Bollettino della Russia che resiste, 4-10 giugno 2023

Notizie e fotografie raccolte e riportate da volontari di Memorial.

Azioni contro la guerra е repressioni, Russia, 04.06-10.06.2023

Le notizie riportate in questo Digest sono state raccolte е tradotte da volontari di Memorial

Voci dalle città

Questa settimana delle scritte contro la guerra sono state notate in diverse città della Russia: a Mosca e San Pietroburgo, nelle città della Baschiria, nelle regioni di Chabarovsk, Krasnodar, Vladimir, Murmansk, Leningrado, Amur e Voronež.

A Mosca: “Pace al mondo!” e “Tutti vogliono la pace!”

A San Pietroburgo: “Putin criminale di guerra”

In Baschiria:

“Questo condominio è stato distrutto dai missili russi.

L’esercito di Putin ogni giorno bombarda i civili ucraini.

Dobbiamo fermare tutto questo!

Kiev, Charkiv, Mariupol’, Odessa, Cherson, Mykolaïv, Borodjanka, Slov””jans’’k, Nikopol’, Zaporižžja”.

Continuano ad essere strappati gli annunci per l’’arruolamento volontario.

Foto da Mosca (dalla raccolta degli autori del Digest)

Manifestazioni e picchetti

A Tula un uomo ha tenuto un picchetto con il cartello “Io sono contro l’Operazione Militare Speciale”. Il canale filogovernativo “Tula. ĖkstremiZm” ha riferito che il tribunale ha multato il manifestante per 48 mila rubli (più di 500 euro, tre volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito.

Viktor Gilin ha manifestato presso la sede del governatore della regione di Perm’ con il cartello: “Sig. Machonin! Chiedo di mettere fine all’Operazione Militare Speciale!” Il pensionato è stato arrestato dalla polizia.

A Barnaul Sergej Čurkin ha manifestato con il cartello “Peace”, sul quale era disegnato il simbolo della pace (☮). L’attivista è stato arrestato.

Sabotaggi

Žanna Romanovskaja, funzionaria cinquantacinqueenne del Ministero per l’Architettura e l’Edilizia della regione di Vladimir, ha lanciato tre Molotov contro un commissariato militare. Le porte dell’edificio hanno preso fuoco, ma l’incendio è stato subito spento. La donna è stata arrestata sul posto.

Dopo che a Magnitogorsk ignoti avevano tentato di dare fuoco a un commissariato militare, il 4 giugno il tribunale ha disposto la custodia cautelare per due mesi per un sospettato, accusato anche di aver appiccato il fuoco a delle attrezzature ferroviarie dieci giorni prima.

Il Cremlino ha reso noto che  alcune frequenze radio sono state hackerate. Il 5 giugno, alcune radio delle regioni di Rostov, Belgorod e Voronež hanno trasmesso un falso “discorso di Putin” in cui si parlava di“invasione delle truppe ucraine”, “legge marziale”, piani per una “mobilitazione generale” e si suggeriva ai residenti dei territori di confine di “evacuare le zone per raggiungere la Russia centrale”.

L’FSB ha arrestato un residente del Territorio del Litorale (Siberia sud-orientale) per aver trasmesso all’Ucraina informazioni su delle strutture militari. È stato aperto un procedimento penale per alto tradimento. La TASS (agenzia di stampa ufficiale russa) ha riferito che l’uomo aveva raccolto informazioni sugli edifici delle forze dell’ordine e su alcune installazioni militari. Nella sua abitazione gli agenti dell’FSB hanno trovato delle Molotov.

Procedimenti amministrativi e penali

Gli ex-membri del movimento democratico “Vesna’’, contrario alla guerra, e un attivista non affiliato saranno trattenuti in custodia cautelare fino al 5 agosto. Rischiano il carcere, e uno di loro potrebbe essere condannato a 48 anni di detenzione, sommando i reati che gli vengono contestati. Come affermano i legali, le imputazioni si basano sui post pubblicati nel 2022 dagli attivisti di  “Vesna’’.

Contro l’attivista e insegnante di arte Dar’ja Sergeeva è stato avviato un procedimento penale per i suoi post su Instagram contro la guerra e per la manifestazione “Febbraio dura un anno’’. Il 24 febbraio 2023 la giovane donna aveva deposto presso un monumento dei garofani e un cartello con i ritratti di alcune vittime ucraine e la scritta: “Così tanti peccati non  possono essere lavati, le preghiere non bastano’’. Il 9 giugno l’abitazione dell’attivista è stata perquisita e Dar’ja ha subito un interrogatorio. In precedenza, era già stata multata per diffamazione dell’esercito perché aveva scritto sulla scheda elettorale: “No alla guerra, Putin va processato per avere preparato e scatenato la guerra’’.

A Konstantin Okunev, ex-deputato di Perm’ verrà notificato l’ottavo verbale dall’inizio della guerra per alcuni post su internet, in tre dei quali ha insultato Putin. In precedenza, Konstantin sui social aveva definito Putin “un bugiardo” e aveva discusso delle conseguenze del “putinismo” e della guerra.

Nell’ufficio di Anna Žil’cova, dipendente di “Rosaviacija” (l’Aagenzia federale per il trasporto aereo), era appeso dal 2022 un manifesto contro la guerra, visibile dai suoi colleghi. Nel maggio 2023 è stato scoperto durante un’ispezione antincendio. A giugno Žil’cova è stata multata per 100 mila rubli (circa 1100 euro, sei volte il salario minimo).

Il tribunale ha multato Artem Lozovoj per 30 mila rubli (circa 330 euro, due volte il salario minimo) per aver ripostato un video sui metodi usati dalla propaganda militare.

Roman Stel’mach è accusato di “diffamazione dell’esercito” per aver pubblicato su un account privato un’immagine dal cartone animato “DuckTales” con la scritta “No alla guerra!”.

La polizia cercava motivi per inasprire la condanna di Roman, che aveva tenuto un picchetto in difesa di Naval’nyj.

Vladislav Kraval’ è stato condannato a sei anni di colonia penale a regime ordinario per aver scritto “F***lo la guerra” su uno striscione con la lettera “Z” affisso sul Palazzo della cultura di Uchta (Repubblica dei Komi) e per aver lanciato un falso allarme incendio di un commissariato militare. Qualche tempo prima dei fatti l’uomo aveva letto il nome del figlio sulla lista dei mobilitati della Repubblica dei Komi.

Per una conversazione intrattenuta nella cucina del posto di guardia di un laboratorio per la produzione di armi in Kamčatka Aleksandr Mjalik è stato accusato di “diffamazione dell’esercito”. Mjalik si era espresso in modo netto contro il presidente e i suoi sostenitori in presenza di sette persone, tra cui sei suoi sottoposti, tiratori paramilitari. Tutti hanno testimoniato contro il comandante.

Un uomo di Astrachan’ è stato condannato a dieci mesi di libertà vigilata per aver strappato una bandiera russa.

Una donna di Kaluga è stata multata per 30 mila rubli (circa 350 euro, due volte il salario minimo) per diffamazione dell’esercito. A denunciarla è stato un aderente del partito filogovernativo Russia Unita. La donna aveva pubblicato delle immagini contro la guerra, aveva citato Michail Chodorkovskij e aveva scritto della situazione in Transnistria.

Un bielorusso, già condannato per aver lanciato nel cielo di Mosca una bandiera bianca e blu contro la guerra legata a dei palloncini, è nuovamente arrestato all’’uscita del centro di detenzione, con l’accusa  di propaganda di simboli nazisti.

Proteste online

Molti attivisti russi per i diritti umani hanno firmato il documento (pubblicato su Meduza) in sostegno dell’’iniziativa internazionale per la creazione di un tribunale internazionale speciale che indaghi sui crimini commessi dalla Russia in Ucraina.

Il 3 giugno un cittadino di Nižnij Novgorod ha condotto una diretta streaming in cui ha paragonato la Russia di oggi alla Germania degli anni ’30, criticando la società russa per l’assenza di proteste contro la guerra in Ucraina. Ha inoltre, pubblicato sulla sua pagina Instagram  foto delle città ucraine distrutte e immagini contro la guerra. Il 4 giugno i notiziari della città hanno pubblicato un video di “scuse”  dell’uomo, riferendo che prima di questo video l’uomo era stato fermato dalla polizia e che contro di lui sarebbe stato avviato un procedimento penale.

A maggio Vladimir Efimov, capo del partito Jabloko in Kamčatka, ha paragonato il cantante filoputiniano SHAMAN a un nazista della Gioventù hitleriana. Il 6 giugno Efimov è stato arrestato per “esposizione di simboli nazisti”.

Sergej Truš, ex deputato  di Blagoveščensk, ha pubblicato un video in cui il cantante SHAMAN veniva paragonato a un membro della Gioventù Hitleriana. A Truš hanno fatto una multa di 1500 rubli (17 euro, un decimo del salario minimo) per “esposizione di simboli nazisti”.

Rifiuto di prestare servizio

Nella regione di Tula un mobilitato disertore è stato processato pubblicamente davanti a 400 soldati. Dopo aver pronunciato la sentenza (5 anni di colonia penale), il presidente del tribunale ha “tenuto una conversazione” con gli altri militari sulla responsabilità penale per “i reati contro la disciplina militare”.

Nella regione di Brjansk un soldato di leva è scappato dalla sua unità con un mitra. È stato arrestato.

Cultura e arte

A maggio Elizaveta Stišova ha lanciato il film-documentario “Spasis’ i sochranis’” (“Mettiti in salvo”), che parla dei russi che in tempo di guerra cercano di fare il servizio civile alternativo.

A Irtkutsk, in occasione della giornata della città (3 giugno), è stato realizzato un “Albero della vita”, sul quale si potevano lasciare dei messaggi, scritti su nastri blu, azzurri e bianchi. L’’albero è stato ricoperto di slogan contro la guerra.

“Pace all’’Ucraina, libertà alla Russia”, “Libertà ai prigionieri politici”, “Un cielo di pace”.

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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