Resoconto dell’incontro alla Farnesina

Il 27 gennaio il presidente Andrea Gullotta ha incontrato il Sottosegretario Benedetto Della Vedova, il Senatore Gianni Marilotti e l'onorevole Lia Quartapelle.

Memorial Italia esprime la propria soddisfazione per l’incontro avvenuto alla Farnesina il 27 gennaio con il Sottosegretario Benedetto Della Vedova. Oltre a ribadire la centralità che la protezione dei diritti umani riveste nell’agenda internazionale del Governo italiano, tanto più in questa fase in cui l’Italia ricopre la Presidenza di turno del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il Sottosegretario ha assicurato l’impegno del MAECI a favorire iniziative di sostegno alla preservazione degli archivi di Memorial in Russia, anche sondando l’Unesco e altri organismi multilaterali che si occupano di tutela dei patrimoni culturali.

Contestualmente, Memorial Italia ringrazia il Senatore Gianni Marilotti, presidente della Commissione per la biblioteca e l’archivio storico del Senato, e l’on. Lia Quartapelle, membro della Commissione esteri della Camera, per gli incontri avvenuti il 27 gennaio e per il sostegno espresso a Memorial Internazionale.

Memorial Italia ringrazia la Farnesina per la sensibilità dimostrata e lavorerà nelle prossime settimane assieme alla Biblioteca e Archivio Storico del Senato alle iniziative proposte durante gli incontri della scorsa settimana per sottolineare il valore universale del patrimonio sociale di Memorial, che non può essere disperso.

 

Nella foto: il presidente di Memorial Italia Andrea Gullotta on il Sottosegretario Benedetto Della Vedova.

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Torino, 16 maggio 2025. Memorial Italia al Salone internazionale del libro. “La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956” di Anna Szyszko-Grzywacz.

In occasione del Salone internazionale del libro di Torino venerdì 16 maggio alle 18:00 presso l’Auditorium Polo del ‘900 (via del Carmine 14) Memorial Italia in collaborazione con Comunità polacca di Torino, Consolato generale di Polonia in Milano, Consolato di Polonia in Torino, Fondazione di studi storici Gaetano Salvemini, Università di Torino, Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere e Culture Moderne dell’Università di Torino presenta il volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria curata da Memorial Italia per Edizioni Guerini. La presentazione prevede i saluti istituzionali di Ulrico Leiss de Leimburg, console onorario di Polonia in Torino, e Caterina Simiand, direttrice della Fondazione Salvemini, l’introduzione di Victoria Musiolek-Romano della Fondazione Salvemini e gli interventi di Krystyna Jaworska dell’università di Torino, Luca Bernardini dell’università di Milano e curatore del volume, e Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice. Per maggiori informazioni: Presentazione e lettura del volume “La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956” di Anna Szyszko-Grzywacz | Salone Internazionale del Libro di Torino. Una testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico. Arrestata nel 1945 a ventidue anni per la sua attività nell’AK (Armia Krajowa), l’organizzazione militare clandestina polacca, Anna Szyszko-Grzywacz viene internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nord della Siberia, dove trascorre undici anni. Nella ricostruzione dell’esperienza concentrazionaria, attraverso una descrizione vivida ed empatica delle dinamiche interpersonali tra le recluse e della drammatica quotidianità da loro vissuta, narra con semplicità e immediatezza la realtà estrema e disumanizzante del Gulag. Una realtà dove dominano brutalità e sopraffazione e dove la sopravvivenza per le donne, esposte di continuo alla minaccia della violenza maschile, è particolarmente difficile. Nell’orrore quotidiano raccontato da Anna Szyszko-Grzywacz trovano però spazio anche storie di amicizia e solidarietà femminile, istanti di spensieratezza ed emozioni condivise in una narrazione in cui alla paura e alla dolorosa consapevolezza della detenzione si alternano le aspettative e gli slanci di una giovane donna che non rinuncia a sperare, malgrado tutto, nel futuro. Anna Szyszko-Grzywacz nasce il 10 marzo 1923 nella parte orientale della Polonia, nella regione di Vilna (Vilnius). Entra nella resistenza nel settembre 1939 come staffetta di collegamento. Nel giugno 1941 subisce il primo arresto da parte dell’NKVD e viene rinchiusa nella prigione di Stara Wilejka. Nel luglio 1944 prende parte all’operazione “Burza” a Vilna come infermiera da campo. Dopo la presa di Vilna da parte dei sovietici i membri dell’AK, che rifiutano di arruolarsi nell’Armata Rossa, vengono arrestati e internati a Kaluga. Rilasciata, Anna Szyszko cambia identità, diventando Anna Norska, e si unisce a un’unità partigiana della foresta come tiratrice a cavallo in un gruppo di ricognizione. Arrestata dai servizi segreti sovietici nel febbraio 1945, viene reclusa dapprima a Vilna nel carcere di Łukiszki, e poi a Mosca alla Lubjanka e a Butyrka. In seguito alla condanna del tribunale militare a venti anni di lavori forzati, trascorre undici anni nei lager di Vorkuta. Fa ritorno in patria il 24 novembre 1956 e nel 1957 sposa Bernard Grzywacz, come lei membro della Resistenza polacca ed ex internato a Vorkuta, con cui aveva intrattenuto per anni all’interno del lager una corrispondenza clandestina. Muore a Varsavia il 2 agosto 2023, all’età di cento anni.

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Forlì, 16 maggio 2025. La russofonia in divenire: identità, cultura, storia attraverso la lente di Kyiv.

Venerdì 16 maggio dalle 13:00 alle 15:00 si svolge a Forlì presso il campus dell’università di Bologna (aula 1.4, padiglione Morgagni, via Della Torre 5) il seminario La russofonia in divenire: identità, cultura, storia attraverso la lente di Kyiv. Intervengono i nostri Elena Kostioukovitch, Marco Puleri e Sara Polidoro. La lingua e la cultura russa sono tra le principali protagoniste (e vittime) della drammatica guerra che ha avuto inizio in Ucraina nel 2014. La difesa della lingua e della cultura russa rivendicata dalle autorità russe, il genocidio dei russofoni nel Donbas denunciato dai gruppi separatisti nell’Ucraina orientale, l’identificazione della lingua e della cultura russa quale lingua del nemico a difesa dell’integrità territoriale ucraina: narrazioni, queste, strumentalizzate nel discorso politico per inquadrare il ruolo e lo status delle prassi culturali in una vera e propria narrazione bellica. Marco Puleri (Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali) e Sara Polidoro (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione) discuteranno delle diverse sfaccettature della lingua e cultura russa in Ucraina con Elena Kostioukovitch, scrittrice ucraina di lingua russa, saggista e traduttrice residente in Italia, nota in particolare per avere tradotto le principali opere di Umberto Eco in russo e creato un ponte tra le culture italiana e russa. Nel suo libro Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso (2025) Kostioukovitch ripercorre la storia moderna dell’Ucraina attraverso la lente della storia della sua famiglia e della sua città natale, Kyiv. Nel corso del dibattito si parlerà di come si sono sviluppate storicamente la lingua e la cultura russe in Ucraina, di cosa significa oggi parlare e praticare il russo nella vita quotidiana e dell’atteggiamento degli ucraini nei confronti dell’eredità della lingua e della cultura russa durante la guerra. L’evento si tiene in italiano con interpretazione simultanea in inglese. Per maggiori informazioni: Russophonia in-the-making: Identity, Culture, History through the lenses of Kyiv — East european and eurasian studies – Laurea Magistrale – Forlì.

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Trento, 14 maggio 2025. Vorkuta: una donna nel Gulag sovietico.

I blatnjaki avevano la loro casta e tra di loro c’era il blatnoj anziano, che gli altri ascoltavano, dal momento che la sua parola contava, in quel démi-monde malavitoso. Aveva la sua “moglie” nel campo, l’ucraina Zoja, credo orientale. Rivestita con un montone, sicuramen­te sottratto a qualcuno, se ne stava sempre seduta con lui accanto al focolare. Lui aveva del cibo e se lo mangiavano davanti al fuoco. Una volta, quando ero oramai davvero sfinita, mi recai da loro e gli dissi: “Ascoltami, devi far qualcosa per quel Semën. Perché mi rende la vita impossibile. Io non voglio niente da nessuno, non ho rapporti con nessuno, non c’è niente che mi leghi a nessun uomo. E lui mi perseguita, semplicemente. Non posso fare un passo. Ho paura. Mi picchia. Ma che vuole, da me? Ho o non ho il diritto di decidere con chi voglio vivere?” “A ty obeščala emu čto-to?” (“Ma tu gli hai pro­messo qualcosa?”) mi chiede. “Non gli ho promesso niente!” “Hai accettato qualcosa, da lui?” “No.” “Ma che dura, stupida, che sei! Con lui avresti potuto vivere come un topo nel formaggio. Te ne staresti seduta al kostër (fuoco) come Zoja. Non faresti un bel nulla e avresti tutto fino al gorlo, al collo. Staresti al calduccio e sarebbe tutto così piacevole…”, mi dice. E non aggiunse altro. Signore! Per poco non venni meno. Mercoledì 14 maggio alle 17:30 a Trento (sala conferenze della Fondazione Caritro, via Calepina 1) la Biblioteca Archivio del CSSEO, in collaborazione con Memorial Italia, Edizioni Guerini e il Consolato generale della Repubblica di Polonia in Milano, ospita la presentazione del volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz, ultima pubblicazione della collana Narrare la memoria, curata da Memorial Italia. Intervengono le nostre Francesca Gori e Barbara Grzywacz, figlia dell’autrice. Introduce Fernando Orlandi. È possibile seguire l’incontro anche on line tramite piattaforma Zoom, utilizzando il link us02web.zoom.us/j/83008261955.

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