Nuovi attacchi a Memorial

Pressioni sui nostri colleghi di Ekaterinburg e Perm', il processo all'attivista di Memorial Michail Kriger, maltrattamenti nei confronti Jurij Dmitriev.
Negli ultimi giorni ci sono stati una serie di attacchi contro Memorial in Russia. In seguito un riassunto.
  • Il 13 marzo è iniziato il processo all’attivista di Memorial Michail Kriger, che rischia 7 anni di carcere per avere, secondo l’accusa, sostenuto il terrorismo. A questo link la traduzione della notizia, preparata da Valentina Bagozzi.
  • Una serie di perquisizioni, fermi e arresti hanno colpito tra l’11 e il 13 marzo attivisti di Memorial a Perm’ in relazione al trasferimento del proprio archivio. A questo link la traduzione della notizia, preparata da Giulia De Florio.
  • Sempre il 13 marzo, in seguito a una denuncia anonima Memorial Ekaterinburg, che è stato sfrattato dai propri uffici, è stato sottoposto a una verifica di polizia mentre trasferiva i propri documenti, compreso l’archivio, presso la nuova sede. Vi ricordo che il 23 giugno scorso Memorial Ekaterinburg è stato oggetto di una lunga perquisizione nei propri uffici, durante la quale i corpi speciali (OMON) hanno requisito una serie di documenti. A questo link la traduzione del breve comunicato di Memorial, tradotto da Luisa Doplicher.
  • Il 15 marzo l’agenzia di stampa TASS ha annunciato l’avvio di una procedura penale contro un non identificato membro di Memorial. La procedura è legata alla questione della presenza, nella banca dati delle vittime dello stalinismo di Memorial (che comprende 3 milioni e mezzo di biografie), di 19 biografie di collaboratori dei tedeschi durante l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. L’accusa di “riabilitazione del nazismo” parte dall’Associazione dei Veterani Russi. Memorial per adesso non ha commentato la notizia perché non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale. La buona notizia è che il presidente Jan Racinskij, che era stato additato come colpevole dai veterani la prima volta che la questione era stata sollevata (il 7 febbraio 2022), non ha avuto alcun fermo di polizia. Per adesso… La notizia in russo è disponibile a questo link.
  • È di oggi la notizia dell’ennesimo atto ostile nei confronti di Jurij Dmitriev nella colonia penale in Mordovia dove sconta la pena di 15 anni a causa di accuse totalmente infondate di pedofilia. Ai detenuti della colonia è consentito ricevere da casa solo 2 pacchi di 20 kg ciascuno. Quando gli si sono rotti gli occhiali, Dmitriev ha chiesto di poter riceverne un nuovo paio  tramite posta ordinaria. I direttori del carcere gli hanno imposto di utilizzare uno dei 2 slot per ricevere i pacchi da casa, in barba al regolamento carcerario che stabilisce che per beni di prima necessità venga usata la posta ordinaria. Essendo nel pieno di un ricorso e avendo necessità di leggere i documenti dello stesso, Dmitriev è stato costretto ad accettare di utilizzare lo slot, il che significa che potrà ricevere un solo altro pacco durante l’anno (ricordiamo che la ricezione dei pacchi nelle carceri russe è fondamentale per ricevere beni di prima necessità). Si tratta dell’ennesimo sopruso nei confronti di Dmitriev da quando è nella colonia penale. La notizia è disponibile a questo link.

 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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