Dichiarazione di Memorial sulla legge sugli "agenti stranieri"

Il 2 febbraio 2024 il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha inserito nel Registro degli agenti stranieri quattro membri di Memorial. Pubblichiamo il comunicato del Centro per i Diritti Umani Memorial in proposito.

Il 2 febbraio 2024 il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha inserito nel Registro degli agenti stranieri quattro membri di Memorial:

  • Oleg Orlov, copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani “Memorial”
  • Nikita Sokolov, storico, vice direttore della Fondazione Boris El’cin, uno degli ideatori del progetto Poslednij adres (Ultimo indirizzo);
  • Sergej Stepanov, giornalista
  • Michail Čimarov. attivista

Oltre a loro, nel registro sono stati iscritti anche Anton Kartavin, deputato indipendente di Novosibirsk, e Stanislav Kozlovskij, direttore di Wikimedia RU.

La motivazione per l’inserimento di Orlov nel registro è la seguente:

“Oleg Orlov ha fatto dichiarazioni “contrarie all’operazione militare speciale in Ucraina”, ha diffuso informazioni false sulle decisioni prese dalle autorità pubbliche e sulle loro politiche. Ha contribuito a realizzare comunicati e materiali di “agenti stranieri” destinati a un ampio pubblico, ed è membro di un’organizzazione inclusa nel registro di “agenti stranieri”.”

Il Centro per i Diritti Umani Memorial ha diffuso un comunicato in proposito che riportiamo qui in traduzione italiana.

Dichiarazione del Consiglio direttivo del Centro per la difesa dei diritti umani “Memorial”

Il 2 febbraio 2024 il Ministero della Giustizia della Federazione Russa ha iscritto nel registro dei cosiddetti “agenti stranieri” i nostri colleghi di “Memorial” Oleg Orlov, Michail Čimarov, Nikita Sokolov e Sergej Stepanov.

Oleg Orlov è copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani “Memorial”. Michail Čimarov è presidente della sezione di “Memorial” di Novgorod. Nikita Sokolov è uno storico e partecipa da molti anni alle iniziative di “Memorial”. Sergej Stepanov è un attivista della sede di “Memorial” di Tambov.

La stessa esistenza del registro degli “agenti stranieri” è contraria alla legge. L’inclusione di una qualunque persona nel registro lede la dignità umana e viola i principali diritti umani sanciti dalla Costituzione della Federazione Russa.

Il caso di Orlov, poi,  è particolare. Lo stigma di “agente straniero” rappresenta un modo di esercitare pressioni su di lui alla vigilia di un nuovo processo a suo carico per l’accusa di avere “ripetutamente offeso” l’esercito. Il Ministero della Giustizia della Russia viola la presunzione d’innocenza, in quanto l’inserimento nel registro degli “agenti” non può non influire sul giudice che dovrà valutare la causa penale. Il Ministero della Giustizia invece afferma apertamente: “Oleg Petrovič [Orlov] è stato inserito nel registro perché “si è espresso contro l’operazione militare speciale in Ucraina”.

L’inclusione di Oleg Orlov nel registro proprio in questo momento è servita alle autorità per mettere a tacere la sua voce nell’imminente processo. Nel primo processo Orlov e i suoi difensori hanno smontato pezzo per pezzo l’assurda accusa. Per tutta risposta, le autorità gli hanno mosso una nuova accusa e ora lo hanno anche definito “agente straniero”, e ogni citazione, ogni notizia che giungerà ai suoi concittadini sarà accompagnata dal disclaimer: “Oleg Orlov è un ‘agente straniero'”.

Il registro degli “agenti stranieri” dev’essere abolito, come anche la legislazione sugli “agenti stranieri”. L’illegale persecuzione giudiziaria di Oleg Orlov per la sua posizione contro la guerra deve cessare.

 

Il registro degli "agenti stranieri" va abolito.

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28 novembre 2024. Sergej Davidis inserito nella lista degli estremisti e terroristi.

Il 28 novembre 2024 Sergej Davidis, copresidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, è stato inserito nella “lista degli estremisti e dei terroristi” stilata da Rosfinmonitoring, agenzia federale russa per il monitoraggio delle operazioni finanziarie, con una postilla su un suo “coinvolgimento nel terrorismo”. Inoltre il 5 dicembre il tribunale Ljublinskij di Mosca ha ricevuto la documentazione relativa all’apertura di un procedimento amministrativo. La documentazione ha permesso di comprendere che nei confronti di Davidis è stata emessa una denuncia amministrativa per partecipazione alle attività di un’“organizzazione indesiderata”. Davidis ha anche ricevuto una comunicazione scritta con la quale gli è stato richiesto di presentarsi in procura per fornire spiegazioni e prendere conoscenza della possibilità di dover rispondere a responsabilità amministrativa. Come si evince dalla lettera, l’indagine della procura è legata a materiali di Radio Free Europe/Radio Liberty, indicata in Russia come organizzazione indesiderata. Sembra si faccia riferimento a interviste rilasciate da Sergej Davidis o a suoi commenti sui canali di Radio Free Europe. Con ogni probabilità il procedimento contro Davidis è legato alle sue attività: difendere i prigionieri politici, organizzare il sostegno e richiamare l’attenzione sulla loro situazione in Russia e nel mondo. Non si tratta del primo episodio di repressione nei confronti del copresidente del Centro Memorial nel 2024. A marzo il ministero della giustizia ha dichiarato Memorial “agente straniero”. Ad agosto il Roskomnadzor, servizio per la supervisione delle comunicazioni, della tecnologia dell’informazione e dei mass media della Federazione Russa, ha formalizzato un’accusa per violazione da parte di Davidis delle regole di marcatura in quanto “agente straniero”, indicando otto post apparsi sul suo canale Telegram. A settembre gli è stata comminata una multa di 30.000 rubli. Sergej Davidis ha dichiarato: “Non sono a conoscenza di motivi specifici per aprire nuovi procedimenti. E quale delle mie attività – la co-presidenza del Centro Memorial o la direzione del programma di sostegno ai prigionieri politici – ne sia la ragione. Ma non c’è dubbio che questi nuovi fatti sono un segno dell’attenzione dello Stato nei confronti del nostro lavoro. Ma noi, naturalmente, continueremo a lavorare.”

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