Perquisizioni negli uffici di Memorial a Mosca

Le forze speciali dell'OMON si sono trattenute per ben 15 ore all'interno dell'edificio.

Ieri, 4 marzo 2022, gli uffici di Memorial Internazionale e del Centro per i Diritti Umani Memorial a Mosca sono stati oggetto di una perquisizione da parte delle forze speciali della polizia (OMON). I collaboratori di Memorial presenti all’interno degli uffici, a cui sono stati confiscati i telefoni, non sono stati fatti uscire per l’intera durata della perquisizione. Agli avvocati di Memorial non è stato permesso di entrare nell’edificio. La polizia ha portato nella sede di Memorial Internazionale un tronchese per aprire la cassaforte. La perquisizione al Centro per i Diritti Umani Memorial si è conclusa dopo circa 12 ore, quella a Memorial Internazionale si è invece protratta fino alle 2 di notte, dopo ben 15 ore. I collaboratori trattenuti all’interno degli edifici, tra cui Elena Žemkova, direttrice esecutiva di Memorial Internazionale, sono sembrati visibilmente provati.

 

La perquisizione del Centro per i Diritti Umani è collegata all’attivista Bachrom Chamroev, avvocato e membro del Centro, perseguitato da molti anni e adesso accusato di terrorismo. A detta di Svetlana Gannuškina del centro “Graždanskoe sodejstvie” (anch’esso al centro di perquisizioni ieri), Chamroev, pur essendo un socio del centro, non collabora più con Memorial da 16 anni. Restano poco chiari i contorni delle perquisizioni. Allarmano i segni lasciati dalle forze speciali della polizia all’interno dell’edificio di Memorial Internazionale: le stesse “Z” viste sui carri armati russi in Ucraina. Un segnale inquietante che sembra sottolineare una continuità tra gli attacchi a Memorial e la sanguinosa invasione dell’Ucraina.

 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiamato Aleksandr Čerkasov, direttore del Centro per i Diritti Umani di Memorial, per esprimere la propria solidarietà a Memorial. In serata, anche l’Italia ha espresso la propria solidarietà a Memorial tramite il Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che ha telefonato a Oleg Orlov, figura di spicco di Memorial e ex direttore del Centro per i Diritti Umani dal 1996 al 2011.

 

Memorial Italia esprime la propria preoccupazione per questo ennesimo atto intimidatorio e per le modalità con cui è stato eseguito. Attendiamo con angoscia di conoscere i motivi della perquisizione e soprattutto quali ne saranno le conseguenze. In un contesto in cui le libertà d’espressione e di associazione vengono represse in Russia, è importante mantenere alta l’attenzione su quello che è un continuo attacco alla libertà e agli attivisti di Memorial. Per questo ringraziamo il Sottosegretario Della Vedova per aver trasmesso ai nostri colleghi russi la solidarietà dell’Italia.

 

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