Premio Nobel per la Pace: Dichiarazione di Memorial Italia

Memorial Italia ringrazia il Comitato del Nobel per la Pace per la scelta di onorare il lavoro trentennale di un’associazione che continua la sua missione democratica per tutelare la libera ricerca scientifica e i diritti fondamentali dei cittadini russi.

Oggi, 7 ottobre 2022, Memorial ha ricevuto il Premio Nobel per la pace assieme a Ales Bialiatski e al Centro per le libertà civili.

L’associazione Memorial è nata in URSS alla fine degli anni Ottanta con la volontà di promuovere la ricerca storica e tutelare la memoria delle vittime dello stalinismo. A partire dal 1988 ha raccolto testimonianze e documenti sulle vittime e sui loro carnefici, creando un grande archivio popolare. Gli attivisti di Memorial hanno anche cercato i luoghi di sepoltura dei milioni di persone uccise dal regime staliniano, creando dei luoghi di memoria per i discendenti delle vittime e per la società nel suo complesso. Dopo il 1991 è diventata pressante l’esigenza di collegare gli studi sul passato sovietico alla difesa dei diritti umani nella Russia contemporanea. Durante le guerre in Cecenia degli anni novanta e duemila, gli attivisti di Memorial hanno svolto un cruciale ruolo di informazione e anche di mediazione, aiutando a liberare prigionieri e ostaggi. Memorial ha così ampliato il proprio raggio d’azione attraverso la creazione del Centro per la difesa dei diritti umani “Memorial” e ha costituito altre sedi, indipendenti ma strettamente connesse tra di loro, in tutto il territorio russo e al di fuori, in particolare in Ucraina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia e Polonia.

L’assegnazione del premio Nobel per la pace è un segno importante per tutto l’universo di Memorial, dai primi fondatori ai volontari, da chi ha pagato con la vita il suo impegno e la sua lotta per i diritti umani a chi sta subendo il carcere per la volontà di raccontare le pagine più buie della storia sovietica. È un riconoscimento anche a tutte le vittime del gulag e della repressione sovietica messe in silenzio e a chi si batte per garantire la giustizia ai prigionieri politici della Russia di oggi.
Memorial Italia ringrazia il Comitato del Nobel per la Pace per la scelta di onorare il lavoro trentennale di un’associazione che nonostante sia da anni vittima della violenza e della censura dello Stato continua la sua missione democratica per tutelare la libera ricerca scientifica e i diritti fondamentali dei cittadini russi.

 

IMMAGINE: Niklas Elmehed © Nobel Prize Outreach

 

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione.

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione. A cura di Riccardo Mario Cucciolla e Niccolò Pianciola (Viella Editrice, 2024). Il volume esplora l’evoluzione della società e del potere in Russia dopo l’aggressione all’Ucraina e offre un’analisi della complessa interazione tra apparati dello stato, opposizione e società civile. I saggi analizzano la deriva totalitaria del regime putiniano studiandone le istituzioni e la relazione tra stato e società, evidenziando come tendenze demografiche, rifugiati ucraini, politiche nataliste e migratorie abbiano ridefinito gli equilibri sociali del paese. Inoltre, pongono l’attenzione sulla società civile russa e sulle sfide che oppositori, artisti, accademici, minoranze e difensori dei diritti umani affrontano sia in un contesto sempre più repressivo in patria, sia nell’emigrazione. I saggi compresi nel volume sono di Sergej Abašin, Alexander Baunov, Simone A. Bellezza, Alain Blum, Bill Bowring, Riccardo Mario Cucciolla, Marcello Flores, Vladimir Gel’man, Lev Gudkov, Andrea Gullotta, Andrej Jakovlev, Irina Kuznetsova, Alberto Masoero, Niccolò Pianciola, Giovanni Savino, Irina Ščerbakova, Sergej Zacharov. In copertina: Il 10 aprile 2022, Oleg Orlov, ex co-presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, viene arrestato sulla Piazza Rossa a Mosca per avere manifestato la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina con un cartello con la scritta “La nostra indisponibilità a conoscere la verità e il nostro silenzio ci rendono complici dei crimini” (foto di Denis Galicyn per SOTA Project).

Leggi