Putin. Guerra a cura di Boris Nemcov, Il’ja Jašin, Ol’ga Šorina

In occasione dell'ottavo anniversario della morte di Boris Nemcov, pubblichiamo un brano della premessa e delle conclusioni del dossier realizzato per sua iniziativa sull'invasione russa in Ucraina del 2014.

Putin. Guerra a cura di Boris Nemcov, Il’ja Jašin, Ol’ga Šorina

La guerra della Russia contro l’Ucraina è iniziata già nel 2014, anche se molti preferivano chiamarla ‘ibrida’. La strategia usata all’epoca da Putin era quella di dissimulare lo scoppio di un vero e proprio conflitto e soprattutto di negare il coinvolgimento della Federazione Russa. Tuttavia, non tutti credettero a questa versione: Boris Nemcov, strenuo oppositore di Putin, riuscì a raccogliere materiali che provavano l’intervento russo in Ucraina, ma non poté pubblicarli, perché fu ucciso. I suoi collaboratori Il’ja Jašin e Ol’ga Šorina li utilizzarono per redigere un dossier la cui pubblicazione in Russia fu rifiutata da 14 editori. Una traduzione in inglese è disponibile nel sito di Free Russia Foundation. Il video con la presentazione del dossier da parte di Il’ja Jašin è disponibile coi sottotitoli in italiano realizzati da Anastasia Komarova nel canale YouTube di Memorial Italia.

Il dossier è stato tradotto in italiano da Milly Berrone e sarà pubblicato prossimamente. In occasione dell’ottavo anniversario della morte di Nemcov presentiamo un brano dell’inizio e uno della fine del testo, con una breve nota introduttiva a cura della traduttrice.

Putin. Guerra

“Il compito dell’opposizione adesso è fare informazione e dire la verità.
E la verità è che Putin significa guerra e crisi”.
Boris Nemcov, post su Facebook del 31 gennaio 2015

A cura di Milly Berrone

Putin. Guerra è un dossier redatto da Il’ja Jašin e Ol’ga Šorina sulla base dei materiali raccolti da Boris Nemcov relativi all’intervento militare russo in Ucraina del 2014-2015. Pubblicato in russo il 12 maggio 2015 sulla pagina Internet, ancora disponibile, Путин. Война: независимый экспертный доклад « Путин. Итоги. (https://www.putin-itogi.ru/putin-voina/), il dossier fa luce sui preparativi della Federazione Russa in vista dell’annessione della Crimea e sul coinvolgimento dell’esercito russo nella guerra del Donbas, negati dal governo della Federazione Russa. Il testo presenta le testimonianze dei militari russi catturati in Ucraina e le fotografie dei soldati russi deceduti nel corso delle ostilità.

Boris Nemcov, all’epoca copresidente e deputato della Duma regionale di Jaroslavl’ per il partito RPR-PARNAS (Partito repubblicano russo – Partito della libertà popolare), aveva iniziato a lavorare al dossier alla fine di gennaio del 2015.

Il 27 febbraio 2015, a tarda sera, Boris Nemcov è stato assassinato a colpi di arma da fuoco lungo il ponte Bol’šoj Moskvoreckij, a pochi passi dalle mura del Cremlino.

Il’ja Jašin è attualmente condannato a otto anni e mezzo di reclusione e detenuto nel carcere di Iževsk, repubblica di Udmurtia.

Il dossier contiene undici capitoli: 1. Perché Putin ha bisogno di questa guerra; 2. Menzogna e propaganda; 3. Come è stata presa la Crimea; 4. Soldati russi in Ucraina orientale; 5. Volontari o mercenari?; 6. Gruz 200; 7. Lo spaccio militare di Vladimir Putin; 8. Chi ha abbattuto il Boeing; 9. Chi governa il Donbas; 10. Catastrofe umanitaria; 11. Quanto costa la guerra con l’Ucraina.

Offriamo al lettore italiano, in occasione dell’ottavo anniversario dell’assassinio di Boris Nemcov, la traduzione della premessa e delle conclusioni:

Premessa

L’idea di questo dossier è di Boris Nemcov. Un giorno è arrivato alla sede del partito e ha annunciato a voce alta: “Ho capito cosa dobbiamo fare. Bisogna scrivere il dossier Putin. Guerra, stamparne molte copie e distribuirle per strada. Spiegheremo perché Putin ha scatenato questa guerra. Soltanto così sconfiggeremo la propaganda”. Nemcov ha guardato con aria trionfante le persone che aveva intorno, come faceva ogni volta che gli veniva in mente una buona idea. “Che ne dici, Šorina? Ti piace?”, e ha abbracciato Ol’ga.

All’inizio del 2015 Boris ha iniziato a raccogliere materiali per il dossier. Ha lavorato molto sulle fonti aperte, ha trovato persone disposte a condividere le informazioni. Nemcov credeva che il tentativo di fermare la guerra fosse un gesto di autentico patriottismo. La guerra con l’Ucraina è un crimine vile e cinico che il nostro paese pagherà con il sangue dei propri cittadini, con la crisi economica e l’isolamento internazionale. In Russia questa guerra non serve a nessuno, se non a Putin e al suo entourage.

Boris non ha avuto il tempo di scrivere il testo del dossier. Il 27 febbraio è stato assassinato sul ponte Bol’šoj Moskvoreckij, proprio di fronte alle mura del Cremlino. Si sono fatti carico di portare a termine l’impegno preso da Nemcov i compagni di partito, gli amici e le persone che ritenevano importante questo lavoro. Il dossier si basa sui materiali preparati da Boris. Contenuti, appunti manoscritti, documenti: tutto ciò che Boris ha lasciato è stato utilizzato per preparare il testo.

Il nostro compito è dire la verità sull’ingerenza del Cremlino nella politica ucraina, ingerenza che ha condotto a una guerra tra i nostri popoli. A una guerra che bisogna fermare immediatamente.

Conclusioni

Spesso la guerra in Ucraina orientale è definita “guerra ibrida”. Sembra essere una singolare invenzione di Vladimir Putin: non un’aggressione militare diretta, ma la creazione di un conflitto armato sul territorio di uno stato confinante in modo tale che sia formalmente impossibile attribuirne la responsabilità al promotore. Il Donbas è in fiamme e il presidente russo, candido, chiede: “Che prove avete?”.

“Putin è un uomo molto furbo. Dice a tutti che in Ucraina non c’è nessun soldato. E a noi invece, alla svelta: andare, andare!”: il carrista russo Dorži Batomunkuev, originario della Buriazia, ferito nei pressi di Debal’ceve, ha spiegato con parole semplici la sostanza dei fatti.

Mettiamo i puntini sulle i. “Guerra ibrida” nell’interpretazione di Putin significa:

Ambiguità. Da un certo punto di vista combattiamo con l’Ucraina, e questo lo capiscono tutti. In territorio russo sono attivi campi di addestramento per combattenti, i convogli di carri armati si muovono in direzione del confine ucraino, i leader separatisti concordano le azioni al Cremlino. Ma da un altro punto di vista non combattiamo. Alle domande dirette Putin scuote con convinzione la testa, al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Čurkin nega con sdegno le accuse rivolte all’indirizzo del Cremlino.

Falsità. I paracadutisti russi sono stati catturati in territorio ucraino? Ma sì, hanno sbagliato strada. È dimostrato che i separatisti utilizzino armi russe? Le avranno comprate in uno spaccio militare. Si spara sugli ucraini dal territorio russo? Ma no, si bombardano da soli. Si indicano i cognomi dei soldati russi morti in Ucraina orientale? Ah, è tutto qui?

Vigliaccheria. Né Putin né i suoi generali hanno abbastanza coraggio per riconoscere l’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina. Le bugie codarde e l’ipocrisia sono presentate come grande saggezza politica.

La guerra vigliacca e vile scatenata da Putin costerà cara al nostro paese. Pagheremo questo azzardo con le vite dei nostri soldati, la crisi economica e l’isolamento politico.

Pagheremo con l’ostilità dei nostri alleati storici. Nessun altro popolo è più vicino e caro ai russi di quello ucraino. Sono nostri fratelli – non c’è retorica in queste parole – e la guerra tra russi e ucraini nel Donbas si può descrivere soltanto come una guerra fratricida.

Questa guerra è una vergogna per il nostro paese. Ma il problema non si risolverà da sé. Bisogna fermare Putin. E potrà farlo solo il popolo russo.

Fermiamo questa guerra insieme.

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