Imaging, promoting, and fighting Empire

Abstract dell'intervento di Andriy Portnov al Convegno di Torino

Andriy Portnov

Imaging, promoting, and fighting Empire in post-Sovier Russia, Ukraine and Belarus (Abstract)

The Soviet Union was a very special type of Empire. And the situation of Russians within the Soviet Union was very special too. On the one hand, we could easily find, especially in post-war period, the notion of the Russians as “the elder brother” and we could easily see the various elements of Russification politics in the Soviet republics (although Soviet nationality policies should never be reduced just to Russification). On the other hand, Russians in the Soviet Union were a kind of imperial nation without its own national flat. Russian Soviet Socialist Republic was not a national republic of the Russians and there was no Russian Communist party or Russian Academy of Sciences. The collapse of the Soviet Union was a very tramautic experience for the Russians despite the fact that is was initiated in Moscow.

Post-Soviet Russia has faced a dramatic problem with the legitimization of its borders as natural and historically fair and, even more, with the acceptance of the sovereignity of the former Soviet republics (until now especially Ukraine and Belarus are widely seen in Russia as a “closest abroad”). At the same time, the threat of the break-up of the Russian Federation has served as the main explanation and justification for the authoritarian political evolution of the country.

Unconditional choice in favour of the military myth of the Great Victory, myth of the strong state and national unity in the fae of the external enemy was finally taken in 2005, at the 60th anniversary of Victory. Sometimes this interpretative scheme (“the victors who has nothing to apologize for”) is decribed as defensive, as a forced reply to the nationalistic falsifications of war in post-Soviet states. Even the presidential commission on the falsification of history has been created. The Comission was designed to deal with the falsifications of Russian history outside Russia but has not shown any visible activity until now.

Among the important elements of Russian politics of history are:

– the leading role of the state. The state and the supreme powers are located in the centre of the narration, and people are supposed to delegate them willingly their right of historical choice and initiative

– Service to the state is more important than the ideological discords. In this logic there is no principal difference between Stalin and Stolypin – both were “effective managers”.

– Selective identification with the Soviet. Official Russia totally identify itself with the heroic events (Our Victory) and at the same time dissociate itself with the crimes of the Soviet regimes and tend to portray the Russians as the main victim in reply, for instance, to Ukrainian claims that the Great Famine was a genocide against Ukrainians.

– The successful existence of the export (for the West) and internal versions of memory. Russia has designed different strategies of presenting itself for Western Europe, on the one hand, and for Eastern Europe and domestic population, on the other.

In my presentation I will focus on the usages of the notion of Empire (the Russian and the Soviet) in contemporary Russia as well as Ukraine and Belarus, the countries and people quite often described (and sometimes also self-described) as the parts of the Russian world (Russkii mir). It seems to me that Russia`s  identity and politics of history still has a plenty of imperial and neoimperial elements. I agree with Dmitriy Furman, that the next attempt of democratic modernization in Russia could provoke the separatist movements of non-Russian nationalities and Russian national consciusness could face the dilemma: to see them as a irreperable loss or as a real acquisition, “acquisition of the national state”. The last option would be possible only with the sincere recognition of the historical, cultural and political subjectivity of its closest neigbors, and, first of all, Ukraine.

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“Mamma, probabilmente morirò presto”: adolescente russo in carcere per volantini anti-Putin riferisce di essere stato brutalmente picchiato da un compagno di cella.

Pubblichiamo la traduzione dell’articolo ‘Mom, I’m probably going to die soon’: Russian teenager in prison for anti-Putin flyers says cellmate brutally beat him della testata giornalistica indipendente russa Meduza. L’immagine è tratta dal canale Telegram dedicato al sostegno per Arsenij Turbin: Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!). In una recente lettera Arsenij Turbin, sedicenne russo condannato a scontare cinque anni in un carcere minorile con l’accusa di terrorismo, ha raccontato alla madre di avere subito abusi fisici e psicologici durante la detenzione. I sostenitori di Turbin, che hanno pubblicato un estratto della sua lettera su Telegram, sospettano che oltre ad aggredirlo, i compagni di cella gli stiano rubando il cibo. Ecco cosa sappiamo. Arsenij Turbin è stato condannato a cinque anni di carcere minorile nel giugno 2024, quando aveva ancora 15 anni. Secondo gli inquirenti governativi, nell’estate del 2023 Arsenij si era unito alla legione Libertà per la Russia, un’unità filoucraina composta da cittadini russi e, su loro preciso ordine aveva iniziato a distribuire volantini che criticavano Vladimir Putin. Turbin dichiara di non essersi mai unito alla legione e di avere distribuito i volantini di sua iniziativa. Il Centro per i diritti umani Memorial ha dichiarato Turbin prigioniero politico. Al momento Turbin si trova in detenzione preventiva in attesa dell’appello contro la sua condanna. Nell’estratto di una lettera inviata a sua madre pubblicato lunedì (1 ottobre) nel gruppo Telegram Svobodu Arseniju! (Libertà per Arsenij!), l’adolescente scrive che un compagno di cella di nome Azizbek lo ha picchiato più volte. “Questa sera, dopo le 18:00, uno dei miei compagni di cella mi ha dato due pugni in testa mentre ero a letto”, ha scritto. “La situazione è davvero difficile, brutta davvero. Azizbek mi ha colpito e poi ha detto che stanotte mi inc***. Sarà una lunga nottata. Ma resisterò.” Turbin scrive anche che in carcere lo hanno catalogato come “incline al terrorismo” per il reato che gli contestano (“partecipazione a organizzazione terroristica”). In un post su Telegram i sostenitori di Turbin hanno ipotizzato che i suoi compagni di cella gli stessero rubando il cibo: nelle sue lettere chiedeva sempre alla madre pacchi di viveri, mentre questa volta le ha scritto che non ne aveva bisogno. La madre di Turbin, Irina Turbina, martedì ha riferito a Mediazona che il figlio è stato messo in isolamento dal 23 al 30 settembre. Dalla direzione della prigione le hanno detto che era dovuto a una “lite” tra Turbin e i suoi compagni di cella e che tutti e quattro i prigionieri coinvolti erano stati puniti con l’isolamento. Irina Turbina ha anche detto che il personale del carcere non le ha permesso di parlare con Arsenij al telefono e che l’ultima volta che hanno parlato è stata a inizio settembre. La madre ha raccontato l’ultimo incontro con suo figlio al sito Ponjatno.Media: “Quando sono andata a trovarlo l’11 settembre non l’ho riconosciuto. Non era mai particolarmente allegro neanche le volte precedenti che l’ho visto, certo, ma almeno aveva ancora speranza, era ottimista: aspettava l’appello e credeva che qualcosa di buono l’avremmo ottenuto. L’11 settembre, invece, Arsenij aveva le lacrime agli occhi. Mi ha detto: ‘Mamma, ti prego, fai tutto il possibile, tirami fuori di qui. Sto davvero, davvero male qui’.” “Mamma, probabilmente morirò presto”, ha continuato a riferire la madre, citando il figlio. Ha poi detto di avere inoltrato la lettera a Eva Merkačeva, membro del Consiglio presidenziale russo per i diritti umani, chiedendole di intervenire. Secondo le informazioni di Mediazona, ad Arsenij è stato finalmente permesso di parlare con sua madre al telefono l’8 ottobre. Le avrebbe detto che il suo aggressore era stato trasferito in un’altra cella il giorno prima e che si trovava bene con gli altri compagni di cella. Aggiornamento del 20 ottobre dal canale Telegram Svobodu Arseniju!: “Questa settimana Arsenij non ha mai telefonato”. La madre riferisce di averlo sentito l’ultima volta l’8 ottobre scorso. 25 ottobre 2024

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