Denuncia di MEMORIAL presso la Corte Europea dei diritti dell’Uomo

Il Centro di difesa dei diritti dell’uomo Memorial ha preparato un ricorso per detenzione illegale e senza fondamento di Igor Gukovskj, collaboratore di Memorial, membro del movimento «Solidarnost».

Un ricorso sarà depositato presso la corte di Strasburgo da un partecipante al meeting di protesta sul Cistoprudnyj bulvar

Il Centro di difesa dei diritti dell’uomo Memorial ha preparato, e depositerà nei prossimi giorni presso la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, un ricorso per detenzione illegale e senza fondamento di Igor Gukovskj, collaboratore di Memorial, membro del movimento «Solidarnost». Gukovskj è stato uno degli organizzatori del meeting di protesta convocato dal movimento Solidarnost contro la falsificazione delle elezioni alla Duma di Stato, che ha avuto luogo il 5 dicembre 2011 sul Cistoprudnyj bulvar di Mosca.

La domanda di autorizzazione è stata depositata più di dieci giorni prima del meeting. Il numero di partecipanti previsto era di 300 persone. Tuttavia, il 5 dicembre parecchie migliaia di persone si sono riunite sul Cistoprudnyj bulvar. Al termine del meeting Igor Gukovski è stato arrestato e l’indomani è stato deferito presso il tribunale Basmannyj. All’inizio, è stato condannato a un’ammenda per superamento del numero previsto di partecipanti, poi la stessa giudice Gulnaz Alekseevna Turianskaja l’ha condannato a 15 giorni di detenzione amministrativa per una pretesa «mancanza alle ingiunzioni legali della polizia». In seguito, un giudice del medesimo tribunale, Artur Gennadevic Karpov, ha respinto l’appello interposto contro tale decisione.

Secondo il giudice del tribunale Basmannyj, Igor Gukovskij «è stato informato della proibizione di superare il numero di partecipanti al meeting» e avrebbe dovuto immediatamente «prendere delle misure per diminuire tale numero al livello del numero previsto».

Il fatto che molti più cittadini abbiano deciso di venire al meeting è il risultato della politica del potere e non dell’azione degli organizzatori del meeting.

Alle concentrazioni organizzate dal potere, in cui gli organizzatori danno delle valutazioni per arrotondamento e portano la gente in pullman dalle varie città, si può star certi che non verrà gente in più. Nei casi in cui la gente viene di sua volontà, è impossibile prevedere il numero esatto di partecipanti.

Secondo Memorial, la decisione del tribunale Basmannyj di infliggere un’ammenda e di condannare alla detenzione Igor Gukovskij è assurda e costituisce un’infrazione al diritto.

Primo, nei riguardi di Gukovskij vi è stata la violazione dell’articolo 11 (libertà di riunione) della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. La Corte europea nelle sue sentenze ha ripetutamente indicato che, anche quando la riunione si teneva senza informazione preventiva dell’amministrazione, non si dovevano impiegare misure repressive, a condizione che nel corso della riunione pubblica non ci fosse violenza. Il meeting sul boulevard si è svolto in modo pacifico, senza minacce alla sicurezza dei partecipanti. Il tribunale ha respinto senza fondamento la richiesta del difensore Serge Davidis presso il governatorato di Mosca di fissare il numero limite di occupazione del territorio per un meeting.

Secondo, Igor Gukovskij in effetti è stato punito due volte per un unico atto. A questo riguardo noi ci troviamo di fronte a una manifesta violazione sia delle regole della legislazione russa sia dell’articolo 4 del Protocollo nº7 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che vieta di sanzionare due volte un unico atto.

Terzo, le richieste dei collaboratori della polizia di diminuire il numero delle persone già riunite per il meeting erano insensate e irrealizzabili, ammesso che fossero state realmente presentate a Gukovskij nel corso del meeting. Evidentemente egli non aveva alcuna possibilità di diminuire il numero dei manifestanti.

Quarto, in realtà la polizia non ha formulato domande tanto assurde e non ha impedito ai convenuti di esercitare i loro diritti costituzionali. Ciò è emerso chiaramente nel corso dell’esame in appello del ricorso del difensore di Igor Gukorvskij, quando sono state ricercate le registrazioni video delle discussioni dei collaboratori della polizia con gli organizzatori del meeting. Ma il tribunale ignorava semplicemente questo fatto e ha «interinato» la decisione del giudice di pace sulla «mancanza» di Gukovski consistente nel «non adempiere alle richieste legali dei collaboratori della polizia».

Manifestamente, questa decisione aveva per scopo la minaccia ai militanti, e altrettanto manifestamente i giudici di Basmannyj non hanno raggiunto tale scopo.

Noi riteniamo che le persecuzioni praticate contro Igor Gukovskij hanno una motivazione politica. Noi siamo determinati a provare che le autorità del nostro paese hanno gravemente violato le disposizioni della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a ottenere da esse una compensazione equa e a metter fine alla pratica illegale consistente nella persecuzione degli organizzatori e dei partecipanti di azioni pacifiche di protesta contro l’arbitrio e l’illegalità.

 

 

Aiutaci a crescere

Condividi su:

Per sostenere Memorial Italia

Leggi anche:

Milano, 16 e 17 novembre 2024. Memorial Italia a BookCity Milano.

Memorial Italia partecipa all’edizione 2024 di BookCity Milano con la presentazione degli ultimi due volumi delle collane curate per Viella Editrice e Guerini e Associati. L’involuzione della Russia putiniana: sabato 16 novembre alle 14:30 presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, sala lettura (viale Pasubio, 5) sarà presentato il volume Le trasformazioni della Russia putiniana. Stato, società, opposizione, ultima uscita della collana storica curata da Memorial Italia per Viella Editrice. Intervengono Alberto Masoero, Niccolò Pianciola e Anna Zafesova. Riunendo contributi di storici e scienziati sociali, il volume esplora l’evoluzione della società e del regime russo nell’ultimo decennio, segnato dall’aggressione all’Ucraina iniziata nel 2014 e continuata con la guerra su larga scala a partire dal 2022. I saggi mettono a fuoco la deriva totalitaria del sistema di potere putiniano, analizzando le istituzioni dello stato e le loro relazioni con la società russa, evidenziando come crisi demografica, politiche nataliste e migratorie abbiano ridefinito gli equilibri sociali del paese. Inoltre si concentra sulle sfide che dissidenti, intellettuali, artisti, giornalisti, accademici, minoranze e difensori dei diritti umani affrontano in un contesto sempre più repressivo. Donne nel Gulag. L’universo femminile nel mondo concentrazionario sovietico: domenica 17 novembre alle 15:30 presso Casa della memoria (via Confalonieri 14) sarà presentato il volume La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956, ultima uscita della collana Narrare la memoria curata da Memorial Italia per Guerini e Associati. Intervengono Luca Bernardini, Marta Zagórowska e Barbara Grzywacz. L’esperienza concentrazionaria, raccontata in una prospettiva di genere, offre al lettore una nuova ottica di valutazione della memoria storica. Nella sua intensa, dettagliata testimonianza Anna Szyszko-Grzywacz, detenuta politica, reclusa per undici anni nel terribile campo di Vorkuta, ripercorre il suo vissuto personale, raccontando non solo l’orrore e la brutalità della quotidianità del lager, ma anche momenti di gioia e solidarietà femminile e piccole, coraggiose strategie di resistenza.

Leggi

Verona, 14 novembre 2024. Il caso Sandormoch.

Giovedì 14 novembre alle 16:00 nell’aula co-working del dipartimento di lingue e letterature straniere dell’università di Verona la nostra presidente Giulia De Florio terrà il seminario Riscrivere la storia, proteggere la memoria: il caso di Sandormoch. Giulia De Florio e Andrea Gullotta hanno curato per Stilo Editrice la traduzione italiana del volume Il caso Sandormoch: la Russia e la persecuzione della memoria di Irina Flige, presidente di Memorial San Pietroburgo. Del volume hanno voluto parlare Martina Napolitano, Stefano Savella, Francesco Brusa e Maria Castorani. Nell’immagine il monumento in pietra presente all’ingresso del cimitero di Sandormoch sul quale si legge l’esortazione “Uomini, non uccidetevi”. Foto di Irina Tumakova / Novaja Gazeta.

Leggi