Il diritto alla memoria è un ritratto cinematografico documentale dello storico Arsenij Roginskij (1946-2017), un monologo-confessione su di sé, il proprio Paese, il suo passato, presente e futuro. Tra i fondatori di “Memorial” e per molti anni a capo dell’associazione, storico di altissimo profilo, dissidente e prigioniero politico, Roginskij era un formidabile narratore. Un anno prima di morire riflette, per la prima volta davanti a una telecamera, su questioni intime ed essenziali: la sua nascita in un lager sovietico e la morte del padre in una prigione staliniana, l’essenza del Terrore di massa, il dovere dello storico e le ragioni per cui i russi respingono la memoria del passato totalitario del proprio Paese.
Il documentario è stato girato dalla regista Ljudmila Gordon nel 2018.
Ora sono disponibili i sottotitoli in italiano, grazie al lavoro di un gruppo di laureandi del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Marco D’Argento, Federica Sasdelli e Giovanna Parravicini, sotto la supervisione di Giulia De Florio, Emanuela Guercetti e Claudia Zonghetti.
Il film si può guardare accedendo alla pagina dedicata o direttamente su YouTube.
Stop alle intimidazioni alle attiviste di Memorial Italia.
Memorial Italia denuncia le intimidazioni subite in Italia da due sue attiviste, Ekaterina Margolis e Maria Mikaelyan, cui va il pieno sostegno dell’associazione. Ekaterina Margolis, da poco dichiarata “agente straniero” dal regime di Putin, riceve da mesi telefonate minatorie, minacce di morte sui social e non. Per la sua attività di denuncia del regime putiniano e delle infiltrazioni nella cultura italiana è stata oggetto di campagne diffamatorie in Russia e sui social media oltre ad avere subito un grave attacco informatico. Maria Mikaelyan, con la sua attività all’interno della Comunità dei russi liberi, a sostegno dei prigionieri politici russi e di denuncia del regime putiniano, ha ricevuto minacce di morte e due atti intimidatori contro le residenze di famiglia: mentre la sua casella di posta veniva vandalizzata, sconosciuti entravano e mettevano a soqquadro la residenza di campagna del marito. Le denunce fatte dalle nostre socie alle forze di polizia finora non hanno sortito nessun risultato: è giunto il momento che la società civile, le forze politiche e gli organi di informazione si occupino delle attività intimidatorie in Italia dei sostenitori del regime putiniano, prima che le intimidazioni si trasformino in atti violenti. 6 gennaio 2025.