Dichiarazione dell'Associazione internazionale Memorial – 13 febbraio 2024

Dichiarazione dell'Associazione Internazionale Memorial sulle persecuzioni giudiziarie contro suoi membri.

In Russia si stanno moltiplicando le persecuzioni contro attivisti per i diritti umani e le libertà civili. In particolare, vengono colpiti membri e collaboratori di Memorial. Si tratta di un attacco contro singole persone, che devono affrontare la durezza del carcere e le assurdità del sistema giudiziario russo, ma anche contro Memorial, che, nelle sue varie articolazioni, ha sempre portato avanti idee e progetti che non corrispondono alla ideologia dell’attuale regime.

Pubblichiamo qui la traduzione italiana del comunicato rilasciato in proposito dall’Associazione Internazionale Memorial.

Dichiarazione dell’Associazione internazionale Memorial

13 febbraio 2024

Noi, membri dell’Associazione Internazionale Memorial, riteniamo necessario richiamare l’attenzione sui nuovi episodi di carattere giudiziario che hanno visto coinvolti alcuni nostri colleghi nelle ultime settimane.

Il 23 gennaio Bachrom Chamroev, attivista per i diritti umani ed ex membro del Centro per i diritti umani Memorial condannato a quasi 14 anni di reclusione, ha subito maltrattamenti fisici in carcere dopo avere tentato di presentare reclamo per le condizioni di vita dei detenuti ed è stato in seguito trasferito in cella di isolamento.

L’8 febbraio abbiamo appreso del nuovo processo contro Oleg Orlov, copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial. La prima udienza è prevista per il 16 febbraio. La precedente sentenza nei confronti di Orlov che prevedeva una multa per “vilipendio delle forze armate della Federazione Russa”, ma in realtà per il suo attivismo in difesa dei diritti umani e per le sue posizioni pacifiste, è stata annullata. Adesso a Orlov sono state ascritte circostanze aggravanti in termini di “ostilità ideologica rispetto ai valori tradizionali” e “odio nei confronti del personale militare della Federazione Russa”. Orlov rischia 3 anni di reclusione.

Prosegue l’assurdo procedimento penale per contrabbando contro i nostri colleghi di Perm’, uno dei quali, Aleksandr Černyšov, è in carcere ormai da 9 mesi. A gennaio, dopo una serie di interrogatori e perquisizioni nel 2023, sono stati convocati e interrogati ripetutamente anche altri colleghi.

Michail Kriger, attivista e membro di Memorial Podmoskov’e, è detenuto da novembre 2022, condannato a 7 anni di carcere con l’accusa di “giustificazione pubblica del terrorismo” e “incitamento all’odio”, ma in realtà per le sue convinzioni pacifiste.

Il 28 gennaio Jurij Dmitriev, 68 anni, direttore di Memorial Carelia, ha festeggiato il compleanno in carcere per la settima volta. Nel frattempo la condanna, fondata su accuse prive di fondamento, è passata da 2 e mezzo a 15 anni di reclusione. A gennaio la Corte europea dei diritti dell’uomo si è pronunciata sul caso Dmitriev e si è rivolta con un’interrogazione al governo della Federazione Russa.

Il 15 dicembre 2023 il ministero della giustizia della Federazione Russa ha iscritto Grigorij Švedov, collega di Memorial, nel registro degli “agenti stranieri”.

Infine il 2 febbraio il ministero della giustizia ha dichiarato “agenti stranieri” Michail Čimarov, Sergej Stepanov, Nikita Sokolov e Oleg Orlov, collaboratori di Memorial.

Tutti questi atti antigiuridici sono solo una piccola parte dell’ondata di repressioni politiche che ha sommerso la Russia dopo il 24 febbraio 2022. Ancora oggi il governo della Federazione Russa continua a vedere in Memorial una minaccia, così come, in generale, nel lavoro di conservazione della memoria storica e di difesa dei diritti umani.

Esprimiamo solidarietà ai nostri colleghi e chiediamo la sospensione dei procedimenti giudiziari intentati contro di loro.

***

Fra tutti questi perseguitati spicca la figura di Oleg Orlov, cofondatore di Memorial, attualmente copresidente del Centro per i diritti umani Memorial e membro del direttivo dell’Associazione Internazionale Memorial.

Il 16 febbraio 2024 presso il tribunale Golovinskij di Mosca si è tenuta la prima udienza del nuovo processo contro Oleg Orlov. A giugno erano già in corso le indagini relative all’accusa di “vilipendio reiterato” dell’esercito per l’articolo Volevano il fascismo in Russia e l’hanno ottenuto. Dopo numerose udienze, in cui Orlov ha smontato le tesi accusatorie, nel novembre 2023 il tribunale lo ha condannato a una multa di 150.000 rubli. Orlov non ha cessato di professare le sue idee.

È stato intentato contro di lui un nuovo processo, che gli contesta circostanze aggravanti.

Per comprendere la posizione di Orlov, il motivo della sua scelta di restare in Russia, malgrado la consapevolezza dei rischi che ciò avrebbe comportato, si può guardare l’intervista che realizzò la giornalista Katerina Gordeeva.

Per sostenere Orlov è stata lanciata una petizione, alla quale è ancora possibile aderire.


 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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Cagliari, 22 ottobre. “Belarus, poesia e diritti umani”.

Martedì 22 ottobre alle 18.00, presso l’Università degli Studi di Cagliari, Campus Aresu (aula 6), nell’ambito del ciclo di seminari Ucraina, Belarus, Russia: lottare e resistere per i diritti nell’Europa post-sovietica dedicato al tema della resistenza al regime di Putin e del suo alleato Lukašenka si svolge il seminario Belarus, poesia e diritti umani. Nell’occasione sarà presentato il volume Il mondo è finito e noi invece no. Antologia di poesia bielorussa del XXI secolo curato da Alessandro Achilli, Giulia De Florio, Maya Halavanava, Massimo Maurizio, Dmitry Strotsev per WriteUp Books. Intervengono Dmitry Strotsev (Pubblicare poesia bielorussa in emigrazione), Julia Cimafiejeva (Scrivere poesia bielorussa all’estero) e la nostra Giulia De Florio (Tradurre poesia bielorussa in Italia). Modera Alessandro Achilli. È possibile seguire l’incontro in diretta Zoom, utilizzando il link https://monash.zoom.us/j/81314970717?pwd=gAd5RXcOX6w2BE18DHkmfxO6xTDyRG.1.

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