Cecenia. Una guerra e una pacificazione violenta

A cura di Marco Buttino e Alessandra Rognoni Silvio Zamorani editore, Torino, 2008

A cura di Marco Buttino e  Alessandra Rognoni
Silvio Zamorani editore, Torino, 2008

Nel crollo del regime sovietico, la Cecenia intraprende la via dell’indipendenza da Mosca. La Russia manda carri armati e aeroplani, è l’inizio della guerra. Da allora ad oggi, la Russia ha riconquistato la repubblica ribelle e ha favorito la formazione di un’autorità politica locale a cui ha affidato una pacificazione violenta. Oggi la Russia pare uscita da una lunga crisi, ha ricostruito un potere forte nello stato e pretende di ottenere nuovamente un’area di influenza attorno ai propri confini. L’analisi della vicenda cecena suggerisce un ragionamento sulle dinamiche delle violenze, sui modi e sulla legittimità del separatismo, sulla costruzione della mobilitazione nazionale, sugli usi politici dell’Islam, sul terrorismo. Oggi attorno alla periferia meridionale della Russia vi sono nuovamente aspre contese, dal Caucaso alla Crimea. Il caso ceceno è al centro di questo ordine discusso ed è dalla Cecenia che si può partire per comprendere le ragioni e le possibili dinamiche dei conflitti attuali.
Il libro raccoglie saggi di autori di varie provenienze che analizzano gli aspetti storici, politici, sociali, culturali, giuridici dei conflitti che hanno nel corso degli ultimi decenni interessato la Cecenia; presenta inoltre una serie di interviste a persone coinvolte ed è illustrato con le fotografie di Heidi Bradner e Dima Belyakov.

Nel libro:
Marco Buttino Introduzione
Alessandra Rognoni Cecenia 1989-1992: la memoria della deportazione
Georgi M. Derlughian Dalla rivoluzione alla guerra
Matthew Evangelista Le guerre
Mairbek Vatchagaev Il fattore ceceno nel movimento di resistenza del Nord Caucaso
Aleksandr Cherkasov La Cecenia oggi, tra la guerra e la pace
Giovanni Bensi I Kadyrov tra due fronti
Svetlana Gannushkina La Russia è grande, ma non vi è un luogo dove rifugiarsi
Alexis Berelowitch I russi e le due guerre in Cecenia
Anna Zafesova La guerra in Cecenia attraverso lo sguardo dei media russi
Lidiya Yusupova La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: una speranza di giustizia
Ludovica Poli Le violazioni dei diritti fondamentali in Cecenia al vaglio della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo
Alessandra Rognoni Voci dal Caucaso. Interviste
Bibliografia
Cronologia a cura di Alessandra Rognoni

cm 17 x 24 – pp. 224 + 48 di tavole fuori testo a colori con 85 fotografie e una cartina – ISBN 88-7158-158-3

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La mia vita nel Gulag. Memorie da Vorkuta 1945-1956 di Anna Szyszko-Grzywacz con curatela di Luca Bernardini (Guerini e Associati, 2024). Una testimonianza al femminile sull’universo del Gulag e sugli orrori del totalitarismo sovietico. Arrestata nel 1945 a ventidue anni per la sua attività nell’AK (Armia Krajowa), l’organizzazione militare clandestina polacca, Anna Szyszko-Grzywacz viene internata nel lager di Vorkuta, nell’Estremo Nord della Siberia, dove trascorre undici anni. Nella ricostruzione dell’esperienza concentrazionaria, attraverso una descrizione vivida ed empatica delle dinamiche interpersonali tra le recluse e della drammatica quotidianità da loro vissuta, narra con semplicità e immediatezza la realtà estrema e disumanizzante del Gulag. Una realtà dove dominano brutalità e sopraffazione e dove la sopravvivenza per le donne, esposte di continuo alla minaccia della violenza maschile, è particolarmente difficile. Nell’orrore quotidiano raccontato da Anna Szyszko-Grzywacz trovano però spazio anche storie di amicizia e solidarietà femminile, istanti di spensieratezza ed emozioni condivise in una narrazione in cui alla paura e alla dolorosa consapevolezza della detenzione si alternano le aspettative e gli slanci di una giovane donna che non rinuncia a sperare, malgrado tutto, nel futuro. Anna Szyszko-Grzywacz nasce il 10 marzo 1923 nella parte orientale della Polonia, nella regione di Vilna (Vilnius). Entra nella resistenza nel settembre 1939 come staffetta di collegamento. Nel giugno 1941 subisce il primo arresto da parte dell’NKVD e viene rinchiusa nella prigione di Stara Wilejka. Nel luglio 1944 prende parte all’operazione “Burza” a Vilna come infermiera da campo. Dopo la presa di Vilna da parte dei sovietici i membri dell’AK, che rifiutano di arruolarsi nell’Armata Rossa, vengono arrestati e internati a Kaluga. Rilasciata, Anna Szyszko cambia identità, diventando Anna Norska, e si unisce a un’unità partigiana della foresta come tiratrice a cavallo in un gruppo di ricognizione. Arrestata dai servizi segreti sovietici nel febbraio 1945, viene reclusa dapprima a Vilna nel carcere di Łukiszki, e poi a Mosca alla Lubjanka e a Butyrka. In seguito alla condanna del tribunale militare a venti anni di lavori forzati, trascorre undici anni nei lager di Vorkuta. Fa ritorno in patria il 24 novembre 1956 e nel 1957 sposa Bernard Grzywacz, come lei membro della Resistenza polacca ed ex internato a Vorkuta, con cui aveva intrattenuto per anni all’interno del lager una corrispondenza clandestina. Muore a Varsavia il 2 agosto 2023, all’età di cento anni.

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