprile 2024 
alle 11:07



Tra i tanti problemi che la giustizia internazionale e i difensori dei diritti umani affrontano a causa dell’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, c’è la detenzione illegale di moltissimi civili ucraini non combattenti. Nei territori occupati dell’Ucraina, le autorità della Federazione Russa hanno arrestato persone non coinvolte negli scontri armati e le hanno tenute prigioniere per lunghi periodi di tempo. Per esempio Evgenij Gurjanov, un mio vicino a Buča arrestato nel marzo 2022. Di professione meccanico, Evgenij aveva riparato automobili per oltre vent’anni e le sue mani erano sempre sporche di olio di motore. Poiché l’esercito della Federazione Russa lo sospettava di traffico d’armi, è stato portato in un centro di detenzione preventiva nella regione di Brjansk in Russia dove è rimasto per quasi due anni.




L’alto numero di civili detenuti


Secondo le ricerche che abbiamo condotto insieme ai miei colleghi presso il Centro per le libertà civili di Kyiv, dal febbraio 2022 la Federazione Russa ha privato della libertà circa 7.000 civili ucraini. Utilizzando molte fonti diverse, compresi alcuni dati inediti raccolti dal Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), abbiamo avuto conferma della presenza di circa 1.600 civili in luoghi di detenzione forzata. Molto probabilmente gli altri 5.400 si trovano nelle prigioni della Federazione Russa. 


Molti sono stati arrestati dalle forze di occupazione tra febbraio e marzo 2022 nelle oblast’ di Kyiv, Sumy, Černihiv, Charkiv e Cherson. Questi territori sono stati da tempo liberati dagli occupanti, ma i civili ucraini sono ancora prigionieri della Federazione Russa.


Tutti loro sono stati inseriti nel Registro unificato delle persone scomparse in circostanze particolari. Oggi il registro contiene informazioni su circa 14.000 civili scomparsi dal febbraio 2022. Oltre ai civili detenuti illegalmente, comprende persone che sono state uccise o rilasciate. Si tratta però di cifre approssimative, dato che le autorità della Federazione Russa si rifiutano di fornire informazioni sui detenuti e non permettono loro di ricevere visite.


Lo status dei civili detenuti


EContro la maggior parte dei civili detenuti non sono state mosse accuse, né sono stati avviati procedimenti penali. Certo, in rari casi la polizia militare della Federazione Russa può avere motivo di sospettare che un detenuto abbia partecipato alla resistenza. Ma tali sospetti sono privi di valore; la legge prevede infatti che siano confermati entro due anni. Inoltre, secondo il diritto internazionale umanitario, quando non si ha la certezza che un individuo è un combattente, bisogna considerarlo un civile.


La distinzione tra prigionieri di guerra e prigionieri civili è cruciale: i primi possono essere detenuti fino alla fine della guerra, i secondi devono essere rilasciati immediatamente.


Per imprigionare i civili ucraini, le autorità della Federazione Russa hanno messo a punto una procedura che risulta illegale in base alle sue stesse leggi. Gli ordini di carcerazione sono firmati dai capi dei dipartimenti regionali dell’FSB. Le stesse persone prorogano il periodo di detenzione ogni tre mesi.


Molti di loro sono consapevoli di trattenere i civili ucraini senza una decisione giudiziaria. Ciò viola tanto il diritto internazionale umanitario quanto la legislazione della Federazione Russa. Ma conoscere una legge, purtroppo, non significa applicarla. È probabile che in futuro le autorità della Federazione Russa utilizzeranno i civili detenuti per esercitare ulteriori pressioni sull’Ucraina.


Inoltre, la Federazione Russa priva i civili ucraini del diritto di comunicare con i parenti. Le Convenzioni di Ginevra e i loro protocolli aggiuntivi garantiscono ai detenuti il diritto di inviare lettere ai parenti e di incontrare i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). Obblighi che la Federazione Russa ignora.


È bene ricordare che il CICR dispone di poteri speciali per proteggere le vittime civili dei conflitti armati. Tuttavia, in questa guerra non è in condizione di esercitarli pienamente. Per esempio, non ha ancora accesso a tutti i centri di detenzione forzata e i suoi funzionari affermano che le autorità della Federazione Russa impediscono loro di incontrare gli ucraini detenuti.


Dove sono detenuti i civili ucraini?


I civili ucraini non combattenti sono detenuti in prigioni sia ufficiali che segrete, nei territori occupati e all’interno della Federazione Russa. Quelle ufficiali includono centri di detenzione preventiva, carceri e colonie penali. Secondo dati inediti del Quartier generale di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra ne esistono cinquantasette.


Sappiamo anche che i civili sono detenuti illegalmente in prigioni non ufficiali, come scantinati o magazzini. Per esempio, nella città occupata di Enerhodar alcuni dipendenti della centrale nucleare sono rinchiusi nel seminterrato della stazione di polizia dal luglio del 2023. Non c’è legge che tuteli le persone detenute in questo modo. Ufficialmente non esistono, e gli occupanti possono farne ciò che vogliono.


Civili torturati


La maggior parte dei civili ucraini detenuti è sottoposta a torture e maltrattamenti.


Secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, più del 91% dei civili intervistati dopo il loro ritorno a casa ha dichiarato di aver subito maltrattamenti, torture e violenze sessuali. Una volta rilasciati, molti civili ucraini denunciano l’alimentazione insufficiente e le difficoltà a ottenere cure mediche durante la prigionia. Per mancanza di assistenza medica adeguata negli ultimi due anni sono morti tre civili. Inoltre, essere reclusi a tempo indeterminato causa sofferenza psichica.


In violazione del diritto internazionale umanitario, i civili ucraini sono tenuti in celle chiuse ed è concessa loro solo un’ora d’aria al giorno; condizioni che portano al deterioramento della salute.


I diritti di queste persone continuano a essere violati anche dopo la detenzione. Nei rari casi in cui i civili ucraini vengono scarcerati – a noi ne risultano tredici – ciò avviene solo nei territori ucraini occupati, mai nella Federazione Russa. Oltretutto, l’FSB impedisce loro di lasciare la regione in cui si trovano. Tali limitazioni sono assolutamente illegali e chi le subisce non può essere considerato libero neanche dopo il rilascio.


Cosa può fare l’Occidente?


Il governo ucraino e i difensori dei diritti umani continuano a impegnarsi per il rilascio di tutti i civili.


I governi occidentali possono dare un enorme contributo con sanzioni mirate contro i funzionari dell’FSB e del Servizio penitenziario federale.


Gli sforzi ucraini uniti alle sanzioni occidentali “per privazione arbitraria della libertà” possono dare un apporto decisivo alla liberazione dei civili detenuti illegalmente dalla Federazione Russa.


Fonte : https://www.wilsoncenter.org/blog-post/russias-illegal-imprisonment-ukrainian-civilians-huge-problem

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