Racconti di guerra
Jaca Book 2014
pp. 248
€ 14
A cura di Sergio Rapetti
Negli anni tra il 1993 e il 1998, dopo i romanzi e i cicli narrativi che l’hanno reso famoso nel mondo, Solženicyn torna ad affrontare le misura breve del racconto con esiti di indiscutibile intensità ed efficacia.
Nascono così i racconti “bipartiti” o “dittici”, tre dei quali già proposti in L’uomo nuovo (Jaca Book, 2013): ambientati negli anni Venti e Trenta, vedevano uomini e donne sotto scacco in una società, che si sperava più giusta, e invece sempre più avvelenata dalla menzogna e dalla violenza.
In questi altri racconti siamo negli anni Quaranta dell’epica guerra contro l’invasore tedesco con un racconto autobiografico, Željabuga e i suoi abitanti cui è stato unito un romanzo breve magistralmente raccontato “nell’arco di ventiquattr’ore” e intitolato Adlig Schwenkitten. Infine, due racconti ambientati negli anni della perestrojka e oltre: Sulle fratture e Poco importa. Il titolo di quest’ultimo racconto può assurgere a motto del cieco autoritarismo, e dell’altra sua faccia che è il lassismo rinunciatario e il ladrocinio i quali rendono più rovinose le guerre, devastano e rapinano la natura, trasformano la vita sociale in arena della lotta senza scrupoli di speculatori, burocrati e agenti segreti riciclati negli affari. È un luogo di corruzione, miseria e ipocrisia che sembra ancora più invivibile, dopo un’altra grande speranza delusa, per donne e uomini onesti.