Biondini Ezio

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Cognome: Biondini

Nome: Ezio

Figlio di: Edoardo

Pseudonimo: Merini Giovanni,Edmundo,Rubini

Luogo e data di nascita: Nato a Udine il 25 dicembre 1907

Origine sociale e percorso politico prima dell’arrivo in URSS: Meccanico. Nel novembre 1926 viene confinato per attività comunista e trasferito prima a Favignana e poi a Ustica. Qui viene arrestato e deferito al Tribunale Speciale, dal quale viene condannato a tre anni di reclusione. Scontata la pena, viene inviato al confino e liberato il 27 novembre 1930. All’inizio del 1931 contro di lui viene nuovamente spiccato un mandato di arresto, per sfuggire al quale ripara all’estero

Data dell’arrivo in URSS: 1931

Percorso professionale/politico in URSS: Vive a Mosca, dove prima studia alla scuola leninista, poi lavora come meccanico in fabbrica. Nel 1936 i dirigenti del PCI che lavorano alla Sezione Quadri del Comintern lo segnalano come trockista

Data, luogo e motivi dell’arresto: Arrestato a Mosca nel 1934 per partecipazione a un’organizzazione trockista controrivoluzionaria. Processato con Calligaris, Bellusich, Bernetich, Gaggi, Martelli, e Tlustos. Il 29 agosto 1936, mentre si trova al confino, viene nuovamente arrestato e processato. Il 16 agosto 1950 viene arrestato per la terza volta

Condanna: Condannato a 5 anni di confino dall’OSO dell’NKVD il 4 marzo 1935 in base all’art. 58-10. Inviato a Syktyvkar, dove lavora come meccanico progettista nel trust “Komiles”. Il 19 settembre 1937, mentre si trova al confino, viene condannato a 10 anni di lager dal PP del Tribunale Supremo della Repubblica dei Comi in base agli art. 58-8 e 58-11. Il 10 febbraio 1951, dopo il terzo arresto,viene condannato a 25 anni di lavori forzati. Inviato a Krasnojarskij lager.

Data, luogo e causa della morte: Muore nel 1952 nella regione di Krasnojarsk

Liberazione: Viene liberato nel 1946 e rimane a vivere a Noril’sk per alcuni anni. Nel 1950 si reca a Mosca e si rivolge all’ambasciata italiana per essere rimpatriato. Proprio per questo, il 16 agosto di quell’anno, viene nuovamente arrestato

Riabilitazione: Riabilitato il 9 giugno 1957

Fonti archivistiche: GARF, f. 10035,op.1, d. P-31289; RGASPI, 513 2 69; CA FSB RF, sled. delo n. 216243; Archiv Glavnoj Voennoj Prokuratury ; FIG, APC, 1921-1943, fasc. 1517; FIG, Fondo Robotti; ACS CPC, busta 660

Martirologi: Comi

 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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