Caucaso e Asia centrale: i diritti dell’Uomo

Notizie, commenti e analisi riguardanti il rispetto dei diritti umani nel Caucaso e in Asia centrale.

Materiali su Caucaso e Asia centrale: i diritti dell’Uomo.
A cura di Elena Murdaca e Alessandra Rognoni

Presentiamo di seguito alcuni testi o collegamenti ipertestuali che comprendono notizie, commenti e analisi riguardanti il rispetto dei diritti umani nel Caucaso e in Asia centrale.
Si tratta di materiali liberamente accessibili in rete o diffusi dai mezzi di informazione che, ovviamente, non riflettono necessariamente il punto di vista dell’Associazione Memorial, né pretendono di offrire un panorama esaustivo.

 

“Le lupe di Sernovodsk”, Keller Editore
OBC Transeuropa pubblica, a firma di Elena Murdaca, la recensione del volume ” Le lupe di Sernovodsk”, un’antologia di reportage letterari della giornalista e scrittrice Irena Brezna, che copre la cruenta storia delle guerre cecene e del dopoguerra negli ultimi 15 anni.
Anna e Beslan
Le madri di Beslan ricordano Anna Politkovskaya. Reportage di Marta Allevato, Radiotelevisione Svizzera, in lingua italiana:
Donne morte per la verità
Un articolo del Guardian a firma di Lana Estemirova, la figlia dell’attivista cecena di Memorial Human Rights Center uccisa nel 2009 in Inguscezia. Lana Estemirova racconta il lavoro di sua madre e la stretta collaborazione con Anna Politkovskaya.
Il documentario di Overland sul Caucaso del Nord, trasmesso da Rai 1.
Video materiali in lingua italiana.
Madri di Beslan multate
Nel giorno dell’anniversario della strage, alcune madri di Beslan, madri e mogli di vittime perite nella strage, sono state multate per aver indetto un’azione di protesta contro Vladimir Putin.

Nell’anniversario della morte dell’attivista cecena per i diritti umani, un tributo di Human Rights Watch a Natalia Estemirova. A sette anni dalla morte, nessun colpevole.
https://www.hrw.org/video-photos/video/2009/07/17/2007-natalia-estemirova-tribute-video

Nel Caucaso, da Grozny a Beslan. Reportage dalla provincia dell’impero russo di Pierfrancesco Curzi
Pubblicato con il Patrocinio dell’OdV “Mondo in Cammino”, con introduzione di Massimo Bonfatti, é disponibile il libro del giornalista Pierfrancesco Curzio “Nel Caucaso, da Grozny a Beslan”. In distribuzione dal 22 giugno 2016, é ordinabile sul sito di Mondo in Cammino.
“La Russia di Eltsin, e ancor di più quella dello “zar” Putin, ha mostrato la sua vera faccia nel Caucaso. Nei due conflitti ceceni, tra il 1994 e il 2003, il Cremlino ha mostrato il peggio di sé. Le ritorsioni russe si sono scaraventate addosso alla povera gente, facendo passare chiunque non fosse schierato con la Russia come “pericoloso terrorista”. Quando i terroristi assaltano la scuola numero 1 di Beslan, in Ossezia del Nord, il 1° settembre 2004, Putin usa la mano dura. Nessuna trattativa, muoiono 334 persone, in maggioranza bambini. La strage di innocenti passa sui media come un “attentato terroristico”. Ma la maggior parte delle vittime è morta colpita da proiettili russi. Morti e scomparsi a Beslan, a Grozny, ovunque. Come Giorgji. Di lui si sono perse le tracce il 4 settembre 2004, dopo il blitz delle teste di cuoio russe. Papà Tamerlan e suo fratello Alexandar aspettano ancora che lui bussi alla porta di casa…” http://www.progettohumus.it/public/forum/index.php?topic=2395

Le donne e i conflitti nel Caucaso del Nord. Un’emergenza non denunciata
Rapporto di Ekaterina Sokirianskaia, International Crisis Group http://blog.crisisgroup.org/europe-central-asia/2016/06/09/women-in-the-north-caucasus-conflicts-an-under-reported-plight/?utm_source=Sign+Up+to+Crisis+Group%27s+Email+Updates&utm_campaign=ad24e4b889-north_caucasus_9june16&utm_medium=email&utm_term=0_1dab8c11ea-ad24e4b889-359765845

La sentenza di Strasburgo sul caso Gaysanova
Zarema Gaysanova lavorava per il Dutch Refugee Council a Grozny, quando fu portata via da uomini armati il 31 ottobre 2009 durante un rastrellamento. La madre Lyda, data l’assenza di appropriate indagini, si rivolse immediatamente alla Corte di Strasburgo, che assegno’ al suo caso la massima priorità. Fu assistita nelle pratiche legali da Memorial Human Rights Centre di Mosca e European Human Rights Advocacy Center.
Il verdetto della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo riconosce che la Russia non ha garantito il diritto alla vita di Zarema Gaysanova.
Il rapporto di EHRAC: http://ehrac.org.uk/news/european-court-russian-state-failed-to-protect-humanitarian-worker-zarema-gaysanovas-life/

Islam salafita in Dagestan
Le tecniche usate dalle autorità russe per radicalizzare il Dagestan, il pestaggio dell’Imam Muhammad Nabi Magomedov e il legame con la Siria.
Articolo dell’Economist con commento di Ekaterina Sokirianskaia, International Crisis Group:
http://www.economist.com/news/europe/21698111-police-shut-dagestans-salafi-mosques-believers-head-fight-islamic

Kadyrov tenta di schivare le critiche di Putin, definisce il video del mirino uno scherzo
Il Leader ceceno Ramzan Kadyrov aveva postato un video che riprendeva Mihail Kasyanov, Primo Ministro all’epoca del primo mandato Putin, e oggi esponente dell’opposizione, inquadrato nel mirino di un tiratore scelto. Il Presidente russo ha invitato Kadyrov ad evitare dichiarazioni contro l’opposizione che possano destabilizzare il paese.
L’articolo dettagliato di Radio Free Europe/ Radio Liberty:
http://www.rferl.org/content/russia-kadyrov-putin-criticism-crosshairs-video/27676887.html

Brutale repressione del dissenso in Cecenia
Articolo di Tanya Lokshina, Direttore Programma Russia, Human Rights Watch.
https://www.hrw.org/news/2016/04/13/dispatches-price-dissent-chechnya

Revival di violenza in Nagorno-Karabakh, uno dei tanti conflitti irrisolti del Caucaso.
Approfondimento di Magdalena Grono, Program Director, Europa e Asia Centrale, International Crisis Group. Storia sintetica di un conflitto irrisolto da venti anni e che regolarmente si riattizza.
http://blog.crisisgroup.org/europe-central-asia/2016/04/03/whats-behind-the-flare-up-in-nagorno-karabakh/?utm_source=Sign+Up+to+Crisis+Group%27s+Email+Updates&utm_campaign=1428ecec99-Nagorno_Karabakh_3_4_2016&utm_medium=email&utm_term=0_1dab8c11ea-1428ecec99-359765845

Lotta al terrorismo: come vengono trattati i parenti dei terroristi in Russia.
Un articolo del New York Times sull’abuso sistematico e le torture a cui vengono sottoposti i membri delle famiglie di sospetti terroristi.
http://www.nytimes.com/2016/03/30/world/europe/russia-chechnya-caucasus-terrorists-families.html?smid=fb-nytimes&smtyp=cur&_r=3

Approfondimento sui legami fra la guerriglia nel Caucaso del Nord e la Siria: l’esportazione della jihad.
Rapporto di International Crisis Group.
http://www.crisisgroup.org/en/regions/europe/north-caucasus/238-the-north-caucasus-insurgency-and-syria-an-exported-jihad.aspx

Su OBC la recensione di: Beslan, nessun indagato, di Ella Kesaeva
Ella Kesaeva, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime di Beslan, racconta in un libro quella terribile strage di innocenti. È una testimonianza puntuale e toccante della lotta da lei condotta per cercare la verità.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Ossezia-del-Nord/Beslan-nessun-indagato-167934

La Corte Penale Internazionale avvia indagini sui crimini commessi in Ossezia del Sud, Georgia.
Il 27 gennaio 2016 la Corte Penale Internazionale ha deciso di procedere con le indagini sui presunti crimini commessi in Ossezia del Sud, Georgia, tra il 1 luglio e il 10 ottobre 2008.
La Camera preliminare ha considerato il materiale presentato dal Procuratore, ritendendolo sufficiente indicazione per iniziare indagini sui presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra individuati dal Procuratore, commessi nel contesto del conflitto armato dell’agosto 2008.
Statement of the Prosecutor of the International Criminal Court, Fatou Bensouda, following judicial authorisation to commence an investigation into the Situation in Georgia
“Today, the Office of the Prosecutor (“Office”) of the International Criminal Court (“ICC”) has been authorised by the Judges in the Pre-Trial Chamber I (“PTC”) to commence an investigation into the alleged ICC crimes occurring on the territory of Georgia between 1 July 2008 and 10 October 2008. The Office had made a request for authorisation from the PTC on 13 October 2015, following its preliminary examination into the situation in Georgia since August 2008, in the course of which it gathered information on alleged crimes attributed to the three parties involved in the armed conflict – the Georgian armed forces, the South Ossetian forces, and the Russian armed forces”
ICC:
https://www.icc-cpi.int/en_menus/icc/press%20and%20media/press%20releases/Pages/otp-stat-27-01-2016-georgia.aspx
https://www.icc-cpi.int/en_menus/icc/press%20and%20media/press%20releases/Pages/pr1159.aspx
https://www.icc-cpi.int/EN_Menus/icc/situations%20and%20cases/situations/icc-01_15/Pages/default.aspx
Human Right Watch: Q&A: Georgia and the International Criminal Court
https://www.hrw.org/news/2015/10/14/qa-georgia-and-international-criminal-court#_Has_the_ICC
Why is the International Criminal Court stepping out of Africa and into Georgia?
https://www.washingtonpost.com/news/monkey-cage/wp/2016/02/05/why-is-the-international-criminal-court-stepping-out-of-africa-and-into-georgia/

Articolo sul Caucaso del nord di Varvara Pakhomenko 14 December 2015
Between dialogue and violence: the North Caucasus’s bloody legacy
link all’articolo

Estemirova vs Russia
Comunicato della CEDU sul procedimento avviato dalla sorella della giornalista rapita e uccisa in Cecenia:
Scarica il PDF

Fatima Tlisova, dalla Kabardino-Balkaria a Washington
Intervista con Fatima Tlisova (OBC gennaio 2014). Incontriamo una delle prime giornaliste ad avere ottenuto asilo politico in occidente nell’era Putin
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Russia/Sochi-il-peso-della-storia-146582

Karachaevo-cherkessia pronta a esplodere?
Tensioni etniche e rischio di instabilità politica in Karachaevo-Cherkessia: reportage da Radio Free Europe
http://www.rferl.org/content/caucasus-report-karachayevo-cherkessia-rocking-the-boat/27389543.html

Kyrgyzstan: Che cadano le barriere all’aiuto delle vittime di violenza domestica
Rapporto e materiali video di Human Rights Watch sulla mancanza di protezione giuridica per le donne vittime di violenza domestica. La scarsa attenzione del governo mette a repentaglio la vita delle donne.
https://www.hrw.org/news/2015/10/28/kyrgyzstan-end-barriers-help-domestic-violence-victims

Antologia di saggi sul conflitto russo-ceceno
Un’analisi approfondita dei conflitti russo-ceceni e dell’impatto sulla società cecena. Articoli di Tanya Lokshina, Ekaterina Sokirianskaya, Mayrbek Vachagaev e studiosi europei trattano il conflitto ceceno nelle sue numerose sfaccettature, dalla resistenza armata al problema dei rifiugiati ceceni in Europa.
https://www.book2look.com/embed/9781317756163
https://www.routledge.com/products/9780415744898

Il libro: Sogni di pietra di Aylisli Akram
Scheda del libro

Il caso di Akram Aylisli: scrittore azero dichiarato traditore e privato del titolo di “Autore del popolo” da un decreto di Ilham Aliyev per il suo libro dedicato al dramma azero-armeno.
Approfondimento di Osservatorio Balcani Caucaso riproposto contestualmente alla pubblicazione italiana del testo che ha suscitato uno scandalo in Azerbaidjan
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Azerbaijan/Lo-scrittore-azero-accusato-di-tradimento-130620

Il caso Abakarova vs Russia e la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Taisa Abakarova aveva 8 anni quando tutta la sua famiglia rimase uccisa in un raid aereo a Katyr-Yurt, in Cecenia, nel febbraio del 2000.
Il 15 ottobre la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si é espressa in suo favore e ha condannato la Russia. Nell’iter giudiziario Taisa Abakarova é stata rappresentata dai legali di Memorial Human Rights Center (Mosca) e da ERHAC European Human Rights Advocacy Centre (Londra).
Il rapporto di EHRAC sul caso: http://www.ehrac.org.uk/news/european-court-russian-state-must-hold-to-account-perpetrators-of-katyr-yurt-bombing-and-provide-redress-for-victims/
I materiali della CEDU:
http://hudoc.echr.coe.int/eng?ref=bulabul.com#{“itemid”:[“001-157697”]}
scarica PDF

“Amnesty International cacciata dall’Azerbaidjan alla vigilia delle elezioni”
Un articolo di East Journal sull’espulsione degli attivisti per i diritti umani dal paese più autoritario d’Europa
http://www.eastjournal.net/archives/66566

Vi racconto come sono entrata nella black list dell’Azerbaijan
Articolo di Anna Mazzone, Corrispondente Osservatorio Balcani Caucaso, sul suo inserimento nella lista di proscrizione del regime azero. Un articolo illuminante per scoprire chi sono gli italiani “non graditi” a Ilham Alyev.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Azerbaijan/Vi-racconto-come-sono-entrata-nella-black-list-dell-Azerbaijan-164822

Nagorno-Karabakh: il tempo congelato di Simone Zoppellaro
Gli scontri tra Azerbaijan e Armenia aumentano di intensità, non solo sulla frontiera del Karabakh. Reportage dalla linea del fronte
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Nagorno-Karabakh-il-tempo-congelato-164649/(from)/newsletter

L’alleato piu’ stretto di Putin
Un reportage dettagliato sul “re” della Cecenia e i suoi rapporti col Cremlino. Un viaggio fra il circo, l’impunità, le torture e gli assassinii di Ramzan Kadyrov, con il benestare di Putin.
http://www.theguardian.com/world/2015/sep/23/putins-closest-ally-and-his-biggest-liability

Un articolo sulla condanna di Khadija Ismailova e la situazione della libertà di stampa in Azerbaidjan
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Azerbaijan/Azerbaijan-i-most-wanted-di-Aliyev-163953

International Crisis Group: rapporto Cecenia
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Cecenia-lo-straniero-in-casa-163036

Cambio al vertice in Daghestan
Articolo sulla caduta in disgrazia di Said Amirov, sindaco della capitale Makhachkala, fino a poco tempo fa considerato l’uomo piu’ potente del Caucaso del Nord dopo il ceceno Ramzan Kadyrov. Uno spaccato sulle dinamiche politiche della repubblica etnicamente piu’ complessa di tutto il Caucaso.
http://carnegie.ru/eurasiaoutlook/?fa=61206

Civili dagestani schiacciati fra estremisti islamici e forze di sicurezza: Il rapporto di HRW e le interviste di Tania Lokshina, Direttrice del Programma Russia.
http://www.hrw.org/news/2015/06/18/russia-abusive-counterinsurgency-tactics-southern-republic

Un esempio della normalizzazione di Putin in Cecenia: Kheda Goilabieva a 17 anni é costretta a sposarsi contro la sua volontà con un uomo di 30 anni più vecchio: l’articolo racconta un’inaccettabile abuso di potere governativo e le minacce alla giornalista russa che si è occupata della vicenda.
http://news.fidelityhouse.eu/esteri/cecenia-costretta-al-matrimonio-a-17-anni-caso-nazionale-118006.html

Un reportage di giornalisti italiani sulla guerra del Nagorno-Karabakh
http://www.ilgiornale.it/video/mondo/guerra-dimenticata-caucaso-1130175.html?mobile_detect=false

Una guerra senza tracce:
Documentario sulla guerra cecena e la cancellazione delle sue tracce in sei episodi, realizzato dalla giornalista francese Manon Loizeau. In francese.
http://www.rts.ch/docs/histoire-vivante/6543670-la-tchetchenie-6-6-01-03-2015.html

Un’audio-intervista con  Jane Buchanan, Divisione Caucaso e Asia Centrale di Human Rights Watch, sui Giochi Europei di Baku e la situazione dei diritti umani in Azerbaidjan
http://www.aroundtherings.com/site/A__50883/Title__Human-Rights-Allegations-Ahead-of-Baku-2015—-ATRadio/292/Articles

Un’intervista con Ella Kesaeva, di “Voci di Beslan”, associazione che difende i diritti dei parenti delle vittime di Beslan
Dalla Rivista Limes, di Cecilia Tosi. http://www.limesonline.com/rubrica/il-cremlino-mente-sulla-strage-di-beslan

Un articolo pubblicato dall'”Economist” sul rapporto fra Putin e Kadyrov. 14/03/2015
“The caucasian connection” Scarica il PDF

Diritti umani in Armenia: il rapporto Muižnieks
Un articolo del portale di informazione Osservatorio Balcani Caucaso sui diritti umani in Armenia.
Intervista con il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa.
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Armenia/Diritti-umani-in-Armenia-il-rapporto-Muiznieks-159956

Said-Emin Ibragimov, ex Ministro delle Comunicazioni sotto il Governo Maskhadov e attivista per i diritti umani, attualmente residente a Strasburgo.
http://www.bbc.com/news/world-europe-30939543

http://www.balcanicaucaso.org/Tutte-le-notizie/Una-vita-per-i-diritti-umani-34667

Rapporto (risalente ad aprile 2014) del Comitato Internazionale della Croce Rossa sulla situazione del Caucaso del Nord
https://www.icrc.org/eng/resources/documents/update/2014/04-10-russia-update-northern-caucasus.htm

Human Rights Watch è un’organizzazione internazionale indipendente in difesa dei diritti umani nel mondo
La situazione dei diritti umani in Azerbaijan – Human rights watch

La situazione dei diritti umani in Armenia – Human rights watch
La situazione dei diritti umani in Georgia – Human rights watch

 

FOTO: Memoriale della strage di Beslan, Creative Commons

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Aleksej Gorinov. L’ultima dichiarazione del 29 novembre 2024.

Il 29 novembre 2024 il tribunale militare di Vladimir ha emesso la sentenza del nuovo procedimento penale contro Aleksej Gorinov, consigliere municipale di Mosca, che è stato condannato a tre anni di reclusione in colonia penale di massima sicurezza per “giustificazione del terrorismo”. La condanna va ad aggiungersi ai sette anni già comminati nel 2022 per “fake news sull’esercito”. Foto di copertina: Dar’ja Kornilova. Foto: SOTAvision. BASTA UCCIDERE. FERMIAMO LA GUERRA. Aleksej Gorinov è avvocato e attivista e dal 2017 consigliere municipale presso il distretto Krasnosel’skij di Mosca. Nei primi anni Novanta era deputato per il partito Russia Democratica, ma nel 1993, durante la crisi costituzionale e il duro confronto tra il presidente El’cin e il Soviet supremo, decide di lasciare la politica. Negli ultimi vent’anni Gorinov ha lavorato come avvocato d’impresa e della pubblica amministrazione in ambito civile e ha fornito assistenza legale agli attivisti tratti in arresto durante le manifestazioni politiche. È fra gli ideatori della veglia-memoriale continua, con fiori e fotografie, sul ponte Moskvoreckij, luogo dell’omicidio di Boris Nemcov. Il 15 marzo 2022, durante un’assemblea ordinaria del Consiglio di zona del distretto Krasnosel’skij, Gorinov deplora pubblicamente l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe esortando “la società civile a fare ogni possibile sforzo per fermare la guerra”. Il 26 aprile viene arrestato ex art. 207.3 del Codice penale russo, noto anche come “legge sulle fake news”. Il tribunale del distretto Meščanskij ritiene che ci siano le prove che Gorinov abbia “diffuso informazioni deliberatamente false su quanto compiuto dalle Forze armate russe”, con le aggravanti di essere “in una posizione ufficiale e per motivi d’odio e ostilità”. Gorinov è il primo cittadino russo a ricevere una pena detentiva per essersi espresso contro la guerra. Già in occasione dell’ultima udienza del primo processo Aleksej Gorinov ha avuto modo, come prevede il sistema giudiziario russo, di pronunciare un’“ultima dichiarazione” (poslednee slovo), in altre parole la possibilità di prendere la parola per sostenere la propria innocenza o corroborare la linea difensiva scelta dall’avvocato/a, cui abbiamo avuto modo di dare voce grazie a Paolo Pignocchi e al progetto Proteggi le mie parole. Venerdì scorso, in occasione dell’ultima udienza del secondo processo ai suoi danni, Aleksej Gorinov ha pronunciato una seconda “ultima dichiarazione” che traduciamo in italiano. Sono stato per tutta la vita uno strenuo oppositore di aggressioni, violenza e guerre, e ho consacrato la mia vita esclusivamente ad attività di pace come la scienza, l’insegnamento, la pubblica istruzione e l’attività amministrativa e sociale in veste di deputato, difensore dei diritti umani, membro di commissioni elettorali e osservatore e supervisore del processo elettorale stesso. Mai avrei pensato di vivere abbastanza per constatare un tale livello di degrado del sistema politico del mio Paese e della sua politica estera, un periodo in cui tanti cittadini favorevoli alla pace e contrari alla guerra – in un numero che ormai è di qualche migliaio – vengono accusati di calunnia ai danni delle Forze armate e di giustificazione del terrorismo, e per questo vengono processati. Ci avviamo a concludere il terzo anno di guerra, il terzo anno di vittime e distruzione, di privazioni e sofferenze per milioni di persone cui, in territorio europeo, non si assisteva dai tempi della Seconda guerra mondiale. E non possiamo tacere. Ancora alla fine dello scorso aprile, il nostro ex ministro della difesa ha annunciato che le perdite della parte ucraina nel conflitto armato in corso ammontavano a 500.000 persone. Guardatelo, quel numero, e pensateci! Quali perdite, invece, ha subito la Russia, che secondo le fonti ufficiali avanza con successo costante per tutto il fronte? Continuiamo a non saperlo. E soprattutto, chi ne risponderà, poi? E a che pro succede tutto questo? Il nostro governo e coloro che lo sostengono nelle sue aspirazioni militariste hanno fortemente voluto questa guerra, che ora è arrivata anche nei nostri territori. Una cosa mi verrebbe da chiedere: vi pare che la nostra vita sia migliorata? Sono questi il benessere e la sicurezza che auspicate per il nostro Paese e per la sua gente? Oppure non l’avevate previsto, nei vostri calcoli, un simile sviluppo della situazione? A oggi, però, le risposte a queste domande non si pongono a chi ha deciso questa guerra e continua a uccidere, a chi ne fa propaganda e assume mercenari per combatterla, ma a noi, cittadini comuni della Russia che alziamo la voce contro la guerra e per la pace. Una risposta che paghiamo con la nostra libertà se non, alcuni, con la vita. Appartengo alla generazione ormai uscente di persone con genitori che hanno partecipato alla Seconda guerra mondiale e, alcuni, le sono sopravvissuti con tutte le difficoltà del caso. La loro generazione, ormai passata, ci ha lasciato in eredità il compito di preservare la pace a ogni costo, come quanto di più prezioso abbiamo noi che abitiamo su questa Terra. Noi, invece, abbiamo snobbato le loro richieste e abbiamo spregiato la memoria di quelle persone e delle vittime della guerra suddetta. La mia colpa, in quanto cittadino del mio Paese, è di avere permesso questa guerra e di non essere riuscito a fermarla. Vi chiedo di prenderne atto, nel verdetto. Tuttavia, vorrei che la mia colpa e la mia responsabilità fossero condivise anche da chi questa guerra l’ha iniziata, vi ha partecipato e la sostiene, e da chi perseguita coloro che si battono per la pace. Continuo a vivere con la speranza che un giorno questo avverrà. Nel frattempo, chiedo perdono al popolo ucraino e ai miei concittadini che per questa guerra hanno sofferto. Nel processo in cui sono stato accusato e giudicato per avere detto espressamente che era necessario porre fine alla guerra, ho già dato piena voce alle mie considerazioni su questa vile impresa umana. Posso solo aggiungere che la violenza, l’aggressione generano solo altra violenza di ritorno, e nulla più. Questa è la vera causa delle nostre disgrazie, delle nostre sofferenze, di perdite senza senso di vite umane, della distruzione di infrastrutture civili e industriali, di case e abitazioni. Fermiamo questo massacro cruento che non serve né

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Roma, 5 dicembre 2024. Memorial Italia a Più libri più liberi.

Memorial Italia partecipa a Roma all’edizione 2024 di Più libri più liberi con la presentazione di Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione, ultimo volume della collana curata per Viella Editrice. Il regime putiniano e il nazionalismo russo: giovedì 5 dicembre alle 18:00 presso la Nuvola, Roma EUR, in sala Elettra, saranno presentati i volumi, pubblicati da Viella Editrice, Il nazionalismo russo. Spazio postsovietico e guerra all’Ucraina, a cura di Andrea Graziosi e Francesca Lomastro, e Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società e opposizione, a cura dei nostri Riccardo Mario Cucciolla e Niccolò Pianciola. Intervengono Riccardo Mario Cucciolla, Francesca Gori, Andrea Graziosi, Andrea Romano. Coordina Carolina De Stefano. Il volume Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società e opposizione esplora l’evoluzione della società e del potere in Russia dopo l’aggressione all’Ucraina e offre un’analisi della complessa interazione tra apparati dello stato, opposizione e società civile. I saggi analizzano la deriva totalitaria del regime putiniano studiandone le istituzioni e la relazione tra stato e società, evidenziando come tendenze demografiche, rifugiati ucraini, politiche nataliste e migratorie abbiano ridefinito gli equilibri sociali del paese. Inoltre, pongono l’attenzione sulla società civile russa e sulle sfide che oppositori, artisti, accademici, minoranze e difensori dei diritti umani affrontano sia in un contesto sempre più repressivo in patria, sia nell’emigrazione. I saggi compresi nel volume sono di Sergej Abašin, Alexander Baunov, Simone A. Bellezza, Alain Blum, Bill Bowring, Riccardo Mario Cucciolla, Marcello Flores, Vladimir Gel’man, Lev Gudkov, Andrea Gullotta, Andrej Jakovlev, Irina Kuznetsova, Alberto Masoero, Niccolò Pianciola, Giovanni Savino, Irina Ščerbakova, Sergej Zacharov.

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Bari, 26 novembre 2024. Proiezione del film documentario “The Dmitriev Affair”.

Martedì 26 novembre alle 20:30, presso il Multisala Cinema Galleria di Bari, Andrea Gullotta, vicepresidente di Memorial Italia, presenta il film documentario The Dmitriev Affair, scritto e diretto dalla regista olandese Jessica Gorter e sottotitolato in italiano. Jurij Dmitriev è uno storico e attivista, direttore di Memorial Petrozavodsk. Negli anni Novanta scopre un’enorme fossa comune in cui sono sepolte migliaia di vittime del Grande Terrore. Nella radura boschiva di Sandormoch, in Carelia, inaugura un cimitero commemorativo e riesce a raccogliere persone di varie nazionalità intorno a un passato complesso e conflittuale. Da sempre schierato contro il governo della Federazione Russa, nel 2014 Dmitriev condanna apertamente l’invasione della Crimea. Da allora inizia per lui un calvario giudiziario che lo porta a essere condannato a tredici anni e mezzo di reclusione. Il documentario di Jessica Gorter, realizzato nel 2023, racconta con passione e precisione la sua tragica vicenda. Gabriele Nissim, ha letto per Memorial Italia l’ultima dichiarazione di Jurij Dmitriev, pronunciata l’8 luglio 2020, come parte del progetto 30 ottobre. Proteggi le mie parole. Irina Flige, storica collaboratrice di Memorial San Pietroburgo, ha raccontato la storia della radura di Sandormoch nel volume Il caso Sandormoch. La Russia e la persecuzione della memoria, pubblicato da Stilo Editrice e curato da Andrea Gullotta e Giulia De Florio. La proiezione è a ingresso libero ed è uno degli incontri previsti dall’undicesima edizione del festival letterario Pagine di Russia, organizzato dalla casa editrice barese Stilo in collaborazione con la cattedra di russo dell’Università degli Studi di Bari. Quest’anno il festival è inserito nella programmazione del progetto Prin 2022 PNRR (LOST) Literature of Socialist Trauma: Mapping and Researching the Lost Page of European Literature ed è dedicato al concetto di trauma nella cornice della letteratura russa del Novecento sorta dalle repressioni sovietiche.

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