Premio Anima 2012 a Michail Chodorkovskij

24 settembre 2012 Roma

Premio Anima 2012
Roma, 24 settembre 2012

Valorizzare il contributo apportato da personalità del mondo dell’arte e della cultura alla crescita di una coscienza etica e sensibilizzare imprese e opinione pubblica sui temi legati alla responsabilità sociale e alla sostenibilità.
Questa la principale finalità del Premio Anima, ideato da Anima per il sociale nei valori d’impresa, Associazione non profit promossa da Unindustria.
Il filo conduttore di questa edizione: la libertà, analizzata e approfondita attraverso gli strumenti dell’arte, del racconto, della denuncia, del viaggio, con lo scopo di evidenziarne e celebrarne l’importanza, in particolare in quei contesti dove spesso è limitata, se non addirittura negata.

La giuria presieduta da Luigi Abete

Menzione speciale per il giornalismo:

LA MIA LOTTA PER LA LIBERTÀ di MICHAIL CHODORKOVSKIJ.
EDIZIONI MARSILIO

È diventato il simbolo della lotta per la libertà: non solo la sua personale ma quella di un intero paese. Imprigionato con l’accusa di evasione fiscale, dal suo arresto nel 2003, il quarantottenne ex miliardario è diventato una bandiera della fragile opposizione russa, oggi nuovamente sotto i riflettori.

Alla cerimonia di premiazione erano presenti tra gli altri: il Sindaco Gianni Alemanno, il Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il Presidente del Premio Anima Luigi Abete, il Presidente di Unindustria Aurelio Regina, il Presidente designato di Unindustria Maurizio Stirpe, il Presidente della Camera di Commercio di Roma Giancarlo Cremonesi, il Presidente di Anima Sabrina Florio.

Ha presentato la serata la giornalista Myrta Merlino.

L’evento si è svolto sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica con il patrocinio di Roma Capitale, Provincia di Roma, Regione Lazio, Unindustria e Rai Segretariato Sociale, con il contributo della Camera di Commercio di Roma.

 

 

 

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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