Nelle università russe arriva la disciplina ideologica: “C’è del marcio in Occidente, il futuro è nostro”

Una fonte vicina al Cremlino ha così descritto alla testata indipendente Meduza il nocciolo del corso: “Hanno sempre voluto il male della Russia, ma ora hanno le ore contate".

(Per gentile concessione di “Meduza”, testata russa online indipendente; traduzione in italiano di Ester Castelli)


13 novembre 2022 
Aggiornato 17 novembre 2022 alle 10:21


In un futuro assai prossimo le università russe potrebbero proporre una nuova materia, la “disciplina ideologica” ufficiale, un fac-simile di quel “comunismo scientifico” che si insegnava in epoca sovietica. L’hanno confermato a “Meduza” due fonti vicine al Cremlino, e anche tre funzionari universitari che conoscono bene la pianificazione didattica.


“I giovani devono conoscere l’ideologia: in che direzione sta andando la Russia e perché”: così ha spiegato a “Meduza” il senso di questa nuova disciplina una fonte dell’Amministrazione del presidente. Le scuole elementari propongono già analoghe “ore di ideologia”. Le chiamano “Parliamo di cose importanti” e in quelle ore gli insegnanti raccontano agli scolari che l’“operazione militare speciale” (come le autorità russe chiamano la guerra) è una necessità e parlano loro dei “nazionalisti” ucraini.


Secondo le fonti di “Meduza”, a supervisionare la nuova materia è un comitato interno al Cremlino e guidato dal primo sottosegretario dell’Amministrazione del presidente Sergej Kirienko. È un’anomalia, dato che di solito a gestire i rapporti con le università è l’Ufficio progetti pubblici dell’Amministrazione del presidente che segue le università, non la divisione di Kirienko – che solitamente si occupa di faccende relative al Consiglio di Stato, in pratica di campagne elettorali. La divisione è attualmente guidata da Aleksandr Charičev, uno stretto collaboratore di Kirienko.


Come se non bastasse, sempre a detta delle nostre fonti, tra i principali supervisori del progetto ci sarebbe Andrej Polosin, il direttore del dipartimento per gli affari regionali di Rosatom (azienda statale attiva nel settore delle energie nucleari per cui in passato ha lavorato anche Kirienko).


Il corso, affermano le nostre fonti, sarà messo a punto dalla società Znanie, nel cui consiglio di amministrazione siede, guarda caso, ancora Sergej Kirienko e del cui Cda fa parte anche il Ministero della scienza e dell’istruzione.


Con ogni probabilità la nuova materia entrerà a far parte dei percorsi formativi delle università già dal prossimo anno accademico. Stando alle intenzioni del Cremlino, gli studenti di discipline non umanistiche seguiranno il corso per un anno, quelli di discipline umanistiche per più d’uno e i futuri storici e politologi per l’intera durata del loro corso di studi.


Secondo le fonti di “Meduza”, il “corso di ideologia sarà suddiviso in quattro sezioni. I materiali didattici specifici per ciascuna sezione saranno messi a punto da responsabili diversi:


  • Sezione “Storia”. Al momento si presume che sarà affidata a Vladimir Medinskij, ex ministro della cultura e assistente del presidente.
  • Sezione “Codice Cultura”. Probabile referente: Michail Piotrovskij, l’attuale direttore dell’Ermitage.
  • Sezione “La Russia nel mondo”. Probabile referente: il politologo Sergej Karaganov.
  • Sezione “Il futuro che immaginiamo”. Probabile responsabile: Michail Koval’čuk, direttore dell’Istituto Kurčatov [il principale istituto di ricerca e sviluppo della Russia nel campo dell’energia nucleare – N.d.T.].


Il programma delle diverse sezioni non è ancora noto nel dettaglio, ma è chiaro che tutti i potenziali referenti sono vicinissimi e lealissimi alle posizioni del potere costituito. Per esempio, nell’estate del 2022 in un’intervista Piotrovskij ha dichiarato: “Tutti noi siamo militaristi e imperialisti. La guerra è il modo che una nazione ha per autoaffermarsi”. Quanto a Michail Koval’čuk, si ritiene che faccia parte del “cerchio magico” di Vladimir Putin.


Sergej Karaganov, professore presso la Scuola superiore di economia, è a sua volta membro del Consiglio presidenziale per i diritti umani e della Consulta Scientifica del Consiglio di sicurezza. E ha così descritto la guerra della Russia con l’Ucraina: “Il destino della Russia è di essere sempre in prima linea. Dobbiamo unirci, resistere e vincere. […] Il nostro grande avversario è l’Occidente, che presto o tardi dovrà crollare. Ci sono tanti paesi che sono fieri di noi, di come abbiamo incrinato e poi minato la supremazia degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale. Il mondo è per buona parte pronto a schierarsi con noi e a sostenerci”.


Secondo due fonti vicine al Cremlino, il “profilo” di base della nuova disciplina sarà delineato nel corso di un convegno della Società Znanie dal titolo “Il DNA della Russia”, che inizierà a Soči il 26 ottobre. Tra gli altri, è previsto l’intervento di Sergej Kirienko (o di Aleksandr Charičev), oltre che dei probabili referenti delle diverse “sezioni” della nuova materia.


Tra i relatori figurano anche Tichon (Tichon Ševkunov), metropolita di Pskov e Porchov, e Sergej Pereslegin, scrittore di fantascienza, tra i numerosi seguaci del movimento metodologico (attivo dagli anni Sessanta del Novecento, pensavano di poter “programmare” l’uomo e la società; fra i creatori del famigerato Russkij mir – Mondo russo, N.d.T.). Il punto di vista di Pereslegin è piuttosto originale. Secondo lui gli effetti del riscaldamento globale non vanno a scapito dell’umanità, ma a suo vantaggio. Pereslegin promuove attivamente la teoria del “capitalismo inclusivo”, dietro il quale si celerebbero la famiglia Rothschild, i dirigenti del Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Stando a Pereslegin, questo fantomatico “capitalismo inclusivo” determina la divisione dell’umanità in due classi: una élite ristretta e le “masse dei diseredati” che ne garantiscono l’esistenza.


Tutti gli interlocutori di “Meduza” hanno sottolineato che il profilo del nuovo corso universitario sarà forse meno originale, ma sicuramente in linea con l’ideologia conservatrice tanto cara a Vladimir Putin. Una fonte vicina al Cremlino ha così descritto sinteticamente il contenuto della nuova “disciplina ideologica”: “C’è del marcio in Occidente, l’Occidente ha sempre voluto il male della Russia, ma ora ha le ore contate. Abbiamo un grande futuro, una storia ricca e una cultura unica: approfittiamo del momento di crisi e cerchiamo di trarne il massimo vantaggio”.


Le fonti di “Meduza” vicine all’Amministrazione del Presidente non escludono che la nuova disciplina possa contribuire a risolvere un altro “problema” del potere costituito: l’epurazione totale degli “insegnanti liberali” dalle università russe. L’obiettivo potrebbe essere ottenuto introducendo una certificazione obbligatoria per la nuova disciplina (certificazioni che, ora come ora, non esistono): “In breve: dovranno prestare giuramento di fedeltà. Va da sé che per docenti universitari come Ekaterina Šulman o Grigorij Judin non ci sarà posto (entrambi dichiarati “agenti stranieri” perché contro la guerra in Ucraina – N.d.T.).


Il Ministero dell’Istruzione e la Società Znanie non hanno mai risposto alle domande di “Meduza”, così come non abbiamo ricevuto risposte nemmeno da Michail Piotrovskij, Vladimir Medinskij, Sergej Karaganov, Michail Koval’čuk, Andrej Polosin e Dmitrij Peskov.

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