Due giorni fa è apparsa su Internet la sentenza emessa a Kiev l’11 ottobre dal tribunale del distretto Pecerski, al processo di Julija Timosenko, ex primo ministro dell’Ucraina.
Non ci è possibile formulare un apprezzamento giuridico circostanziato su questa sentenza, tuttavia riteniamo necessario fare la seguente dichiarazione.
Le incriminazioni di dirigenti politici ritiratisi dal potere, rivolte contro l’una o l’altra decisione del governo da loro presa nel periodo in cui erano al potere, esigono da parte di un tribunale una particolare cautela per definire le intenzioni, il corpo del reato, il danno causato, come pure per fissare il grado della pena. Conviene, inoltre, essere particolarmente attenti al rispetto del diritto a un giudizio equo.
Le informazioni conosciute dell’opinione quanto alla natura del reato imputato a Ju Timosenko, la crudeltà e il carattere abusivo della misura di detenzione preventiva e del giudizio emesso, le molteplici distorsioni delle norme di una procedura giudiziaria equa durante lo svolgimento del processo, ci portano alla conclusione della motivazione politica delle incriminazioni mosse, che possono essere qualificate come regolamento di conti politici. La sentenza resa pubblica non contiene neppure una descrizione completa del corpo del reato imputato a Ju. Timosenko.
Memorial esprime la sua protesta contro l’impiego dell’apparato giudiziario a scopo politico, esige l’annullamento della sentenza e la liberazione di Julija Timosenko.
Direzione dell’ Associazione internazionale «Memorial», 17 ottobre 2011