Aiutiamo anche i russi

Memorial Italia fa appello a tutte le forze civili, politiche e istituzionali affinché sia garantito l'ingresso in Italia e negli altri paesi dell'UE anche ai cittadini russi costretti ad abbandonare il proprio paese perché la loro incolumità è messa particolarmente a rischio dalle leggi liberticide approvate negli ultimi giorni in Russia.

Memorial Italia ha condannato sin dal primo giorno l’aggressione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo e si unisce alle tantissime voci che chiedono l’immediata fine delle ostilità e soluzioni diplomatiche in grado di salvare le vite dei cittadini ucraini colpiti dalle bombe.

Allo stesso tempo, la nostra associazione condanna le generalizzazioni e le violenze, fisiche e verbali, che hanno colpito cittadini russi sia in Italia, sia in altri paesi, nonché lo sconsiderato clima ostile creatosi nei confronti della cultura russa. La Russia ha una lunghissima tradizione di libertà intellettuale e civile, costata migliaia di vite e arricchita dai contributi fondamentali che pensatori, scrittori e intellettuali russi hanno saputo dare all’umanità nei secoli, nonostante le repressioni di stato da cui sono stati colpiti. La nostra associazione ha tra i suoi fini anche quello di trasmettere questo patrimonio al pubblico italiano e continua a lavorare in questa direzione: la nostra ultima pubblicazione è dedicata alle lettere dal gulag del filosofo russo Aleksej Losev e di sua moglie Valentina Loseva; il 2 marzo abbiamo inaugurato assieme ad altri partner la mostra su Andrej Sacharov a Milano; il 3 marzo abbiamo partecipato alla cerimonia di Gariwo, che ha incluso Evgenija Ginzburg tra i Giusti. Oltre a lavorare per diffondere l’opera di queste grandissime personalità, riteniamo che sia arrivato il momento di aiutare anche chi oggi rischia la libertà e spesso anche la vita per difendere le libertà civili e dire no alla guerra in Ucraina.

Memorial Italia chiede che, parallelamente alle iniziative in sostegno della popolazione civile ucraina, alle quali partecipiamo direttamente tramite alcuni nostri soci, vengano avviate iniziative in sostegno dei tanti russi che vengono incarcerati e per i tantissimi che non possono più vivere in un paese in cui esprimere la propria opinione significa esporsi al rischio di finire in carcere per anni. Numerosi russi stanno cercando di lasciare la Russia, ma non sono in possesso del visto o si trovano in difficoltà a causa della svalutazione del rublo successiva alle sanzioni imposte alla Russia.

Memorial Italia fa appello a tutte le forze civili, politiche e istituzionali perché vengano aiutati anche i russi che hanno necessità di abbandonare il paese e perché venga fatta pressione sulla Russia affinché le persone incarcerate vengano rilasciate immediatamente. Chiediamo in particolare che sia garantito l’ingresso in Italia e negli altri paesi dell’UE anche per i cittadini russi costretti ad abbandonare la Russia perché la loro incolumità è messa particolarmente a rischio dalle leggi liberticide approvate negli ultimi giorni in Russia.

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz.

La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz con curatela di Luca Bernardini (Guerini e Associati, 2024). Una testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico. Arrestata nel 1945 a ventidue anni per la sua attività nell’AK (Armia Krajowa), l’organizzazione militare clandestina polacca, Anna Szyszko-Grzywacz viene internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nord della Siberia, dove trascorre undici anni. Nella ricostruzione dell’esperienza concentrazionaria, attraverso una descrizione vivida ed empatica delle dinamiche interpersonali tra le recluse e della drammatica quotidianità da loro vissuta, narra con semplicità e immediatezza la realtà estrema e disumanizzante del Gulag. Una realtà dove dominano brutalità e sopraffazione e dove la sopravvivenza per le donne, esposte di continuo alla minaccia della violenza maschile, è particolarmente difficile. Nell’orrore quotidiano raccontato da Anna Szyszko-Grzywacz trovano però spazio anche storie di amicizia e solidarietà femminile, istanti di spensieratezza ed emozioni condivise in una narrazione in cui alla paura e alla dolorosa consapevolezza della detenzione si alternano le aspettative e gli slanci di una giovane donna che non rinuncia a sperare, malgrado tutto, nel futuro. Anna Szyszko-Grzywacz nasce il 10 marzo 1923 nella parte orientale della Polonia, nella regione di Vilna (Vilnius). Entra nella resistenza nel settembre 1939 come staffetta di collegamento. Nel giugno 1941 subisce il primo arresto da parte dell’NKVD e viene rinchiusa nella prigione di Stara Wilejka. Nel luglio 1944 prende parte all’operazione “Burza” a Vilna come infermiera da campo. Dopo la presa di Vilna da parte dei sovietici i membri dell’AK, che rifiutano di arruolarsi nell’Armata Rossa, vengono arrestati e internati a Kaluga. Rilasciata, Anna Szyszko cambia identità, diventando Anna Norska, e si unisce a un’unità partigiana della foresta come tiratrice a cavallo in un gruppo di ricognizione. Arrestata dai servizi segreti sovietici nel febbraio 1945, viene reclusa dapprima a Vilna nel carcere di Łukiszki, e poi a Mosca alla Lubjanka e a Butyrka. In seguito alla condanna del tribunale militare a venti anni di lavori forzati, trascorre undici anni nei lager di Vorkuta. Fa ritorno in patria il 24 novembre 1956 e nel 1957 sposa Bernard Grzywacz, come lei membro della Resistenza polacca ed ex internato a Vorkuta, con cui aveva intrattenuto per anni all’interno del lager una corrispondenza clandestina. Muore a Varsavia il 2 agosto 2023, all’età di cento anni.

Leggi

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione.

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione. A cura di Riccardo Mario Cucciolla e Niccolò Pianciola (Viella Editrice, 2024). Il volume esplora l’evoluzione della società e del potere in Russia dopo l’aggressione all’Ucraina e offre un’analisi della complessa interazione tra apparati dello stato, opposizione e società civile. I saggi analizzano la deriva totalitaria del regime putiniano studiandone le istituzioni e la relazione tra stato e società, evidenziando come tendenze demografiche, rifugiati ucraini, politiche nataliste e migratorie abbiano ridefinito gli equilibri sociali del paese. Inoltre, pongono l’attenzione sulla società civile russa e sulle sfide che oppositori, artisti, accademici, minoranze e difensori dei diritti umani affrontano sia in un contesto sempre più repressivo in patria, sia nell’emigrazione. I saggi compresi nel volume sono di Sergej Abašin, Alexander Baunov, Simone A. Bellezza, Alain Blum, Bill Bowring, Riccardo Mario Cucciolla, Marcello Flores, Vladimir Gel’man, Lev Gudkov, Andrea Gullotta, Andrej Jakovlev, Irina Kuznetsova, Alberto Masoero, Niccolò Pianciola, Giovanni Savino, Irina Ščerbakova, Sergej Zacharov. In copertina: Il 10 aprile 2022, Oleg Orlov, ex co-presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, viene arrestato sulla Piazza Rossa a Mosca per avere manifestato la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina con un cartello con la scritta “La nostra indisponibilità a conoscere la verità e il nostro silenzio ci rendono complici dei crimini” (foto di Denis Galicyn per SOTA Project).

Leggi