“Intellectual Life and Literature at Solovki 1923-1930”, Andrea Gullotta

Monografia che ricostruisce la storia culturale del campo e fornisce un'approfondita analisi dei lavori letterari pubblicati
Andrea Gullotta, Intellectual Life and Literature at Solovki 1923-1930: The Paris of the Northern Concentration Camps
(Cambridge: Legenda, 2018)

Nel 1923, lo stato sovietico creò un campo di lavoro forzato nell’arcipelago delle Solovki, sito famoso per un glorioso monastero confiscato dai sovietici dopo la rivoluzione. Il campo divenne il laboratorio del gulag, dove vennero sviluppate le tecniche di sfruttamento del lavoro forzato poi esportate su scala nazionale durante la creazione del sistema dei campi di lavoro in Urss. Centinaia di prigionieri morirono all’interno delle mura del monastero e nelle gelide foreste dell’arcipelago. Tuttavia il campo produsse una sorprendente quantità di attività culturali “rieducative”: grazie alla connivenza di parte dell’amministrazione del campo, le Solovki divennero un’incredibile cittadella culturale, dove i valori dell’intelligencija morente rimasero impressi nei lavori artistici e nelle parole dei prigionieri, tra cui figuravano non solo poeti, attori e altri intellettuali, ma anche personalità di spicco quali il famoso studioso Dmitrij Lichacev (1906-99) e, più tardi, Pavel Florenskij (1882-1937), il “Leonardo russo”.

Questa rigorosa monografia, basata su numerosi materiali d’archivio inediti, ricostruisce la storia culturale del campo e fornisce un’approfondita analisi dei lavori letterari pubblicati sulla stampa interna delle Solovki fino al 1930, cambiando così lo spettro interpretativo attuale sulla letteratura del gulag e mettendo in risalto la straordinaria lotta di un gruppo di uomini in nome della libertà intellettuale.

“Innovativo e sofisticato, ben scritto ed estremamente originale, il libro di Gullotta non solo fornisce un importante contributo per la comprensione della storia della letteratura sovietica, ma permette anche di vedere la storia sociale e culturale sovietica degli anni venti e trenta del Novecento sotto una nuova luce“. — Evgeny Dobrenko.

Andrea Gullotta è Lecturer in Russian alla University of Glasgow. In precedenza ha lavorato presso le università di Palermo, Ca’ Foscari di Venezia e Padova, dove ha ottenuto il dottorato. È co-direttore della rivista AvtobiografiЯ (www.avtobiografija.com), dedicata agli studi autobiografici di area russa.

 

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Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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