Della Balda Ubaldo

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Cognome: Della Balda

Nome: Ubaldo

Origine sociale e percorso politico prima dell’arrivo in URSS: Operaio specializzato della ditta Ingg. Cali e Scaini. Il 25 agosto 1936 è inviato in URSS per eseguire dei lavori per costruzioni di impianti di accumulatori elettrici

Data dell’arrivo in URSS: 1936

Percorso professionale/politico in URSS: Giunto a Mosca, dopo due o tre giorni si trasferisce a Leningrado, dove inizia a lavorare presso lo stabilimento di accumulatori “Lieutenant Šmit”. Alloggia prima all’albergo Europa e poi all’Astoria. Nel maggio 1937 si reca in Italia per due settimane, poi torna in URSS

Data, luogo e motivi dell’arresto: Arrestato nel giugno 1937 con l’accusa di contrabbando, per aver venduto oggetti (orologio, abiti) ai colleghi sovietici. Chiede il rimpatrio

Condanna: Condannato a 8 anni di carcere il 23 novembre 1937, detenuto nel carcere di Leningrado. Successivamente la pena gli viene ridotta a 3 anni, forse per intervento delle autorità consolari italiane. Il 25 dicembre 1938 è tradotto nel carcere di Orel, dove si trova ancora nel 1939

Fonti archivistiche: ACS CPC, busta 1019 MAE

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

9 gennaio 2025. Incontro on line. Lettere alle prigioniere politiche russe.

Memorial Italia e Comunità dei russi liberi invitano a partecipare all’incontro on line dedicato alle prigioniere politiche detenute nelle carceri e colonie penali russe che si terrà on line giovedì 9 gennaio 2025 alle 19:30. Sarà possibile scrivere insieme lettere, messaggi e cartoline e poi spedirle alle destinatarie. L’incontro si svolgerà su Zoom. Per partecipare è necessario scrivere una mail a projectpisma@gmail.com prima dell’inizio dell’evento.

Leggi

Stop alle intimidazioni alle attiviste di Memorial Italia.

Memorial Italia denuncia le intimidazioni subite in Italia da due sue attiviste, Ekaterina Margolis e Maria Mikaelyan, cui va il pieno sostegno dell’associazione. Ekaterina Margolis, da poco dichiarata “agente straniero” dal regime di Putin, riceve da mesi telefonate minatorie, minacce di morte sui social e non. Per la sua attività di denuncia del regime putiniano e delle infiltrazioni nella cultura italiana è stata oggetto di campagne diffamatorie in Russia e sui social media oltre ad avere subito un grave attacco informatico. Maria Mikaelyan, con la sua attività all’interno della Comunità dei russi liberi, a sostegno dei prigionieri politici russi e di denuncia del regime putiniano, ha ricevuto minacce di morte e due atti intimidatori contro le residenze di famiglia: mentre la sua casella di posta veniva vandalizzata, sconosciuti entravano e mettevano a soqquadro la residenza di campagna del marito. Le denunce fatte dalle nostre socie alle forze di polizia finora non hanno sortito nessun risultato: è giunto il momento che la società civile, le forze politiche e gli organi di informazione si occupino delle attività intimidatorie in Italia dei sostenitori del regime putiniano, prima che le intimidazioni si trasformino in atti violenti. 6 gennaio 2025.

Leggi