Oleg Orlov, insignito del premio del Gruppo Helsinki di Mosca
«Noi continueremo a lottare!» ha dichiarato Oleg Orlov in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’uomo.
Il 10 dicembre 2012, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’uomo, Oleg Orlov, membro del Consiglio di Memorial e fautore del programma «Zone ad alto rischio», si è visto assegnare il premio del Gruppo Helsinki di Mosca per «il suo contributo storico alla difesa e al movimento dei diritti dell’uomo».
Oleg Orlov fa parte di questo movimento dalla fine degli anni 1970, periodo in cui affiggeva manifesti contro l’invio di truppe sovietiche in Afganistan o per il sostegno al sindacato polacco Solidarnosc. Egli fu tra i fondatori dell’associazione Memorial e per più di quindici anni ha diretto il Consiglio del Centro di difesa dei diritti dell’uomo Memorial. In qualità di esperto del Soviet supremo di Russia, ha partecipato ai lavori legislativi miranti a una umanizzazione del sistema penitenziario su tutto il territorio. Membro del Consiglio di presidenza della Federazione Russa per lo sviluppo delle istituzioni in seno alla società civile e per quello dei diritti dell’uomo, ha lasciato questa funzione nel 2006 in segno di protesta contro i commenti del Presidente Vladimir Putin sull’assassinio di Anna Politovskaia, corrispondente del giornale NovaJa Gazeta.
In materia di difesa dei diritti dell’uomo, il Caucaso Settentrionale è sempre stato ed è ancora l’area privilegiata d’azione di Oleg Orlov. Un’azione che, in quella zona, spesso fa rischiare la vita. Infatti, nel novembre 2007, alcuni uomini armati fecero irruzione nella camera dell’hotel Assa di Narzan in cui alloggiava Oleg Orlov, allora in missione in Inguscezia, e con la forza costrinsero a uscire lui e una equipe televisiva della catena REN-TV che stava nello stesso hotel. Li pestarono, poi li abbandonarono in aperta campagna. Dopo essere riusciti a liberarsi dei sacchi con cui li avevano incappucciati, Orlov e i suoi collaboratori di REN-TV fecero ritorno in città, camminando in mezzo alla neve, con i piedi infilati nelle pantofole.
Nel 2009, Oleg Orlov ha denunciato in un comunicato l’implicazione del presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov nell’assassinio di Natalia Estermirova, collaboratrice della sezione di Groznyj di Memorial. Il presidente ceceno ha allora accusato Orlov di calunnia (un crimine di diritto comune, all’epoca) e gli ha intentato una causa. A seguito di lunghi dibattiti giudiziari, il tribunale ha deciso di respingere la querela di Ramzan Kadyrov.
Attualmente, Oleg Orlov prosegue il suo lavoro nelle «zone ad alto rischio» del Caucaso Settentrionale. Egli fa parte del Consiglio del Centro dei diritti dell’uomo Memorial ed è un membro della Direzione di Memorial International.
In occasione della consegna del premio, Liudmila Alekseeva, presidente del Gruppo Helsinki di Mosca, ha letto il discorso di felicitazioni di Sergej Kovalev, uno dei più vecchi difensori dei diritti dell’uomo in Russia: “Mi spiace molto che la malattia mi impedisca di consegnare personalmente questo premio a Oleg Orlov. Per me sarebbe stato un grande onore. E’ inutile dire che Oleg Orlov merita questo premio. Io sono pure convinto che noi non l’abbiamo ricompensato abbastanza per i servizi che ha reso al movimento dei diritti dell’uomo. Il suo contributo alla nostra causa è veramente storico. Noi ci conosciamo dagli inizi dell’associazione Memorial: lui andava per le strade a raccogliere le firme e a incitare tutti quelli che non erano indifferenti affiché participassero alla creazione di Memorial. Fin dal nostro primo incontro, io sono stato conquistato dal suo straordinario sorriso. Purtroppo, un sorriso che appare meno di frequente sul suo viso, visti i tempi che corrono”.
“Quando si riceve un premio per il contributo storico in difesa dei diritti dell’uomo, si potrebbe essere tentati di disimpegnarsi, di andare tranquillamente a pescare o di dedicarsi ai ricordi” ha dichiarato Oleg Orlov in risposta. «Ma né io, e neppure gli altri attivisti cediamo a questa tentazione. Per quanto paradossale possa sembrare, noi lo dobbiamo al potere attuale. No, è troppo presto per ritirarsi. Noi continueremo a lottare!»
Il premio del Gruppo Helsinki di Mosca è conferito con varie nomine per la quarta volta. La nomina «Per il suo contributo storico alla difesa e al movimento dei diritti dell’uomo» ha già premiato: Aleksandr Daniel’, Juryj Schmidt e Boris Pustincev.