Bartolozzi Augusto

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Bartolozzi AugustoCognome: Bartolozzi

Nome: Augusto

Figlio di: Emilio

Pseudonimo: Gino Gardoni

Luogo e data di nascita: Nato a San Casciano Val di Pesa (FI) il 3 novembre 1899.

Origine sociale e percorso politico prima dell’arrivo in URSS:
Figlio di un commerciante,nel 1914 si iscrive alla sezione giovanile del Partito socialista a Firenze, nel 1921 diventa membro del PCI. Dal 1920 al 1922 lavora come dirigente sindacale a Trento e collabora con il giornale l'”Unità”. Tra il 1921 e il 1926 viene denunciato e arrestato numerose volte per attività comunista. Tra il 1926 e il 1927 il Comitato Centrale del PCI decide di inviarlo in Francia, dove lavora fra gli emigrati politici. Tubercolotico, è inviato a curarsi in URSS e nel maggio 1928 giunge a Mosca come emigrato politico.

Data dell’arrivo in URSS: 1928.

Percorso professionale/politico in URSS: Giunto in URSS si stabilisce inizialmente in un sanatorio della Crimea per curare la tubercolosi. Viene trasferito poi a Mosca dove studia alla MLŠ. Nel 1929 si iscrive al VKP(b) e diventa insegnante della scuola. Prende la cittadinanza sovietica. In seguito viene inviato a svolgere lavoro di partito a Char’kov, dove lavora anche in una fabbrica di trattori. Vi rimane sino al 1935, anno in cui torna a Mosca, dove lavora al Profintern e come istruttore al Consiglio Centrale dei Sindacati.

Data, luogo e motivi dell’arresto: Arrestato il 16 marzo 1938 a Mosca con l’accusa di spionaggio, è detenuto nel carcere della Taganka.

Condanna: Condannato a 8 anni di lager il 26 maggio 1938 dall’OSO dell’NKVD in base all’art. 58-6. Inviato al Severo-Vostočnyj lager.

Data, luogo e causa della morte: Muore il 16 novembre 1938 al Severo-Vostočnyj lager.

Riabilitazione: Riabilitato il 14 luglio 1956.

Fonti archivistiche: GARF f.10035,op.1 d.P-23952; RGASPI f.513 op.2 d.69; Archiv Glavnoj Voennoj Prokuratury ; ACS CPC, busta 376; FIG APC 1921-1943 fasc.1517; FIG Fondo Robotti

 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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