Si è svolto oggi a Parigi il funerale di Natalja Evgenevna Gorbanevskaja, una grande amica per molte persone sparse in tutto il mondo. Nataša – così la chiamavano tutti, i suoi contemporanei e le giovani generazioni – era una poetessa russa di grande rilievo e reputazione, che si era distinta in gioventù meritando gli elogi della Achmatova.
All’età di 25 anni, Nataša scrisse queste righe:
Come un soldato nell’armata di Anders,
Come il Soldatino di Stagno di Andersen,
Io non ho nulla da fare. Io compongo poesie,
Ma tristemente io non posso dire bugie.
Ogni parola qui è scelta deliberatamente, anche il riferimento all’Armata di Anders. Nataša mantenne stretti legami con la Polonia durante tutta la vita, e infine divenne cittadina polacca. Ma le frasi chiave sono “io compongo poesie” e “io non ho nulla da fare”. Nataša trovò qualcosa da fare, e questo qualcosa era il movimento per i diritti umani. Natasa fu una fondatrice e la prima redattrice del “Cronaca degli avvenimenti correnti”, un bollettino incensurato emesso dai difensori dei diritti umani, che sopravvisse quindici anni in più di qualsiasi altra pubblicazione, malgrado il fatto che tutti coloro che lavoravano alla sua produzione venissero arrestati uno dopo l’altro.
Nataša è nota soprattutto per aver partecipato alla dimostrazione del 25 agosto 1968 contro l’invasione della Cecoslovacchia. Nataša aveva a cuore il suo lavoro e nella difesa dei diritti umani si assunse i compiti più duri e difficili: la raccolta delle informazioni, il loro esame e la suddivisione per temi. E’ un lavoro difficile. Nataša inventò questo lavoro, in sostanza ne fu la creatrice. Pagò per questo: fu internata in un carcere psichiatrico e dichiarata malata di mente. Molti furono scandalizzati dal fatto che Nataša portasse con sé il suo bambino alla manifestazione, ma per lei era una cosa assolutamente naturale e non volle mai separarsi dai suoi figli.
In seguito lavorò per “Russkaja mysl’” e “Kontinent” , accollandosi l’ampio lavoro editoriale, come aveva fatto per la “Cronaca degli avvenimenti correnti”. E per tutto il tempo scrisse poesie, sempre poesie. Era una splendida poetessa, una splendida lavoratrice e una splendida madre e nonna, che raccoglieva intorno a sé tutti i figli e i nipoti, come pure un gran numero di giovani che la chiamavano Nataša e per i quali i suoi poemi e il suo destino non furono mai un modello, ma piuttosto una specie di parola d’ordine: mi piace la Gorbanevskaja. E ora lei è stata sepolta, nel cuore di Parigi, nel Cimitero Père Lachaise, non lontano dal luogo dove aveva vissuto e dove i suoi figli vivono. Il suo fu un destino felice, e noi siamo felici di essere stati suoi amici.
Il movimento dei diritti umani fu il nucleo del più vasto movimento dissidente, che comprendeva anche i movimenti nazionalisti, i movimenti religiosi, i movimenti per l’emigrazione, e molti altri. Tuttavia il movimento per i diritti umani, che parlava nella língua della legge, che univa le persone e dava loro la possibilità di parlare con le autorità, stava proprio al centro.
La “Cronaca degli avvenimenti correnti” era il punto fulcrale per tutti questi movimenti, metaforicamente un luogo dove tutti si congiungevano l’un l’altro e con il mondo. E’ inutile dire che la Cronaca aveva un’importanza enorme in quanto spazio d’informazione totalmente indipendente, e che questo spazio fu veramente la creazione di Nataša che si era semplicemente assunta il compito e si era messa all’opera.
Saša Podrabinek racconta come Nataša, in uno dei suoi primi viaggi in Russia dopo l’emigrazione, lo trovò immerso nel lavoro per “Chronicle Express”: rimaneva ancora molto lavoro da fare prima della pubblicazione il giorno seguente, e lei sedette accanto a lui e restò lì per le quattro ore successive, senza neppure interrompersi per fumare una sigaretta. Nataša fece un eccellente lavoro di editing, pur non avendo obbligo alcuno.
Nataša aveva il dono di una mente fervida e sistematica e il linguaggio che usava era elegante e magnifico, mai di stile ufficiale o giornalistico. In effetti, era largamente responsabile della creazione di questo linguaggio, il linguaggio russo dell’informazione indipendente.
Arsenij Roginskij
Storico, attivista dei diritti umani, Presidente di Memorial
5 Dicembre 2013