Concorso in ricordo di A. Mironov “I difensori dei diritti umani”

per gli Istituti Scolastici Superiori della Provincia di Trieste

IN RICORDO DI ANDREY MIRONOV

Concorso per gli Istituti Scolastici Superiori della Provincia di Trieste (II edizione): I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI: FIGURE INSOSTITUIBILI PER IL PROGRESSO DELLA SOCIETÀ.

Il Coordinamento Europa e il Gruppo 121 di Trieste di Amnesty International indicono, con il Patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, un Concorso per gli Istituti Scolastici Superiori della Provincia di Trieste.
L’iniziativa vuole ricordare Andrey Mironov, giornalista, ex-dissidente e prigioniero politico sovietico, appartenente all’associazione russa Memorial, ucciso il 24 maggio 2014 assieme al fotoreporter italiano Andrea Rocchelli in Ucraina, nella zona di Sloviansk, dove si trovava per accompagnare giornalisti in zone difficili e facilitare i loro contatti.
Era un costruttore di pace, la missione della sua vita era far emergere la verità, la sua “passione” far sì che i criminali di guerra venissero assicurati alla giustizia.
Da oltre vent’anni lavorava come ricercatore specializzato in Diritti Umani per molti media  in diverse zone di conflitto, come  Nagorno Karabakh, Tagikistan,  Cecenia e Afghanistan. Durante la guerra in Cecenia, in particolare, aveva organizzato incontri tra rappresentanti ceceni e deputati russi per favorire una soluzione pacifica del conflitto.

Nel dicembre del 2013 a Trieste, al Liceo Galilei e nella sala Tessitori della Regione, Mironov aveva ricordato le violazioni dei Diritti Umani nel suo paese, la Federazione Russa, i tanti crimini spesso impuniti anche in altri paesi, il suo impegno di pacifista.

Modalità di svolgimento dell’iniziativa:

Gli studenti che intendono partecipare potranno produrre, su tematiche attinenti al tema proposto (I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI: FIGURE INSOSTITUIBILI PER IL PROGRESSO DELLA SOCIETÀ), a scelta:

  • brevi saggi (massimo due cartelle);
  • video (formato “Mp4”,  durata massima 4 minuti, inclusi i titoli di testa e di coda).

Gli elaborati e i video  – riversati su supporto DVD -, dovranno essere inviati, entro il 31 gennaio 2018, insieme alla scheda di partecipazione, al seguente indirizzo: prof.ssa Elisa Plisca, c/o Liceo Petrarca, via Rossetti 74, 34139 Trieste.

Si ricorda che:

  • ogni lavoro dovrà essere realizzato appositamente per questo concorso;
  • i materiali prodotti non verranno restituiti;
  • i video sono realizzati con licenza Creative Commons; pertanto i diritti rimarranno proprietà degli autori, che saranno citati in caso di eventuali proiezioni in pubblico a titolo gratuito (ad esempio interventi informativi nelle scuole), senza per questo poter avanzare pretese economiche e/o risarcitorie;
  • i video non dovranno violare alcun diritto, anche musicale, di terzi; gli autori se ne considerano a questo riguardo gli unici responsabili.

Su richiesta degli insegnanti interessati potranno essere organizzati degli incontri informativi con rappresentanti di Amnesty International.

Ai migliori lavori,  durante la cerimonia di premiazione, la cui data verrà pubblicata in seguito, verranno consegnati i seguenti premi:
1)   partecipazione a un campo estivo di Amnesty International
2)   visita alla sede di Amnesty International a Roma
3)   un buono da 200 euro per l’acquisto di libri e/o dvd
4)   un buono da 150 euro per l’acquisto di libri e/o dvd.

Per informazioni contattare Giuliano Prandini (giulianoprandini@hotmail.com)
(Giuliano Prandini per Coordinamento Europa e Amnesty International Gr 121)

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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