A Dmitrij Muratov il premio Nobel per la pace

Il Nobel per la Pace 2021 è andato al caporedattore di Novaja Gazeta Dmitrij Muratov.
Il caporedattore di Novaja Gazeta Dmitrij Muratov è stato insignito del premio Nobel per la pace, insieme a Maria Rassa, caporedattrice del giornale filippino Rappler.
I due giornalisti sono stati premiati “per i loro sforzi per salvaguardare la libertà di espressione, che è un presupposto per la democrazia e la pace duratura”

Il riconoscimento è arrivato a 15 anni dalla morte per omicidio di una delle più famose giornaliste di Novaja Gazeta, Anna Politkovskaja, uccisa nell’androne del suo palazzo il 7 ottobre 2006.

Si tratta quindi di un premio doppiamente importante per tutto il mondo del giornalismo russo indipendente, sempre più oggetto di pressioni e repressioni di ogni tipo, non da ultimo attraverso l’epiteto di “agente straniero” affibbiato a intere testate che a singoli loro giornalisti che ne limita di conseguenza le attività nel paese.

Muratov ha dedicato il premio ai colleghi e alle colleghe di Novaja Gazeta morti negli anni. A loro, secondo Muratov, va tutto il merito del riconoscimento di cui è stato insignito.

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione.

Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione. A cura di Riccardo Mario Cucciolla e Niccolò Pianciola (Viella Editrice, 2024). Il volume esplora l’evoluzione della società e del potere in Russia dopo l’aggressione all’Ucraina e offre un’analisi della complessa interazione tra apparati dello stato, opposizione e società civile. I saggi analizzano la deriva totalitaria del regime putiniano studiandone le istituzioni e la relazione tra stato e società, evidenziando come tendenze demografiche, rifugiati ucraini, politiche nataliste e migratorie abbiano ridefinito gli equilibri sociali del paese. Inoltre, pongono l’attenzione sulla società civile russa e sulle sfide che oppositori, artisti, accademici, minoranze e difensori dei diritti umani affrontano sia in un contesto sempre più repressivo in patria, sia nell’emigrazione. I saggi compresi nel volume sono di Sergej Abašin, Alexander Baunov, Simone A. Bellezza, Alain Blum, Bill Bowring, Riccardo Mario Cucciolla, Marcello Flores, Vladimir Gel’man, Lev Gudkov, Andrea Gullotta, Andrej Jakovlev, Irina Kuznetsova, Alberto Masoero, Niccolò Pianciola, Giovanni Savino, Irina Ščerbakova, Sergej Zacharov. In copertina: Il 10 aprile 2022, Oleg Orlov, ex co-presidente del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial, viene arrestato sulla Piazza Rossa a Mosca per avere manifestato la sua opposizione all’invasione dell’Ucraina con un cartello con la scritta “La nostra indisponibilità a conoscere la verità e il nostro silenzio ci rendono complici dei crimini” (foto di Denis Galicyn per SOTA Project).

Leggi