Civalleri Ernani

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Cognome: Civalleri

Nome: Ernani

Figlio di: Antonio

Luogo e data di nascita: Nato a Torino il 19 novembre 1898.

Origine sociale e percorso politico prima dell’arrivo in URSS: Di origine operaia, si iscrive all’Unione della Gioventù Socialista nel 1918, è uno dei protagonisti dell’occupazione delle fabbriche a Torino. Fa parte della redazione di “Ordine Nuovo” e dal 1921 è membro del PCI. Quasi subito viene arrestato per attività rivoluzionaria, ma presto rilasciato. Sempre nel 1921 il PCI lo invia a Mosca come delegato del partito al III Congresso dell’Internazionale Comunista.

Data dell’arrivo in URSS: 1921

Percorso professionale/politico in URSS: Rimane a vivere in URSS e lavora inizialmente a Mosca come meccanico in una fabbrica di automobili. Nel 1922 viene inviato dall'”Organizzazione Internazionale di soccorso degli Affamati” a Caryzin (nella regione del Volga) dove rimane due mesi per distribuire mezzi di sussitenza ai bambini affamati. Dopo il suo ritorno a Mosca, lavora all’officina AMO, che diventerà la grande fabbrica automobilistica della capitale. Si iscrive al VKP(b) nel 1923. In quello stesso anno, per motivi non chiari, viene arrestato dalla polizia politica sovietica, ma quasi subito liberato. Nel 1924 lascia Mosca per recarsi a Rostov sul Don, dove lavora prima come fabbro, poi come capo reparto e infine come assistente del direttore nella fabbrica “Krasnyj Aksaj”. Nel 1931 il VKP(b) lo richiama a Mosca per studiare all’Accademia industriale. Laureatosi a pieni voti alla fine del 1935, Civalleri viene inviato a dirigere il reparto di manutenzione di un nuovo stabilimento nella città di Vladimir. Al momento dell’arresto aveva già perso il lavoro. Nel 1936 i dirigenti del PCI che lavorano alla Sezione Quadri del Komintern prendono più volte in esame il suo caso. Nel ricostruire la sua biografia e il suo percorso politico, essi lo segnalano come un buon compagno.

Data, luogo e motivi dell’arresto: Arrestato a Vladimir l’11 febbraio 1938, viene trasferito a Mosca e imprigionato alla Taganka con l’accusa di attività controrivoluzionaria e di spionaggio a favore dell’ambasciata italiana.

Condanna: Condannato alla fucilazione il 27 febbraio 1938.

Data, luogo e causa della morte: Fucilato l’8 marzo 1938 a Butovo.

Riabilitazione: Riabilitato il 23 luglio 1956.

Fonti archivistiche: GARF, f. 10035, op. 1, f. P-24884; Archiv Glavnoj Voennoj Prokuratury ; FIG, APC 1921-1943,fasc. 1517; FIG, Fondo Robotti; ACS, CPC busta 1373.

Martirologi: Butovo

 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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